Vita Nova - anno III - n. 7 - luglio 1927

466 ITALO CINTI gran caso vuoi perchè la paganità era entrata in presbiterio, vuoi perchè non era possi,bile pretendere il . contra.rio. Tornando a noi ahe se -ne farebbe lo Stato di una arte che fingesse s,ervirlo e poi lo deludesse ? Con quanto si è detto non si vuo1 le tuttavia negare che al- ] 'ispi~azione dell'artista sia esclusa la rapprese.ntazione ,commo,ssa di quanto può essere la vita dello Stato; nostro .intendimento era togliere limiti, non mettern•e, e .se 1 il capolavoro vuol sorgere dall' accesa atmo- ·sf.era di passioni in cui viviamo, se vuol prendere vita <!alla bufera che ci scuote, dal sangue versato, dalle .sp,eranze rinate e dagli uomini deH 'ora, ben venga, non guar,d,iamo aH'origine noi, guardiamo all'arte. Fu .già ~ante che cantò di uomini di sua parte e avversi, ma in Dante era sfogo, era i,mp,eto il verso e non or- -dine d'altri. Guai ! quegli saxeb1 be stato buttato ·nel p.iù pro-fondo in1femo dal fierissimo poeta. Piutto1sto c '1 è da chiarire un altro fatto. E questo è •impprtante. ·Quando si dioe: l'arte è 1 libera, s'intende al di là del bene e al di 1 là del male l'arte i.n sè o anch,e l 'a.rrista ? È chiaro che de,b1 ba essere J 'arte soltanto, -I' artista -in quanto uomo ,è -legato a tutti i doveri .cui -sono tenuti gli altri uomini. Egli durante la creazione è .sacro, sacro come la maternità, ·ma poi IlÌentra nella legge. Poiclhè dunque neghiamo risolutamente ad •esso qualsiasi pxivilegio abbandoniamolo a'lla sua sorte d'uomo e prendiamo in esame la sua op,era. Noi siamo qui nel pieno della questione che si può compend,iare in una wla domanda-: cc Lo Stato di &onte ali' opera, sia ,pure grande, ha il diritto di distruggerla .se questa ha •significato sovv,ertitore d·ell'ordine su c,ui poggia lo stato medesimo ? ~ Come si vede anch.e ad accordarne il diritto la siruazione d.ello Stato di fronte ali' arte sarebbe puramente negativa ·limitandosi a « non permettere » la pu;bblicazion,e dell'opera .in casi ,stabi'liti e non a vo- .lere una determinata espressione artistica con canoni particolari,. Ma sorge ancora .il demone ,dell' inter- _rogazion,e e chiede : L' arte è ,forse la logica ? Se lo ,è ,quello .Stato ch•e vive 1fuori della morale ha Iagione di temerla, se non lo iè a quale ,scopo tremare di un' ombra ? Noi non crediamo che il pro- •Cessodell'arte ;siij la dialettica, ·ma ·bensì lo svincoJo ,da oerte leggi del pensiero. È stata anzi paragonata ,al sogno per .la· libertà delle analogie e la mobilità .degli accostamenti. Chi può credere alla Notte ,di V alpurga classica o romantica del Faust ? Chi al viaggio di Dante nell'oltre tom,ba ? Chi ai maghi e alle fate, ai gnomi e ai folletti e agli ippogrifi dei poemi e degli affreschi ? Forse che perciò, per questa assenza di verità che chiameremo <<verità vegliante » nessuno si accosta all'arte ? Mai ,più. L'arte è al di là de1 lla logica e anche in questo caso è salva. In: seguiamola ~cora pe~chè malgrado ~utto può esserv1 in un'opera palese •e v1olenta la nega21one dello Stato. E allora ? Chi pen•sa più che l'arte è al di là della morale e al di là della logica .se 1 'eco che desta può avere una rip,ercussione n•egli animi disgregatrice ? Eb,bene in questo caso senza distruggerla è possibile disarmarla o col sospendem,e in periodi tumultuosi la pubbl~cazione o individuandone le sconnessure ,del pensiero isolando quanto ·meglio si può la costruzione fantastica da qu,ella logica. - Piuttosto eh.e a un'arte di stato è meglio pensare a una critica di Stato. Ci può essere contraddizione in questo, ma se 'la critica esercita la ·sua vigilanza specie su qu.a:ntopuò nuocere aUo ,Stato e si esercita ed esercita oltre che alla distinzione dell'artistico e del non artistico anche a svelare le lacune della cc verità veglia,nte » ecco p•erduta ,n,ell'arte ogni potenza pratica, ecco immunizzato ogni spirito che vi ricercherà solo una divina fonte •di ,bellezza e non una rispo·sta alle mille domande con cui .incalzerà altrimenti il mistero. A qtteste tocca alla fiJosofìa rispondere . Volendo dopo tutto ciò elencare le conclusioni da trarsi per avere sott 'oicdhio il panorama scoperto, dovr,emo porre in primo luogo la libertà dell'arte, in se- · condo luogo la posizione dello .Stato come negativa in relazione al <<contenuto» delle opere, in terzo luogo - ricordare la responsabilità ·dell'artista- che in ne•ssun caso può sottrar5-ialla legge e in quarto luogo commettere per ogni eventualità alla stampa la funzione di vedetta. R,esta un'ultima chiari1ficazione. A chi dobbiamo la gra,titudine o,ltre ch•e ai nostri grandi per quella meravigliosa fioritura della rinascenza che ha fatto della terra nostra la più fertile per il' arte ? Indubbiamente al mec,enati.smo dei principi, dei papi e delle COIJJ)orazioni.Ora e' è lo Stato, lo Stato vigoroso e mas~hio d~ll 'Italia nuova che non ha primogeniti dinanzi a lui, ma consid,era tutti i suoi 1fì.glicon egual aff.etto. Ebb~ne se intende porsi di fronte agli· artisti come poten~atore delle loro •energie, se potrà offrire ad essi muri da affrescare •e marmi da scolpire e gesta da canta.re ·senza far.si partigiano di una scuola o di un gr,~P:POpiu~o~t~ che di un a'ltro mantenendo questa sua v1gil~te pos1z101!enegativa, :se potrà iniziare una ~orente rinascita dell arte a chi dovrà essere grato tutto 11 popolo nostro e il mondo un'altra volta se non allo Stato ? ,Ecco che allora, ma solo a queste co,ndizioni potremmo parlare anc·he noi di a.rte di Stato e augurarcela. 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