FRA LE RIVISTE · In un chiaro artico,lo, che prende lo spunto ,dalla dichiarazione del Duce : Il fascismo è la continuazione del Risorgimento, Herert Van Leisen coglie alcuni a- . spetti essenziali dell'anima italiiana I a cui vita spirituale è stata per un secolo dominata da una sola idea: compiere la unità nazionale. « La virtù d,ella razza, le qua1,ità migliori del genio nazionale, osserva l'articolista, erano opposte a questo ideale : in una parola la italianità combattéva I'.italiano. Il 'Sentimento religioso, che in Italia si esp1ime col rispetto delle gerarchie e dell'autorità tradizionale della Chiesa, spingeva iii popolo a lottare per difendere il potere temporale del Papato, le sovranità di Napoli o di Parma ed :i f.eud.i del1 'Austria. Contro la politica del Piemonte le. virtù tradizionali del1'ita•liano erano alleate dell 'Austria. Cavour vide ,il pericolo che bisognava prevenire ed adottò i principi i della rivoluzione francese e del liberalismo anglo-sassone, che potevano servire come med:i- ·c,ina. In nome d,ei diritti dell'uomo e della sovranità popolare egili potè sollevare le provincie contro il do- . m1n10 straniero ». Ma la nazione risorta in nome di quei princip,ii ch,e non rispondevano alle esigenze del suo spirito ed alle difficoltà del.la sua prima vita unitaria e1 bbe le ,istituzioni lo- -gore prima ancora che avessero comunque servito. Il Leisen sorvola 1'esame del travaglio democratico e parlamentare dell'anteguerra, si limita a constata1e che con l 'occupazione di Roma la rivoluz1 ione nazionale sembrò finita. Furono i nazionalisti che recla - marono la guerra « per il nuovo risorgimento· e l'intervento dell' Itali a a fianco degl,i alleati per compiere l'unità » mentre i ,liberali u... niti di nuovo ai socialisti, combattevano ancora una volta le speran- • ze della Nazione ,in nome degli stessi principii che li avevano portati qualche anno prima a condannare le imprese coloniali. Al principio della guerra i,l termine lotta delle classi non aveva in Italia lo stesso significato che quello che gli era generalmente attrjbuito negli altri stati europei~ Non si tratta va nè di classi sociali, nè di una ,lotta fra padroni ed operai, ma di du•e classi civ,ili; l'una austriacante, che non voleva la guerra, come sarà contraria a1d ogni riforma, dopo l'armistizio; · l'altra rivoluzionaria e nazionalista decisa ad applicare alla lettera le parole del Corradini : Fare un nuovo risorgimento esterno ed interno. Il Leisen osserva eh.e uno dei grandi meriti del nazional,ismo fu appunto quello di intuire la forza e la salute della provincia, senonchè durante il periodo bolscevico esso non potè avere grande potenza politica soprattutto perch1è impegnato con i suoi dementi migliori nella lotta per Fiume. Sorse così iJ Fascismo « con una dottrina assai più agile che quella del partito nazionalista ». cc Tre grandi idee ge~erali formavano ,da sole tutto il suo programma ideologico. Ali 'interno affermare che la Nazione esiste come una realtà benefica; creare delle gerarchie nuove ,per sostituirle alla vecchia ar,istocrazia au~triaèante rimasta al potere nonostante il Risorgimento. Ali' estero organizzare l'emigrazione, trovare nuovi sbocchi, fare rispettare i dir1 itti del~ la Nazione ». Non una parola sulle cause d,el collasso postbellico e sulle ragioni .interne ed ester.ne, che determinarono la sconfitta diploma,.. tica, ed è naturale. Il Leisen passa rapidamente ad impostare il problema di uon1ini e di tendenze, che preoccupò il fascismo dopo la Marcia su Roma fino a tutto il 1924, problem~ che Bibl·oteca Gino I n O I egli impersona soprattutto neil "atteggiam,ento di due ·uomini : Giuseppe Bottai e Roberto Farinacci. La tendenza del Bottai e di Critica Fascista ha avuto, osserva l' articolista, la sua v1 ittoria ed ha sal-- vato la rivoluzione, che « minacciava di degenerare in un semplice colpo di Stato >>. Osservazione indubbiamente giusta alla quale però sfuggono elementi contradditori e diversi, che pure hanno avuto peso enorme nella determinazione e nel-- la chiarificazione rivoluzionaria. Il Leisen, che è uno studioso di cose nostre ed ha il merito di avere portato il suo granello alla buona battaglia, non con•sidera lo svolgimento d,ella r.ivoluzione fascista nel processo int,eriore di sviluppo del pensiero ·del suo grande Capo, ma soprattutto nei riflessi esterni, che spesso da lui provengono. E francese e nazionalista non può nel fascismo vedere se non al f enome- , no che « coJ consenso unanime del popolo italiano » realizza « I' ideale di tutti i partiti rivoluzionari nazionalisti, che, da u•n quarto d-i secolo, hanno reclamato un cambiamento di regime ». *** L'importanza della v1s1ta di Re F aud I a Roma è esaminata sul Giornale di politica e di letteratura di Pisa da Ettore Rossi, che studioso ,di problemi orientali e mediterranei, anche altra. volta aveva nello stesso perio,dico prospettato in un ampio studio le vicende, gli a~p•etti, i problemi e ,I'importanz:i · d-ell'Egitto moderno. « La crisi a cui va incontro l 'E-- gitto e dalla soluzione della quale dipende il suo avvenire, osserva il Rossi, è la graduale trasf ormazione d-ei suoi rapporti con l 'lnghi,~-- terra, gelosa custode della propria influenza nel paese e della sicurezza del canale di Suez, e con l t·~
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