BOLOGNA 7 sè, onde l'individuo si stacca col pensiero dal mondo esistente per farsene uno a suo modo, di cui egli si potrà vantare autore, lo spirito si viene alienando da ogni concezione religiosa della vita, che leghi l'anima del singolo a una realtà che la trascenda e la rinserri entro i confini della sua natura e delle sue leggi, prende l'abitudine di chiudere gli occh~ sugli aspetti più serii della vita, che fanno meditare e sentire la responsabilità di ogni minuto che si viva, e fanno piegare la testa e soffrire ; vagheggia una vita lieta, spensierata, senza pungolo di sacrifizio, senza ansie di beni ardui, senza pensiero della morte. Si professa la religione avita come forma da cui lo spirito è fuggito ; si è cattolici e si difende la Chiesa e la Fede tradizionale, ma senza ardore, senza passione, senza dolore,. da savii e uomini pratici del mondo. L'animo è nell'erudizione e nelle facezie, nell'arte e nell'arte del vivere; è anche nella filosofia; ma in una filosofiache non insegna a vivere, perchè non guarda all'qomo quale è, in quanto stretto da interessi e doveri alla famiglia, alla città, al mondo, . a Dio, ma sorge da un bisogno dell'astratta intelligenza che accetta certi problemi dalla scuola e vi si crogiuola, e intellettualisticamente li coltiva come materia di studio che ha il suo fine in se stessa. . Ci sono certamente spiriti d'eccezione. Basta ricordare Savonarola. La cui vita è fusione e unità tumultuosa appassionata d'individualità possente e di rel~giosità che si mescola alla vita morale e politica e la investe e infiamma e, nella fiera lotta tra -l'individualità del :frate di San Marco e la .. Chiesa e )e stesse forze politiche del tempo e in mezzo all'indifferenza degli stessi spiriti più profondi e consapevoli (esempio, il Ficino), lo trae al supplizio. Ma il rogo di Savonarola nella città fiorente di ogni arte più umana e più splendida del Rinascimento, nella stessa società di Lorenzo il Magnifico e di Niccolò Machiavelli, è evidente testimonianza di questa verità : che il Savonarola è la negazione dello spirito artistico e scientifico o filosofico a un tempo : spirito cioè che si affida con abbandono assoluto alle proprie forze, e vive di sè, i lioteca Gino Bianco una vita ricchissima, rigogliosa, alimentata dall'impeto stesso irrefrenabile della libertà ignara d'ogni limite, ma in una sfera astratta, subiettiva, indif- , , ferente perciò a~ grandi problemi religiosi, morali. della vita seria ; della vita dove ogni bene è un' aspra conquista ; dove la personalità del singolo s'intreccia con quella di molti in una comunanza. che richiede abn~gazione di sè, sacrifizio del particolare all'universale, dell'interesse privato al pubblico, del cittadino alla patria nelle arti della pace e della guerra. Gl'italiani del Rinascimento ebbero per patria Roma, lontana e trapassata, e l'intelligenza, la cultura presente. Quindi la grandezza dell'Italia del tempo; ma una grandezza unilaterale e difettosa. Una grande civiltà, ma astratta. Grandi individui e grandi intelligenze ; ma Stati deboli e volontà fiacche. E perciò gl'italiani rimasero divisi, discordi e divennero preda dello straniero. E a poco a. poco si inaridì in essi la vena di questa vita spirituale tutta subbiettiva ; e il popolo italiano decadde. Decadde perchè lo spirito si vuotò, e prese a oziare nella letterratura vacua e nelle accademie. Non ci furono più di quei liberi pensatori che nell'età eroica del pensiero avevano pagato con la vita la loro fede astratta. .Il martirio scomparve dalla storia italiana_ per quasi due secoli. Bruno, Campanella, i grandi filosofi utopisti~ che presunsero di potere professare e diffondere in una socie~à da essi praticamente ·disconosciuta perchè teoricamente ignorata una libera filosofia di vasto respiro, furono p dimenticati o perseguitati per secoli in cui la semplice menzione dei loro nomi divenne una colpa, un'empietà. Noi oggi,. dall'alto del giudizio storico, possiamo dire che essi nel loro eroismo ebbero torto : e il loro m_artirio fu necessario e perciò giusto. Fu giusto perchè filosofarono con l'intelligenza astratta, in un mondo tanto reale quanto è quello in cui ci trasporta la fantasia deH 'a1 tista ; senza connessione con la vita reale, in cui anche ad essi, come · a tutti gli altri, toccava di vivere. Bruno sopra tutto, il grande martire, il cui ricordo sarà sem- • pre sacro a quanti son capaci d'intendere il va-
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