Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

• UNIVERSIT A FASCISTA ma intangibile, oggi è aperta alla religione. Almeno~ la porta è aperta. Bisogna ·che entri. E per verità non si può negare che duri fatica a entrare. Colpa di quelli che vi sono dentro le la conducono ; nei quali non è ancor morto il vecchio italiano. Ma colpa anche, conviene anche dirlo, di · quelli che son fuori e devono entrare. E non si contentano di 1 quel che hanno ottenuto, e vogliono altro, . e voglion troppo, e destano l'apprensione e il sospetto di quelli che nella scuola vogliono sì la religione, ma vogliono anche la cultura, e cioè la riflessione, la critica, il pensiero. E quindi insegnamento religioso dommatico nelle scuole elementari sì ; e poi, più su, insegnamento di religione sì, ma storico senza disciplina e limiti e divieti che mortificano e impediscono la libera formazione della mente ; che religiosa che sia deve aprirsi a tutte le correnti di pensiero, e intendere tutte le forme e gli aspetti dell'umanità, e farsi gradualmente universale, e cioè educarsi, diventare sempre più riflessa e padrona di sè. Chi deve entrare perciò sta ancora lì sulla porta, e non si ritien soddisfatto, e domanda, e no~ ha fiducia del pensiero, a cui le scuole nel loro sistema e sviluppo vanno lasciate : perchè, tanto, , son sue, si voglia o no. E in ogni· tempo sotto qualunque regime, e quale che fosse il proposito . . degli uomini, esso solo vi ha dominato. Abbiamo E col problema scolastico s'intreccia, anzi s'immedesima, in certo sen.so, quello dei ,·apporti fra Stato e Chiesa. - Problema che qui posso semplicemente accennare ; ma che non si può tacere se si vuol porre ne' suoi termini concreti e attuali il problema religioso dell'Italia d'oggi. Noi fascisti, tutti, diciamo che lo Stato è una sostanza etica : e vogliamo dire che non è una forza esterna alla coscienza dell'individuo, un meccanismo estrinseco, che cada sulla testa e sulla volontà del cittadino. Così lo Stato non avrebbe valore ; e non potrebbe mai presumere con le sue leggi d'im- .. porre al cittadino un sacrifizio, anche quello della vita, che avesse mai un valore morale come atto spontaneo. Il Capo dello Stato può chiamare i cittadini alla guerr~ in quanto la sua volontà la stessa volontà dello Stato, sia la concreta ' taria espressione della volontà dei singoli : la . . ' c1oe • un1·- loro · stessa volontà. La volontà dell'individuo, in quanto - via via si determina come quella volontà sovrana, in cui gl'ind1vidui convengono e si unificano, è volontà reale come quella d'ogni individuo : anzi la stessa volontà nella sua massima realtà ed effìcenza. Niente di astratto, ma la maggiore concretezza possibile. E in quanto volontà universale, conciliatrice degli interessi e degli spiriti, realizzatrice di quanto nella sfera della vita comune regolabile con norme giuridiche è bene, essa è evip6rto lealmente la mano ; ed ecco si vorrebbe dentemente morale. prenderci tutto il braccio ; e si pretende che l'insegnamento religioso, come lo vuol impartito la · Chiesa Cattolica, dalle scuole ~lementari passi al- , le medie, per salire poi nelle università. E segni non mancano del concetto che si vagheggia, che anche le università debbano assoggettarsi a certa disciplina di carattere religioso. Concetto, che, a mio parere, i fascisti - voglio dire gl'italiani che lavorano alla nuova civiltà italiana. religiosa ma illuminata, forte progressiva, -aperta fiduciosamente alla potenza perpttuamente rinnovatrice del pensiero. - non possono lasciar passare : anzi devono combattere risolutamente, perchè sia chiaro, netto il loro programma religioso. I Bibliotec Gino anca Coaì concepito, lo Stato, non essendo nient~ di meccanico e niente di estraneo allo ·spirito in- .dividuale, è eminentemente educatore. L'interesse spirituale del singolo sbocca, si conchiude e si . attua· nell'interesse dello Stato. Tutto il contenuto I • morale della sua coscienza, nella sua ·universalità, è contenuto morale della stessa personalità superiore dello Stato. Che ha perciò una civiltà e uno spirito che la alimenta e una volontà che la pr~- muo ve e indirizza. Egli per" iò contiene e garantisce tutti i valori spirituali, la religione compresa ; nè può ammettere, senza spogliarsi d'ogni principio di sovrarìità, potere superiore a sè a cui esso perciò debba assogettarsi in nessuna parte del con-

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