Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

.. GEORGE BYRON E IL SUO MATRIMONIO INFELICE 581 Miss:ANNABELLA MILLBANK lei : angelo, rnarti- . ' . re, v1rtu incarnata! Non è chi non veda lo stridente contrasto di tale magniloquenza con la realtà. Sta di fatto, comunque , che , seguito il divorzio, Byron, calunniato da tutti i giornali, se si eccettui l 'Examiner da cui fu difeso a spada tratta, fischiato alla Carnera dei Pari, insultato per le vie, impossibilita- . to a mostrarsi a teatro, stabilì di esiliarsi da un paese che non avea per lui se non crudeli rimembranze. Gli affari andavan .male ed egli, pur con molto dolore, fu costretto a vendere l'Abbazia di Newstead. Restituì ai Millbank la dote avuta per Annabella, nella misura del doppio (e dire che lo si era accusato di essersi sposato per interesse !), si congedò dai pochi amici che l 'avean sostenuto - tra cui, sopra gli altri, Sir Egerton Brydges e una sola donna, Lady Jersey - e detto addio alla terra natia che mai più avrebbe dovuto rivedere, a quella terra che teneva la sua piccola Ada, diciotto mesi dopo il matrimonio, nella primavera avanzata, cioè, del 1816, partì pel Continente, carico d'angoscia e di disperata amarezza. *** Se la satira contro Mrs. Charlement è piena di fiele e d'acre ironia, l'Addio che Byron dedicò alla moglie è così riboccante di tenerezza, di malinconia te di dolente tristezza, da commuover tutt'oggi il più spr.egiudjcato dei lettori. Il nobile monumento de' suoi dolori, l'elegia del congedo, fece dire a .. Madame de Stael : « Vorrei esser stata infelice come Lady Byron e aver inspirato al mio sposo i versi eh 'egli ha scritto ·per lei! ». · pensieri.! Confes-• seresti, alfìne, che fu ingiustizia il disprezzarlo co.- ' ' SI .•.. » E ancora: « Quando tu vorrai consolarti con tua figi ia, quando i suoi pri.- , mi accenti saliranno al tuo orecchio, le insegnerai tu a dire padre? .... Pensa a quegli che farà sempre voti ' J per la tua felicità! )) Pare, tuttavia, che versi si com- . TERESA GUICCIOLI (da un disegno moventi non aves- del Conte d'Orsay eseguito il 17 ottobre 1839) sero 'potere alcu- . no sull'animo ormai freddo ·e ostile di Annabella. Il .poeta, dunque, visitò la Francia, il Reno e la Svizzera, ove conobbe Madame de Stael; visse alcun tempo con Shelley, con la sua compagna e con un 'amante, Jane Clairmont, che, nel 1817, dovea dargli una figlia, Allegra: poi, nel settembre del 1816,. venne a Milano, a Verona, a Venezia. E che il suo pensiero sempre fosse rivolto alla moglie lontana e · alla figlioletta Ada (nonostante gli ulteriori ·amori che, in fondo, dopo la separazione, furon tentativi d'oblio ai quali fu spinto dalla delusione patita) prova ampiamente il terzo cantq del Child Harold, attestante I' inconsolabile dolore d'un poeta condannato, così giovine ancora, a piangere la sua sposa viva e la sua figlia che cresceva senza conoscerlo! In Italia (il nostro Paese esercitò su di lui un gran fascino) posta Allegra nel Collegio di Bagnacavallo - ove purtroppo, e con gran dolore del padre che pur, forse, l'amava meno di Ada, la piccola morì il 20 aprile 1822 - Byron condusse una vita di lavoro e di continui irrequieti vagabondaggi : fu a Ravenna, a Bologna, a Ferrara, a Pisa, a Genova e a Livorno per la morte di Shelley. A Venezia conob-. be la ravennate contessa. Guiccioli, bellissima dama ventitreenne, e se ne innamorò, ricambiato, s.ino a convincerla di seguirlo a Pisa e altrove. E a proposito di lei scrisse che « in Italia l'amore non è un sentimento freddo, tristo, che tutto calcola, come nel Nord! In Italia è il bisogno più alto della vita, una . ' « Addio e s'egli è per sempre, per sempre ancora addio. Tu ricusi di perdonarmi ; non mai il mio cuore cesserà d'esserti soggetto. Chè non può egli aprirsi ai tuoi occhi, questo cuore sul quale ha sì spesso riposato il tuo capo, allorchè scen- · deva su di te quel placido sonno che più non conoscerai .... Chè non può egli rivelarti i suoi più segreti LADY BYRON necessita .... » (da una pittura di Samuel Rems~y) Come si vede, non perdeva mai Bibl"oteca G"no Bianco •

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