Vita Nova - anno III - n. 12 - dicembre 1927

VERSO CAMPOFORMIO (DAI RAPPORTI AUSTRIACI) 799 di Buona Speranza. Ormai 1 i,l Mediterraneo non è più il centro della ~ita europea, anzi mondiale, ma un !ago chiuso entro cui non si svolge più necessariamente tutto j I traffico. Comincia l'epoca delle colonie. Le grandi naZJionicercano ampi territorii di sfruttamento, vaste distese di terra feconda e ricca di boschi, di spezie, di metalli preziosi e di uomin:i. Ali' antica forma d,i emporio commerciale dei Genovesi e dei Veneti, semplic~ punto di appoggio per il traffico tra (niente e Occidente, si sostiruisce la colonia transoceanica dalle ricchezze sconfinate che richiedono però enormi mezz.ii per lo sfruttamento. Ogni stato vuole una flotta suà, un commercio suo, e vuole riser-- bati soltanto per sè i prodotti e gli scambi con le sue colonie. Occorre per tali sviluppi Ulll• attrezzatura ca-- pitalistica di cui dispongono soltanto ,gli .stati più grandi. Si inizia jJ predominio delle grandi unità nazionali: Spagna, Franoia, Inghilterra. L/Olanda può resistere ancora soltanto perchè ha di fronte a sè- il mare aperto. Venezia è bloccata. Incapace di un più ampio respiro, vede sfuggire dal suo porto i,l traffico internazionale. Chiusa nel bacino mediterraneo e insidiata tra l'Austria e la Francia in Jotta per ~l predominio mondiale, irrig.idita nelle sue istituzioni ormai antiquate, non può resistere a questa lotta dj egemonie tra grandi naz.iioni. È una nuova organ,izzazione sociale, un nuovo modo di fare la guerra, una ;nuova diplomazia, e Venezia manca di qudle ba.si_su cui sorgerà il mondo politico ed economico moderno. Nel 1468 perde Negroponto, nel 1570 Cipro, nel secolo XVIII gli ultimi possessi, nel 1718 la Morea. Anche in Italia, comincia una sorda concorrenza contro il suo primato commerciale. L~Austr~a tende a favorire Trieste. Sorge il porto franco di Ancona. Venezia ormai v,ivrà 1 fìnchè non le verranno a mancare quelle riserve di energ:ia e di ricchezze accumulate daU 'opera secolare dei suoi abitanti in un'esperienza millenaria (1 ). Ma ormai ,non crea più nulla, v1ive di rendita e quindi è un organismo parassitario. Poi cadrà a&- sorbita dai più forti. E chi la mercanteggierà non potrà essere accusato di ,immoralità o di malvagità. Obbedisce ad una ,legge storica ineluttabile. L'uomo a cui spetterà questo compito è il Bonaparte, sensibile soltanto ai valori attuaJ:i e non a quelli 5torici come ( 1 ) « Aumenta lo sperpero e la miseria. A chi appoggiarsi? Sul popolo~ Ma non conta. Sui borghesi? Ma non hanno nulla da pro-- porre. Sugli elementi rimasti sani del patriziato ? Ma i migliori rimasti · non vedono altra ancora di salvezza che l'esempio del passato·. AlVenez.iia. Questa doveva necessariamente sco1nparire, ma gli ultimi guizzi di una resistenza disperata avrebbero almeno reso eroica la sua fine. Invece quel che allora mancò sopratutto fu la volontà di combattere. La terraferma era devota a S. Marco profondamente, le miljZ!ie schiavone avide d,i combattimento, forte abha•stanza la flotta e ancora ben fornito I' arsenale di armi e di maestranze esperte per una lunga tr a<lizione. Quello che può fare una città che desideri ardentemente di combattere lo vedremo a Venezia nel '48, ma intorno al 1797 mancava invece nei capi e nel Senato ormai infiacchito ogni velie ità di lotta. Era una classe minata dal germe del!la decadenza, che andava perdendo la sua attività dirigente. Sorge al suo posto la borghesia, con ideali nuovi, senza uno stile poliitico ~ senza una tradizione. Democratica per intuito e per necessità, si schiera di fronte ali' antica aristocraz.iia avvizzità e al popolo, ,da cui interessi moltepl,ici la separano. (1 ) Essa prende in mano il governo della nuova democra2;ia., ma inesperta del pubblico maneggio, fa piuttosto della rettorica ~he della politica, e rimane asservita ai Francesi. Solo nel popolo, ancor sano costÌÌl:lzionalmente, si perpetua la gloriosa tradizione della Serenissima. Al grido di « V,iva S. Marco» si ribell~ e strappà Je coccarde tricolori ; gli operai deJl 'arsenaie vengono spesso a conflitto con i giacobini e con i France.si, ma nulla possono le masse che un lungo governo oligarchico ha di~interessato alla vita pubblica, senza capi e senza organizzazione. Così crolla Venezia per Wl lento male organico delle sue classi dirigenti, mentr~ il popolo è sano ma impreparato. Si risveglierà 50 anni più tardi. La repubblica aristocratica, per affrontare la .crisi tenta di rinnovare le sue istituzioni e compiere l 'inverso della Serrata del Maggior Consiglio; ~ ~rmai è tard•i. Non si r,imedia con una legge al decadere <li una aristocrazia e di un sistema politico. Nasce all 'ombra -di Napoleone la nuova Repubblica democratica alla francese, astratto trapiantamento in Italia di id.ee astratte d'oltre Alpe, ma nasce morta. Il bilancio è in deficit, comincia la carestia tra il popolo .che mormora; lo Stato, indebolito, si disinteressa persino della difesa ~ei cittadini ; la C,isalpina si rifiuta di aggregarsi V enez1a. La situazione è disperata e sono j primi i municipalisti ad accorgersene. Questa era la situazione di V enezia prima di Campoformio. lora in arringhe enfatiche si evocano i grandi ricordi, o si proibisce - (1 ) Si lamentava il popolo di ricevere soltanto dei benefici astr~tti l'ingresso alle mercanzie straniere, e si ordina che i caffè siano chiusi di libertà, uguaglianza e fraternità, mentre il pane, il vino e la carne · alle due del mattino. E tutto continua come prima ». (Monnier, Ve-- crescevano di prezzo. Questi argomenti venivano opposti agli orator niae au XVIII siècle, pag. 368). Giacobini delle « scuole patriottiche ». ANGELO PIERO SERENI , Biblioteca Gi o ne . •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==