Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

. \ ECHI E COM~1E·N·r1 . Solidarietà fascista. Da alcuni mesi la stampa fascista è presa da un nervosismo che ·assume spesso for·me assai strane e pericolose. In essa domina una ipercritica che si risolve ,in una maldicenza sistematica contro persone e cose de·l fascismo con grande gioia deg,li antifascisti, che sono tutti intenti a spiare le crepe vere o supposte del possente organismo politico che il Duce ha saputo creare. Insolenze ed ingiurie atro- . , . . . . . c1 s 1ntrecc1ano quasi ogni giorno sulle colonne dei nostr,i giornali come se un profondo abisso dividesse i nostri camerati, e a sfide succedono sfide con un crescendo spasmodico. C'è nell'aria qualcosa che .turba gli animi ed è una pas- . . . s1one esasperata per 1 propri convincimenti, di cui non si vuol far gettito per amore della grande causa, che è la creazione dello Stato Fascista uno, armonico e possente. Tutto ciò è do,loroso, ma noi abbiamo fiduoia nel senso di responsabilità che non può non animare i nostri camerati giornalisti, perchè uno spettacolo co,sì poco edificante · abbia una volta per sempre a cessar.e. La solidarietà fasci sta non deve essere una vuota espressione, ma una cosa viva e reale. I fascisti debbono amarsi ,e aiutarsi. Questo è il primo imperativo etico. Se altrimenti facessimo, vedremmo rialzare la testa d,ei tanti nostri avversari che oggi affettano una maschera impassible ed impenetrabile, ma che domani potranno mostrare i denti e le unghie. La cr,itica ha i suoi diritti, ma per far la non c'è bisogno di alzare :la voce per sopraffare quella degli altri e, quel che è peggio, coprire d,i fango i presunti avversari, che sono poi nostri camerati, i quali con i loro immancab·ili difettii hanno anche i loro meriti, e talora grandi. Questione Romana. Ritorna a galla la questione Romana con discussioni e proposte che non presentano nru!lla di nuovo. A. Mussolini ha ragione: noi in questa questione siamo sempre allo stesso punto di prima, perchè due logiche sono in contrasto reciso, la log,ica della Chiesa e quella dello Stato. Ora la conciliazione del1' una e dell' altra è un problema non dissimile da quello della quadratura del circolo. C'è, è vero, chi sostiene che il moto è quiete e viceversa, e quindi trova possibile una sintesi armonica tra lo ·Stato e la Chiesa, ma noi che abbiamo soltanto fede nel moto, che è ·ciò che propriamente si chiama divenire o d,inamismo, rimaniamo fermi nella nostra iidea che una tale sintesi è irrealizzabile, aJlmeno idealmente. Metodo storico. ~ stato detto da un giornale fascista che fino a pochi anni fa si seguiva nelle scuole medie per l'insegnamento della storia un metodo protestantico.. che consisteva nel dir male di ~tti i Papi. Questo è molto es~gerato, perchè, tranne alcuni d,eplorevoli casi d,i settariismo · demo-massonico, la maggior parte dei professori di storia nelle scuole medie insegnavano seriamente la lo,ro disoiplina. Del resto, che bisogno abbiamo noi italiani di ricorrere ai protestanti per narrare le vicende di taluni Papi ? Per fortuna abbiamo avuto grandi critici e storici come V alla, Machiavelli e Guicciardini che non furono per nulla protestanti, ma che dei Papi ,dissero quello che dovevano dire, p-erchè la storia è· stor,ia senza ag- . . gett1v1. Nuova Massoneria. Il fascismo ha combattuto e continua a combattere la massoneria, ,, Biblioteca Gi Bia· co , perchè essa rappresenta la corruzione di tutta la vita politica italiana. Ora è triste dover constatare che alla vecchia massoneria è succeduto un'altra massoneria ,molto peggiore delJa prima e costituita da gente ch,e del fascismo è avversa- ;ia insidiosa e nascosta, ma che del fascismo si serve per ottenere grandi favori. Le porte e i portoni di alcuni Ministeri si spalancano subito a codesta gente, la quale ot ... tiene tutto ciò che vuole ·menando vanto della propria potenza. Agli intrighi dei · vecchi massoni sonosucceduti gl 'intrighi dei nuovi mas-- soni, ·ch,e ridono dei fascisti d•i pu-- ra fede spesso perseguitati soloperchè tali._ Per ora ci Limitiamo a questo richiamo, ma se occorre faremo il nome cli certi pezzi grossi che ad ogni occasione con un rettorismo e una piaggeria avvilenti sbandierano il loro lealismo fascista, ma per fare i propri comodi e per crearsi un alibi se il fascismo - Dio sperda il cattiyo augurio ! - cadesse. Volgaris,simi profittatori ch,e hanno trescato con tutti i partiti e con tutti gl:i uomini dei vecchi regimi, ma che con la loro improntitudine di -servi nati e cresciuti sono riusciti ad accaparrarsi posti delicati ed importanti nella gerarchia fasci sta. Ma in proposito noi attendiamo dal Grande Consiglio, che si r.iunirà prossimamente~ delle grandi e confortanti novità. · Rispettiamo l'ingegno. Parecchi nostri camerati che han- ·no il divino dono. deHa giovinezza fisica, che noi - oh, quanta melanconia! - non possediamo più, papineggiano a tutt' andare : essi buttano giù - o meglio credono di buttare giù - gli uomini d'indiscusso ingegno, i quali per la cultura italiana hanno creato opere solide che sfideranno il tempo. A noi piace la polemica vivace, anzi rite-

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