Vita Nova - anno III - n. 8 - agosto 1927

PORTOVENERE 521 L' isoletta del Tino le sta dietro, attaccata: come la barca del pilota a poppa d'un piroscafo ancorato. Dalla parte opposta, fino a Portove- . . nere, ancora paesi, ancora promontori : tra il palpitar di bandiere, l' inseguirsi di antenne, che ricamano il cielo con ragnatele argentee, e il biancheggiare delle uniformi dei marinai in guardia alle polveriere, alle fortezze, alle altre opere per la difesa della costa. *** L'Esperia non ha ancora attraccato al pontile di Portovenere che una frotta di ragazzi, con gridi e con gesti, s 'of- • frono d'accompagnarmi alla. Grotta Azzurra. Ognuno ha la sua barca che dondola pazzamente nella rada, per le onde sollevate dall'elica, non ancora ferma, àel piroscafo. Salto nella barca che a me pare la migliore, più snella e più solida e, seduto a poppa, e cullato dal ritmo molle del legno che avanza lentamente, ammiro il paesaggio colle palpebre socchiuse: quasi p~r fermarne più a lungo 1' immagine, mentre i remi, tuffati· a intervalli sincroni, escono dall'acqua I ucenti e stillanti e l'onda gorgoglia sotto la chiglia. Il mare è divenuto lisciò come un olio, ma di colore più intenso, che sfuma verso l'orizzonte in una lista bianca, lambita dal cielo, anch'esso molto chiaro: quasi cosparso, laggiù ·dove s' incontra col mare, da una finissima cipria rosa. La costa scende a picco nel mare chiudendolo in un imbuto gigantesco: Portovenere specchia nelle acque le sue case, che, costruite sul dorso del promontorio, una a monte dell'altra, danno l' impres.:.. FIOSCHERINO Bibl·oteca Gino Bianco IL GOLFO DI SPEZIA (Fot. Zancolli) sione d'un solo palazzone a moltissimi piani. Nella rada - il piroscafo ha già drizzato la rotta verso la Palmaria - due trabaccoli da pesca: gli alberi congiunti, _come da un festone, dalle reti color ruggine, le vele rossiccie, affastellate a poppa e gli alti e ricurvi timoni, fanno i superbi, circondati dalla moltitudine vivace delle barche più piccine, che, pare, abbiano l'aria di mostrare con civetteria le loro vesti sgargianti: rosse, verdi, marrone, azzurre, gialle. Sopra la rada si innalzano alcune caratteristiche costruzioni di pietra a striscie bianche e nere alternate. La Grotta Azzurra s'apre sulla costa molto rocciosa e, in quel punto, scoscesa, come le fauci nere d'un mostro gigantesco, traversato da denti aguzzi. Il mare, nell'entrarvi, assume una vivacissima colorazione azzurra, come smaltata,. e, nell' interno, tra ... (Fot. Zancolli) il lagrimar delle stille che filtrano dalle rocce e il freddo odor di salmastro, smorzano la loro furia con uno sciacquìo stanco, doloroso, quasi morente. Di fuori il mare sembra ancora più aperto, ancora più luminoso: arrossato dalle luci • del tramonto e percorso dalla lama scintillante di un cacciatorpediniere in Grociera e dalle vele di un brigantino che avanza con leggerezza di farfalla. Dalla parte opposta s'apre la grotta che ispirò lord Byron. Le sue pareti, meno pittoresche di quelle della nota . ' . . ' grotta azzurra, ma p1u ampie, p1u cupe e più silenziose, sembrano ancora popolarsi di fantasmi del « Corsaro» e palpitare della romantica audacia del poeta, esaltata nella lapide che ricorda gli oltre cinque miglia marini percorsi a nuoto da Leciri a Portovenere. Sulla scogliera una decina di ragazzi,

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