Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

BOLOGNA 3 piene di così sottile e profonda poesia, che quando lasciate Strasburgo e traversate la frontiera ed arrivate di notte ad Saarbrucken in un albergo tutto tappezznto di stoffe, tutto s.office di tappeti, . tutto pieno di fracks che vi si inchinano con un rigido gesto di 35 centigradi, e poi entrate nella camera, anch'essa tutta tappeti e stoffe, e cadete sul letto troppo soffice, tutta quella poesia dell'Alsazia vi ritorna nel cervello e nel cuore e vi da subito appena entrati in Germania, la nostalgia della la- . tinità. Saarbrucken, capitale della Saar. Dice il trattato di Versailles : « La Commissione di Governo del bacino « della Saar rappresenta quasi l'estrinsecazione de- « gli alti principii, che hanno dato origine alla crea- « zione della Società delle Nazioni e che debbo- « no dirigere la sua. opera di stabilizzazione della « pace e l'ordine metodico .... » Signore e signori, è con molta modestia in quello che possa valere il mio giudizio personale, ma è con pari sincerità, che io penso e vi dico, che se c'è oggi in Europa, come c'è una teoria di ragioni che potremmo dire accese, le quali consumano le congiunture di quella impalcatura effimera, che nel 1918 gli Statisti di 29 Nazioni ..... hanno eretto certamente in buona fede (ma voi sapete di chi sia la virtù, la buona fede) una di queste ragioni la più viva· d 'alte calorie devastatrici, è proprio l'invenzione del territorio della Saar. Per arrivare a Saarbrucken da Strarburgo, si passa una frontiera che non è frontiera, e si entra in un paese che è tedesco per lingua ; per vo- . lontà fermissima, per costumi e per religioni e che non appartiene alla Germania, ma è governato da 5 Membri nominati dalla società delle Nazioni; che ha una Gendarmeria sua ma ha anche i soldati francesi ; che non è insomma, nè libero nè soggetto. , E' la Saar. Oltre a quel principio teorico ineffabilmente wilsoniano, che vi ho citato più sopra, il trattato di Versailles contempla per la Saar la possibilità, dopo 15 anni di occupazione, di una annessione alla Francia. Già, perchè se la politica di Locarn~ e di Thoiry non dovesse sortire alcuno di quegli effetti, ·che la paura ·dei signor Briand e la furberia teutonica del signor Stre,emann, si ripromettono, la popolazione della Saar sarebbe chi~mata ad un · Biblioteca Gino Bianco plebiscito nel quale essa dovrebbe scegliere tra una di queste soluzioni : ritorno alla Germania. annessione alla Francia, Stato Libero. Ecco, quando degli statisti riuniti in un con-- sesso di pace hanno così poco chiara la visione delle qualità etniche, psicologiche, morali della popolazione della· Saar possa, anche per un solo istante esitare, dinanzi alla scelta di una di quelle tre soluzioni, ecco che allora succedono, signori miei, tutte quelle cose che sono successe e che stanno succedendo, tra le quali altre anche questa : che dopo otto anni dal trattato di Versailles, la Germania vinta, la Germania che aveva mandati i suoi rappresentanti nel Castello dei Re di F rancia a capo chino ed aveva dovuto vederli passare fra una doppia linea di soldati francesi, coman- · dati da un ufficiale ferito quattro volte, il · quale al passaggio della nazione vinta aveva gridat'() « Le armi al piede » ! La Germanià che per la delin- . quenzale e smisurata ambizione del suo imperatore aveva çompromesso con una guerra, fortunata~ · mente per l'umanità, disgraziata, tutte le fortune di un popolo in pieno travolgente sviluppo, dopo. 8 anni la stessa Germania, signori, aveva potuto · raggiungere quel grado di prosperità economica, di baldanza morale, di sicurezza, per il quale il trattato di Versailles oggi non è veramente più se non un vecchio inutile pezzo di carta, e dopo 8 anni, la Germania, da vinta sta diventando vin- • • c1tnce. Ma io trasportato forse dalla passione, che _questo viaggio in Germania ha ridestata, non tengo l'ordine che vorrei e faccio precedere al racconto le deduzioni. · Guardiamo Saarbrucken. tranquillamente. Da sette anni dura l'occupazione francese, ebbene non trovereste uno solo di quegli abitanti che parli o comprenda il francese a pagarlo in marchi oro. Piuttosto vi parlano a segni. · Eppure corre, quale moneta ufficiale, il franco. Ma si se~tono tanto tedeschi, questi ottimi citt~dini di .un distretto quasi internazionale, che concepiscono i marchi oro. Città ricca ·Saarbrucken, profondamente ricca. Sentite il .peso della ··sua opulenza, subito dalla linea esteriore delle case e dei palazzi ; dagli interni che si mostrano per le grandi vetriate ; dagli addobbi dei negozi e dei caffè. Se nelle vetrine dei negozi si mostrano le importazioni francesi, esse appaiono come frasforE • ' I \

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