Vita Nova - anno III - n. 12 - dicembre 1927

, r IL CITTADINO È NATO . Cittadino nuovo, levati, hai v.ita. Cammina, ,in,fine.. Tu inauguri una benefica era, una f.econ 1da civiltà: La società sei tu; ,il mondo politico sei tu, i,l potere sei tu. Va. Travaglio millenariio questo che porta alla scoperta del cittadino. Ch-e cos'è il cittadino ? È l'origine del potere, il fondamento dell'autorità civile, il principio d'ogni politica. Poter,e, autorità, politica anch1e le teorie assolutiste e teocratiche hanno fatto derivar sempre dal cittadino, dal popolo di cit- .tadini, .sia pure attraverso la finzione giuri,dica .deìla translatio protestatis. Ma chi è il cittadino ? Son tutti cittad,ini o po,chi ? . Dramma secolare, ch,e ha agitato cerv,elli di filosofi .e società tutt'intere, èhe ·ha provocato rivoluzioni e reazioni, sistemi e teorie, passioni e schiavitù ! Si nasce cittadini, come si nasce nobili, per privilegio er,editario ? Si è cittadini tutti, ma se ne è per,duto il titolo in grazia di uno spontan•eo dono al principe od al Papa ? Si è cittadini solo a patto di p1 osse,der titoli di casta e beni ,economici ? Oppure son cittadini tutti, tutti universalmente, .senza d1istinzioni, senza limiti, senza pregiudiziali di sorta. grazie solo al ,diritto di natura, grazie solo al fatto che si ,è nati, che si è uomini, che si vive nel mondo? I vari tipi di società sono stati caratterizzati da qu-este varie soluzion1i d,el problema. Il mondo romano,· il medioevale, queU~ di mezzo, il secolo XIX sono inchiodati alle quattro soluzioni. L'ultima era parsa defin 1itiva: Pareva iniziativa davvero della modernità. Illusioni, sogni, rivoluzioni, sistemazioni dii popoli, orientamenti della storia son partiti da queUa. Era la vera? È il destino di coloro che si appagano delle soluzioni, qu,esto. Altro! Il mondo è fatto di problemi. Viver,e è valutare sempre daccapo e riporsi sempre le questio_ni com,e non risolte. C·' è per,ennemente un tarlo che rode i sistemi, che non son mai compiuti ; c'è s1empre un pungolo, che aizza ad agire a riveder le conquiste che non son mai tali. La storia non to1lera ent•ità fisse, non soluzioni definitive. Verrà -il giorno che l'edificio crollerà. Ed il giorno è venuto. ·Cittadino è colui ch,e produce ; colu.i che s,i rende utile alla nazione, che esercita una professione, un meJ stiere, un'attività sana; e che, come tale, è inquadrato nelle organizzazioni nazional 1i dei produttori. Colui solBiblioteca G·no Bianco tanto avrà il diritto di regolare la vita politica de.I paese, di nominarsi i suoi cap 1i, di eleggersi i suoi rappresentanti. Leggete le deliberazioni del Gran Co,nsiglio sulla nuova rappresentanza : voteranno alle elezioni po-· litich-e solo g,li iscritti alle F ederanioni di produttor~; saranno eletti solo- coloro che rappresentano categorie di interessi o speciali categorie nazionali. Che vuol dire questo ? È poco ? O non è qui davvero una delle più grandi rivoluzioni, non già apportate ,in seno al fascismo-, ma nella società moderna tutta quanta ? È la r:iS<:ossadel secolo XX; è ila riscossa della ragione, d,el diritto, della giustinia sociale. I principii dell '89 sono superati. Il naturalismo astratto è soppiantato da ·un sano realismo etico, giuridico, economico, politico-. Dopo gli ecc,essi viene la ragion-e, il riposo, l'equilibrio. Alla follia contrattualista e nmanitarista subentra la logica che non tollera deviazioni o pervertiÌn1enti. LI grande dra~ma, che ha agitato per trenta secoli alm,eno l'umanità - il dramma della ricerca del soggetto pr1imo del diritto, dell'autore primo ,della politica - è superato. Era parso che la rivoluzione francese avesse detto l'ultima paro,la: i diritti degli uomini sono tutti uguali; e tutbi gli uomini sono uguali. Evviva il nuovo dogma I Ma la rivoluzione dell '89 era una reazione cieca. Celebrava il diritto ,naturalé, che voleva abbattere quello divino; esaltava 1il cittadino in ogni uo1no, capovolgendo l'assolutismo, che da teocratico voleva diventare d,emocratico. La riscossa era stata, invero, iniziata da tempo; dai primi moti comunali ed eretici del duecento in Italia; dalle teor:ie roman,istiche e dalle grida delle folle oppresse, ch,e volevano liberarsi dall'oppressione feudale ; dai capipopolo eroici del primo r1nasoimenL.> e ,dalla filosofia naturalistica del quattrocento, che ~opri va ne.Il' uomo l'ero-e, il fattore del la sua storia e di rutta la storia. Il naturalismo voleva significare lo .;vincolamento dall'assolutismo, il predominio d,ele classi borgh,esi, I' abbattim•ento delle monarchie assolute : mov1imento rivoluzio,nario et,emo, senza un freno, senza un limite. La rivoluzione inglese tentò frenare questa esplosione nel primo sistema rappresentat,ivo moderno ; ma i teorici plebei francesi lanciarono al mondo gl · immortali principi: viva il po-polo tutto! viva l'uguaglianza! È suonata l'ora della giustizia ! · Il secolo XIX s'è illuso in quest'ideale. Il suffragio, senza distinzione e senza .limiti, è parso l'ultima conquista del mondo moderno: 1il governo è di tutti ! il 1diritto a darsi leggi, a farsi partecipi della vita politica non conosce qualità. I conservatori, certo, sono battuti. Tutti gl 'idoli sono jnfranti ! Ma il nuovo :idolo ' . ·1 ) e, poi, 1 vero.

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