Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

, I UNlVERSIT À FASCISTA universale. L'Impero è uno stato come qualsiasi altro e n9n h:i alcun diritto di sovranità fuori dell'orbita dei suoi confini. E nella penisola egli ·vede delle potestà statali che sono ormai in condizioni di perfetta indipendenza dall'Impero. Fin dal tempo di Filippo il Bello i giuristi francesi avevano affermata l'esistenza di Stati affatto indipendenti dalla sovranità dell'Impero, vale a dire superioremnon recognoscentes. T aie affermazione era stata fatta in seguito anche dagl'ltaliani colla formala di Bartolo da Sassoferrato civitas super non recognoscensest si1Jeprinceps, ma non mai senza qualche limitazione e qualche riserva. Nel Machiavelli, come osserva Francesco· Ercole, di queste limitazioni e risf rve non vi è più ,nemmeno la minima traccia. Gli · stati hanno acquistato ormai ai suoi occhi non solo l'autonomia ma hanno acquistato addiritura la loro sovranità : non l'han~o acquistata in norr.e di · una superiore sanzione ma l'hanno acquistàta nella real- . tà coll'imperium che ne è la sola caratteristica e ne costituisce il solo valore. Nessuno fino a quel Ql.Omentoaveva ,negato così recisamente l'astrattismo scolastico. Per lui non ha più senso alcuno la distinzione di Bartolo fra una dipendenza de iure e una dipendenza de facto. Ormai si ~ perfettamente dissipata ai suoi occhi l'ombra teologica dell'Impero : è ç,aduta no~ soltanto l'autorità effettiva dell'l~pero ma è caduta addirittura l'ideologia imperiale di~un diritto ·di sovranità dato ·da Dio ad una suprema potestà per il compimento di un divino disegno sulla terr~. Uno Stato per il Machiavelli ricava il suo diritto di esistere semplicemente dal fatto che esiste, dalla funzione esplicata nella realtà e dalla realizzazione dell'effettivo impero nella Storia. La Storia della realtà gli appare, svestita di ogni superstruttura morale, come un gioco di forze, come uno svolgimento di virtù che attraverso i contrasti e gli equilibri di contrasti creano, mantengonb e abbattono i poteri sovrani dei governi ed i reggimenti dei popoli. Ogni Stato risulta sempre da una . vittoria della virtù sulla fortuna, dalla virtù di un uomo o di un gruppo -di uomini, che ha saputo con buone leggi mantenersi il favore interno e con sapienza bellica e diplomatica respingere le insidie all'estero e aumentare anche la potenza. Lo Stato non ha più alcun fine religioso al quale debba orientare la sua attività politica. Ar1zi la religione diventa ~ssa stessa un'arma per l'attività politica dello Stato, un mezzo .del quale lo Stato si può e si deve servire per dare un valore santo alle sue leggi e Per assicurarsi cosi l'obbedienza e la devozione degli in~iv_idui.· Il fine dello Stato insomma è per il Machiavelli nello Stato stesso e quindi la sua attività politica non può essere informata che all'idealità di una virtù perfettamente scevra da qualsiasi · preoccùpazione di trascendenti fini morali, perfettamente disposta alla lotta contro la fortuna e alla conquista dei suoi ·beni. P.er Machiavelli, uomo del Rinascimento, i Coml:lni e le Signorie hanno ormai la loro perfetta indipendenza de iur.e e de facto : sono indipendenti non solo dalla potenza dell'Impero ma anche dalla sua trascendente legge morale. Ma Machiavelli supera il Rinascimento perchè comincia a cercare per la pr.ima volta la giustificazione morale della politica nella politica stessa, per la prima volta addita nella formazione di uno Stato nazionale una finalità capace di ricombaciare l' amoralità colla virtù. Così ci spieghiamo che noi ( possiamo oggi ben sentire nel Machia"elli un grande precursore del nostro realismo moderno che non ha più bisogno di deformare l'attività politica, di tradirne metodi e fini per servire ad un'idea morale, in quanto che ha trovato quest'idea morale precisamente nella realtà della storia, nel gioco degli interessi e delle forze che ne determinano il cammino. Così si spiega che noi sentiamo in Machiavelli palpitare come in una anticipata divinazione questa nostra moderna coscienza politica che contro tutte le moralistiche utopie internazionali ha affermata l'immanenza del valore hiorale di umanità coll'interesse della nazione. Questo è il valore essenziale del Machiavelli: il valore di cui hanno subito il fascino anche quelli che non hanno intesa la verità potenziale viva e latente nel suo realismo e ne sono stati feriti, e quindi l'hanno condannato oppure hanno cercato di giustificarlo con ragioni estrinseche e persino cori deformazioni. Ora però esaminiamo anche che cosa manchi al pensiero Machiavellico perchè possa rendere attuale ed esplicita la sua verità latente. * * * Errerebbe di molto chi attribuisse al Machiavelli l'idea di Stato Nazionale nel senso nostro della parola. Per lui lo Stato Nazionale è puramente un fatto che può essere e non essere; ma non è un 'idea che viva concreta nel fatto e ne rappresenti ► un valore per la vita dello spirito. Egli osserva bensì che altri po.poli sono uniti in uqo stato nazi1Jnale e '

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