Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

I "' • La • • cr1s1 e la trasformazione del diritto . I. - Da qualche anno, in Italia e fuori, l'allarme è insistente. Esso circola, con una grand-e tenacia, nel campo ristretto di una branca soltanto di studiosi, si propala specialmente i quegli scrittori, che hanno la mente aperta e l'occhio più penetrante. Il diritto è in crisi ! I vecchi istituti, i criteri usuali, le idealità, iche si sono ven,uti radicando nel ,secolo XIX sono tarlati alla base ; ordinamenti, leggi, principii giuridici si rinnovano ed il mondo del diritto geme sotto la spinta inesorabile della nuova formaz,ione storica ed. ideale, che urge I Chi è tanto cieco da non avvedersi di questo travaglio? Chi ·s'illude invano di fronte a questo dram,ma, che coinvolge forme politic:he e civili, ideali di vita e ordinamenti di popoli ? Il diritto è in crisi ! Occorre svegliarsi e far fronte a questa suprema esigenza, che è iinesorabile ! Da molti giuristi e pubblicisti di Francia, di Germania, d'Italia - e anche di paesi anglo-sassoni - I' allarme vien dato con una certa insistenza. I conservatori ad oltranza potranno ridersi di questa realtà, ma i più giovani hanno il dovere di guardare con leale coraggio al per.icolo, che è forse salvezza. In Italia specialmente la crisi è evidente. Dal giorno in cui da uomini di diverse tendenze ma di pari -elevatezi.a ~'ingegno - da Santi Romano a Pareto, da Panunzio a Gaetano Mosca, per dir isoltanto d,i alcuni - fu notata l'esigenza de:lla trasformazione e l' impresc•indibilità della crisi, molta strada s'·è .fatta, sino al .momento in cui ,il dubbio non è più possibile e la visione della verità è smagliante. Ancora pochi giorni fa ho letto, in rin program•ma per una nuova rivista di studi giu-- ridiC1 ed economici diretta dagli amici Ugo Spirito e Arnaldo Yolpicelli, ,la stessa enunciazione della crisi, la stessa volontà di apportare ad essa tutto lo studio e tutta i' attenzione possibile. Occorre, dunque, fermarsi un istante innanzi a questa constatazione e domandarsi la ragione, ,il perohè di questa colossale crisi, che investe tutto il mondo di ordinamenti, di idee, di prinoipii; tutto il inondo, forse, giacchè dal diritto - idea e positività - traggono luce ed aspetto le più grandi realtà della vita dei popoli. II. Innanzi tutto : ch,e cosa vuol dire « ciisi del diritto ? » Da questa frase si vuol denotare soltanto la insufli.. cienza degli ordinamenti positivi vigenti - codici, leggi, istituzioni, in atto - ; oppure si vuol risalire al concetto stesso del diritto, nel senso che, oggi, questo concetto è cangiato e non è più quello che ha domiBiblioteca Gino Bianc , nato nel .secolo scorso o del .secolo XVIII e via via ? lnsom1 ma si vuol dire che occorre soltanto cangiare, modificare, rivoluzionare le leggi esistenti che regolano i rapporti interstatuali (ed, anche, inte!nazionali); _o ch,e in via del tutto radica.le, un nuovo ,ideale del d1- ' ritto sovrasta il nostro mondo; un nuovo ideale, che, non solo modifica, trasforma i vecchi concetti, ma, pure, pone ·in una nuova luce l'essenza stessa, il significato intrinseco del.l'idea cli diritto ? . · Inutile farsi illusioni : le due ipotesi coincidono per- ·fetta-niente in una stessa identità, in una stessa realtà. · C1h-ecosa vuol d1ire modificare le leggi, gli ordinamenti positivi, se non vien modificato l'ideale stesso del diritto ! P-eichè si dovrebb.er~ trasformare gl 'istituti di diritto, che regol~no i rapporti tra i cittadini, tra gli organi d·ello stato, tra gli stati .stessi, se un nuovo, più giovane, p.iù consone alle nostre esigenze ideali non l'imponesse al nostro spirito ? Questo ,è davvero, in fondo, il punto di -concidenza di tutte le teorie del diritto : da quella id.ealistica a quella che propugna I 'insopprimibilità del diritto naturale, sebbene queste due correnti, che lottano da tempo per affermare la loro vittoria, se·mbrino jnconciliabili. Bisogna, cioè, considerare iii diritto natura-le non più come diritto, ma come momento etico della formazione del diritto ; presso a poco come l'ha definita J ellinek : oioè come d'anelito dei popoli, che mirano a liberarsi da alcunchè di oppressivo; per sorgere alla luce. La luce è il di1iitto vero; la legge, cioè, eh-e attua, afferma pienamente l'ideale concretizzato in istituti valid,issimi, che incarnano veramente il diritto. L'identità di diritto in diritto positivo è a questo patto solamente val,ido e cioè vero. Il diritto naturale, espressione della reazione liberatrice dei ceti oppressi, che .s' avvi~o alla li,berazione, rappresenta . una ,esigenza insopprimi:bile, è v•ero; ma, soltanto, non è diritto, perohè diritto è· validità uni·,ersale, norma, che .si attua con perfezione, legge che si estrinseca con pieno vigore ; ,ma momento etico, nel processo formativo del diritto, momento, che si manifesta nello slancio eroico, rivoluzionario, fattivo della stor,ia umana. Il diritto naturale esprime il· dra,mma inesauri·bile del diritto; include tutti i sistemi, tutti gl' ideali, tutte le rivolu2iioni: ma diventa vero diritto solo quando si realizza in istituti di diritto, in diritto positivo, che è vero diritto. La crisi d'oggi, dunque, è crisi totale ; parte dalla rivoluzione etica (che s'afferma attraverso la rivoluzione politica, sociale, e via via) per giungere alJa rivoluzione giuridica. La qua.le, in fondo, è la vera rivoluzione; e cioè la conclusione della rivoluzione, là fine del dramma, che diventa, poi, perfezionato nei suoi

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