,,. FRANCESCO CRISPI : LA VECCHIA E LA NUOVA ITALIA 787 ritornata e ritornerà sempre ad ogni ridestarsi della coscienza della nazione. Ed essa venne ad assistere ali' impresa di Tripoli, tripudiante per quel primo, promettente risveglio, e fu con noi nel travaglio penosissimo della nostra neutralità, e durante la guerra e nella crisi del depo guerra ad ammonire ed a spro ... nare, sorridente benigna e paterna ai combattenti, corrucciata e terribile ai reggitori miopi e fiacchi. E quando essa ombra venne, in noi che fummo di quei giovani pensosi nella tormenta vile che lo tra ... volgeva, sussultammo di gioia. Molti di noi l'ave ... vamo conficcato nelle carni il vegliardo glorioso, come sostanziale parte di noi, sangue del nostro sangue. E quanti eravamo siciliani aggiungevamo a quel sacro fuoco d'entusiasmo ~uello che divampava dal1' orgoglio di ·saperci suoi conterranei, figli della stessa isola segnata dalla passione, dall'ardimento e dalla sofferenza. ~ lo lo ricordavo e lo ricordo - e ne ho una: vi... sione che, a tratti, assume vivezza allucinatoria -- nel declino della sua vita a Napoli o affondato nel suo landau alla passeggiata pomeridiana di Chiaia e Caracciolo o al Sannazzaro nel palchetto di cicloide di seconda fila a sinistra,' intento allo svolgersi dell'azione drammatica, colla mano destra facente schermo agli occhi della troppa luce. E . non è a dire come il mio cuore battesse a quella visione suggerente un senso di forza serena e invincibile analogo a quello suggerito dalla quercia possente. Era dunque lui, quel vecchio severo, il leggendario cospiratore, tess~nte la sua rete da Malta ·a Londra in continuo contatto con Mazzini e Fabrizi, ne' dì pieni diJati ! Era proprio lui quel Manuel Paredo, cittadino della Repubblica Argentina, come suonava il passaporto fornitogli da Mazzini, che, eludendo la sospettosa polizia borbonica, penetra in Sicilia nel luglio del '5 9 e vi resta 3 5 giorni, su e giù per tutte le città e cittadine sicule ad incuorare gli amici, a dare istruzioni, ad insegnar loro nuovi • modelli di bombe, a stabilire la data del 4 ottobre per lo scoppio dell'insurrezione in Palermo; e poi ritorna a Londra, ripassando da Firenze, per mutare connotati e passaporto, onde trovarsi a Palermo nel giorno fissato. E la delusione e il profondo accoramento suo, quando, di ritorno a Messina, apprende che il mQto è rimandato ad epoca da destinarsi I Ma egli non ,si perde d'animo ; ed eccolo a Modena a conferire, presentato d~l Fabrizj, col Farini, dittaBiblioteca G. Bi neo tore dell' Emilia, per un progetto d'invasione della. Sicilia con un gruppo di volontari garibaldini da raccogliere nell'isola d'Elba. Eccolo a Torino, a parlarne al Rattazzi, ad avere fastidi dalla questura, cui dovette dimostrare d'avere la cittadinanza americana ; eccolo a Genova il 20 febbraio del '60 ·con Rosolino Pilo e Agostino Bertani a scrivere a Garibaldi che si trovava a Caprera -e chiedergli aiuto per l'acquisto di fucili e pel noleggio d~un bastimento, che dovesse trasportarlo in Sicilia. Ed ecco il ·4 aprile : i Francesco Riso con una mano afferra e tir~ la cam-: pana della Gancia e con l'altra sventola il tricolore. i Colpito da tre palle ali' addome ed una al ginocchio l egli stramazza al suolo, ed esala l'anima eroica, gri-: dando : Italia ! : 1 I L'insurrezione palermitana è doma, ma d'allora·'. la figura del Crispi giganteggia sempre più sublime i sul fiammeggiante orizzonte della rivoluzione sici- .. liana. Garibald.i tentenna, vede fosco, fa previsioni-~ catastrofiche; Medici lo dissuade, ed ecco Crispi a realizzare il suo sogno giuocando di aud-acia, a forza; · di audacia, puntando, disperato giocatore della pa--; tria e della libertà, sul destino, donde la mistifica-~ zione eroica de] telegramma a firma di F~brizi da , lui redatto che persuade e fa decidere ali' impresa i il Liberatore. Oh ! era proprio lui quel vecchio se-1 vero, che se ne stava là a sentire le mediocri" vicende· di mediocrissime,vite in un un dramma francese, lui~ che aveva suscitato un'epopea leggendaria '. Quando, novello Procida, · E più vero e migliore, innanzi e indietro Arava ei l'onda sicula ; Silenzio intorno, a lui su ' l capo il tetro De le borbonie scuri Balenar ne ·i crepuscoli fiammanti ; In cuore i dì futuri, . . Garibaldi e l'Italia: avanti, avanti! I } Sì, i versi del poeta salivano alle labbra dal cuore profondo, come alle labbra salivano le parole della lettera famosa in cui lo stesso Poeta consolava - I' Eroe delle ingiurie sofferte, dicendogli che solo l'oltraggio e il fiele alla sua grandezza mancasse, e questo elemento di gloria alfine gli fosse dato. Ma oh, con quale gioia, in quale interno tumulto, i versi e le parole del Poeta risalirono ancora dal nostro cuore quando i tempi furono maturi e l'ora battè sul quadrante della storia e l'ombra grande ritornò indigete nume della patria, a proteggerla ! LEONARDO GRASSI , .. '
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