MUSA DIALETTALE BOLOG·NESE Curiosa : studiando la poesia dialettale bolognese invano si ricercherebbe la satira politica così ricca .in altre regioni. Non che manchi una tradiZJione dialettale : essa anzi risale alla fine del '500, ,rna è essenzialm-ente giocosa e ci consente di individuare i caratteri psicologici più appariscenti del petroniano. Si inizia con le canzonette popolaresche del famoso poeta Cesare Croce, autore del Bertoldo e si svolge prevalentemente sino alla metà del '700 in fomne più accademiche ohe artistiche e scapigliate : purtuttavia riesce ·a &mostrare che ii popolo di Bologna ha ,sempre rivelato una ,tendenza istintiva irresistibile allo scherzo, alla burla, alda caricatura, alla giocondità. Per dirla sinteticamente : a non 1prendere molto filosoficamente le cose e g.Jiuomini di questo povero ,mondo. Soltanto dalla ,metà del '700 la poesia bolognese ha ,assunto un carattere più decisaimente 1 burlesco e r.indanciano per quanto contenuto entro i limiti di convenienza e di morale : col mutar delle leggi e d,ei tempi i poeti, con più ampio respiro, hanno potuto abbandonarsi alla loro vena e dar ,}ii;berosfogo al loro temperamento gioioso. Ed è soltanto sullo scorcio delI' '800. Ecco l'Ehi ch'al scusa (1880~85),l'E permesso ( J 892-98) e Bologna che dorme ( 1898-98;) il pr,imo, in ispecie, cui diè vita e impulso Alfredo Testoni che ha ·saputo caricaturare si,mpabicamente i' anima bolognese nella ormai celebre Sgnera Catareina che parla di tutto e tutto giudica ,sornionamente : di lettera.tura, d'arte, di ,politica ... Ma Alfredo Testoni dopo l'Ehi! eh' al scusa... pubblicò du•e volumi dii versi: Nooel' e srein (N!Uvolo e sereno) e A Bulògna e ha rinnovato i,l teatro con una serie di piacevolissime commedie che ancor oggi tengono con onore i1 l loro primo posto nei repertori cittad,ini. Ma come fissare ,i punti fermi del progresso della satira in vernacolo ? A ciò ha ,provveduto egregiamente Oreste Trebbi raccogliendo cinquanta sonetti in ordine di tempo (Giocondità petroniana, Ed. Zanichelli). Il Trebbi, po,eta egli stesso e cultore diligente e appassionato della musa dialettale in genere e di quella petroniana in ispecie (ricordiamo 1i 5aggi regionali sul Giornale del Mattino e i suoi recenti interessanti volumi ad uso deHe 5euole) 1 comincia col rievocare Giambattista Gnudi del quale, lui morto, nel 1776 si tStampò un volume di sonetti, i primi forse apparsi 1inpubblico. Segue il g-esuita don T ommaiso ·Paolini, uscito negli ultimi anni del '700 dall'Ordine in s·eguito a1 l,la soppressione dei gesuiti. E un classico, ,il Paolini, come si vede ne La caduta di Fetonte e, come un secolo dopo J'abate Marescotti, modenese, alterna un verso in dialetto ad uno in italiano : Quando Febo del ciel scorrea i sentieri, al fiiol eh' vdeva so pàdr' in cla cariga regger co,n franca mano i bei destrieri A i vegn voja al merlot d' tors lo sta briga. Angelo Longhi invece è ... grassoccio e non si arresta neppure di fronte ad una donnetta che si reca a Loreto a compiere un voto. Pittore non certo insigne, ,i ,suoi 1sonetti sono però gustosissi,mi quadretti ·pieni di colm,e paesano e vivacissi,mi. Anche lui però rese omaggio alla tradizione accademica traducendo in dialetto lo Scherno degli Dei d_el Broncioilini ; ma si ... confortava poi a Iìid,ere e a far ridere con la sua poesia gioviale. Giovanni Benf.enati entra :invece nel vivo della caratteristica del bolognese che è patriarcale, ama la famiglia, lo si vede ·spesso nelle passeggiate domenicali o al caffè con la moglie, ma oi tiene a lanciare gli strali d-ella sua arguzia contro la moglie come istituzione. Co,sì i.I Benfenati ci narra che un missionario aveva invitato i fedeli, a sconto dei loro peccati, a una processione, a questa condiz.ione: che ognuno si portasse una croce. Tutti si diedero gran da fare per procurarsi i·l legno e utilizzando ciò ohe avevano a portata di mano in modo che Chi aveva una cròus véccia e chi una nova, ma uno prese .Ja propria moglie se la ,mis,e.seduta su di una spalla (a zivulétt), .esclamando: Una croce più grande non si trova! E non aveva affatto ragione il poeta, e lui ne ha dato la prova: sposatosi per la prima volta a 58 anni, riuscì a r1imanere vedovo di tre mogli !... Garbati e spiranti una bella ingenuità sono i sonetti del ,maggiore medico Alessandro Trari, mentre veri ilogogrifi sono i giuochi di parole del prof. Raffaele Belluzzi, valoroso e ferv,ido patriota. E Carlo Musi ? Giustamente il T r,ebbi rileva eh' egli fu uno dei· più schietti e caratteristici tipi petroniani dell 'ult,imo ,cinquantennio. Piccolo, tozzo, con un volto che sapeva assumere tutte le ,espres-sioni più -esiileranti, attore, poeta e musiciSll:a, fu popolarissimo per i suoi monologhi e per le molte canzonette. In ogni festa, in 01 gni ritrovo egli doveva e,ssere presente a portare ,il buonumore, la gaiezza negli spiriti. Poeta, ,invece, nel vero senso della parola fu Umberto Roversi, Capo ti,moniere neHa R. Marina -e che
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