Vita Nova - anno III - n. 7 - luglio 1927

ALLE SORGENTI DEL PO 455 Si sale, come di grado in grado, da un pianoro ali 'altro; ecco il pian Melzè, poi quello della Regina e, finalmente, il pian del Re: piani lunghi quasi un chilometro ciascuno, in leggera pendenza, dis--- seminati di massi che son caduti giù da secoli e che sembrano abbarbicati al suolo, più emersi per un sobbalzamento del terreno, che non precipitati; rosi dal muschio o cosparsi della stessa erba tene--- rella, che copre il piano e per la quale le greggi, di qua e di là dal fìume si spandono, al ritmo mono--- tono dei campanacci ; e di tratto in tratto s 'ode il grido del pastore. Baite basse e raccolte, dove le donne ora battono la segala, e ci in--- viano qualche fu ... gace saluto nel loro linguaggio misto di piemontese e di francese. Il fiume in questi pianori, è docile, tra masso e masso ; ma quando s'affaccia ai balzi, rugli a , . . e s ingorga, preci ... Sdraiati accanto alla sorgente, bevutane con reli.., gione l'onda pura, non vediamo così in realtà trascorrere le nuvolette, come, nel ricordo, la massa maestosa delle acque, sotto il ponte di Piacenza o a Pontelagoscuro; e più giù, più giù, più dentro nel nostro cuore, il mare incommensurabile, dove quest'acqua che ci balza allato, con un impercettibile fruscio, giungerà. · Ora ci riposiamo in un incanto di infinito, oltre i ricordi e oltre le speranze, divenuti per un attimo anche noi materia viva e fluente; come se questa acqua dovesse portarsi con sè il nostro sangue, i nostri pensieri. Ma . poi, a poco a po.., co, l'umanità ci ritorna, e, con essa, le distinzioni, i rapporti, i giudizi, un nuovo amore, non più d' infinitamento e di diffusione, ma di individualità, che • s1 commuove, ma che si distingue, che sa. E torna il mito del vecchio Eridano e di Fetonte, che in esso precipita: e torna la storia a . narrarci come quepitando in cascate. Ed ecco a guardia della cascata più alta, a pochi metri dalla sorgente, la cappelletta della Madonna delle Nevi, dove giungiamo stanchi per l'ultimo tratto di salita: ecco GRUPPO DEL MONVISO (m. 3888) sto fiume sia diventato nostro, attraverso borghi e città: nostro incontro alil Pian del Re, incassato come ad anfiteatro tra le montagne del Viso: ecco, oltre l'albergo, la sor--- gente. Due massi disposti quasi come una gran porta murata, co' suoi battenti, sullo zoccolo del monte, che risolutamente s' inerpica e, su per esso, la mu--- lattiera, verso le T raversette, il Buco del Viso, il confine con la Francia; due massi al livello del pianoro, e, tra essi, alla base, una polla d'acqua sorgiva, un rigagnoletto che scende tacito tra le erbe e sembra quasi non si segni la strada e non faccia solco... La sorgente del Po! D'intorno il giro dei monti spogli, scoscesi in· frane ; in alto il cielo chiaro, quasi lattiginoso; e quest'acqua che mai non s'estingue, minima e immensa, non solo. per la sua potenzialità, ma anche per la sua reale vitalità. iblioteca Gino Bianco I 'avvenire, con la potenza del suo sangue, che si rinnova continuamente: nostro nell'avvenire, più forse del Tevere, perchè il Tevere è già tanto nel passato, che, attraverso le sue acque lente e limacciose, si rassomiglia, per maestà, alle colonne del Foro, agli archi di trionfo della Città Eterna. Qui, invece, noi pensiamo tanto più all'avvenire: abbiamo dinanzi la grande pianura padana, che per questo fiume si è popolata, incivilita, illuminata. E a pochi passi dalla sorgente, ecco tracce di uomini, che qui d'intorno posarono nelle notti, quasi a custodia di una culla di civiltà e di forza. Ecco i residui della paglia di un accampamento degli Alpini. Allora sentiamo che gli spiriti, numi indi ... geti raccolti giù, intorno al monumentino, sono qui saliti con noi e qui resteranno, nel silenzio della notte, che giunge. AUGUSTO GARSIA

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