Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

f . .. 142 -- 'Z iJNIVERs1T A FJ\SCÌSi À e - •• 1 : • J ' • ,. <w"'o. cC E . lf Si 77 ; -- - - , zione della politica ufficiale e del sentimento pub- . blico,- all'interno, sebbene quest'atteggiamento scavasse un abisso tra la Francia e l'Italia. Queste dichiarazioni ministeriali e l'atteggiamento dell'assemblea francese produssero un effetto straordinario in Italia anche sugli animi più miti. Citerò soltanto quello che ne scrisse un mo- . naco patriottico di altissimo valore, Luigi· Tosti. In una sua lettera del dicembre diretta a Gabrio Casati, suo grande amico e presidente del ·Senato diceva : Confesso che noi italiani siamo molto obbli1?ati a Napoleòne III, ma confesso ad un tempo ' . che le impertinenze del Rouher mi resero r-0sso come un garibaldino. Questi ministri oratori, che , si trovano solo in Francia, offrono la più schifosa· . ' depravazione dello spirito umano. E impossibile immaginare una più vile prostituzione del pensiero. Del resto io penso che i fucili Chassepot a Mentana abbiamo aperto una ferita insanabile nel fianco della dinastia napoleonica, e abbiano crollato dalle fondamenta il dominio temporale. Il ministero Menabrea di fronte agli attacchi · dei numerosissimi oppositori fu esplicito nel condannare i~ dominio temporale e in pari tempo dichiarò energicamente di mantenere il concetto del partito moderato sulla questione romana, la quale era leg~ta agli interessi di 200 milioni di cattolici ; quindi, finchè la Francia manteneva così alta posizione in Europa, la questione non poteva essere 1isolta se non con mezzi moriali. Se ,;al Senato .. Biblioteca Gino Bianèo piacquero queste dichiarazioni, alla Camera, anche perchè il Menabrea aveva respinto una nobile iniziativa di Quintino Sella, quando si trattò del voto di fiducia, rimase in minoranza con 199 voti favorevoli e 201 contrari. Il Re allora si rivolse al conte Ponza di ·San Martino capo dell'associazione permanente degli elementi moderati, ma, non avendo questi accettato l'incarico, tornò al Menabrea, che ~riformò il ministero, cambiando alcuni degli uomini più ostfci alla parte sinistra della camera ; e questo ministero, che, come disse 'lo stesso Vittorio Emanuele, non era che una·=parentesi, potè durare fino al 1869, • cioè più di un biennio. La situazi(?ne finanziaria era spaventevole ; al 31 dicembre mancavano 580 milioni, che non si sapeva come · scovare ; un e- . ventuale ritorno. al potere del Rattazzi costituiva il · terrore della Destra e della Sinistra ; nelle nuove pr9vince èlominava il più vivo malcontento ; in Torino, la città monarchica per eccellenza, il 30 Ottobre era stata sfregiata la statua di Vittor.io Emanuele e s'era gridato << Viva la repubblica » ; si parlava di moti separatisti sopratutto in Sicilia I Il Menabrea si preoccupò subito della questione finanziaria ; fortùnatamente aveva azzeccato un uomo energico e adatto per il ministero delle finanze, il conte Cambray Digres sindaco di Firenze, ancor giovane di anni, che riusci almeno in parte a ri- , mediare alla situazione finanziaria. ,I • , ...

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