Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

lfi:: I ,s t ((jf' 1 t i s te : • • • - ·.. r r 7T f PC questo punto, ·allorchè un fatto ~uovo venne a rin- Rattazzi dichiarava agli · amici, e ne abbiamo la focolare le ire dei pat~·ioti, e spinse i garibaldini testimonianza riell'epistolario di Michelangelo Cae lo stesso ministero a precipitare gli avvenimenti. stelli, che si appressava il momento di operare eIl primo di luglio, a Roma, il generale Doumont .ner~icamente, e che tutto era pronto per giustifisi presentava, nella divisa dell'esercito francese care l'intervento dell'esercito italiano. Tale era, la alla rivista delle truppe antiboine, e diceva ad situazione alla fine del settembre ; ormai essa non esse di non disertare il loro posto, perchè la Fran- si poteva prolungare ; ma non si ebbe il coraggio eia le aveva messe là come sentinelle della poli- di agire subito nei primi d'ottobre. tica francese, e che dovevano rimanere a difendere Si chiese il parere dell'Imperatore ; si domanil dominio temporale. Questa fu una vera viola- dò al Governo francese, se avrebbe tollerato che zione della convenzione del Settembre e. alla Ca- le nostre truppe cacciassero quelle bande, col mera vi fu una lunga discussione in proposito ; ma prete~to di assicurare la libertà del papa e impeil Rattazzi se la cavò· con molta abilità. dire la proclamazione, molto assurda, della repubDichiarò che, salvo questo episodio, la con- blica, ma si ebbe in risposta un secco rifiuto.' venzione era sc:mpre stata osservata, e lui stesso si Il 19 ottobre il ministro degli esteri andò più lamentava che proprio in questo caso le fosse fatto in là : con una vera e propria nota ufficiale diuno strappo ; ma la verità vera era questa, che la chiarava che, :se l'esercito italiano fosse entrato Francia non rispettava la convenzio~e, e il Go- nello Stato pontificio, la .F~anci~ l'avrebbe consiverno italiano faceva altrettanto ; di modo che in der~to come una provocazione gravissima. fondo i" rapporti franco itali~ni per la convenzione Il ministero fu discorde sul modo di contedel settembre si fon~avano sull'equivoco : gli lta- nersi ·; i-moderati recalcitravano, il Rattazzi dichialiani ritenevano la convenzione del Settembre co- rava che bisognava andare innanzi ; questo dissenme un ponte di passaggio, su cui una volta effet- so provocò le dimissioni del gabinetto: Il Re intuato lo sgombero dei Francesi da Roma, si po- caricò ~ Enrico Cialdini di formarne uno nuovo ; tesse a breve· distanza arrivare all'occupazione della passarono cinque giorni di trattative, e mentre il città; in Francia invece si intendeva di. avere co- nuovo non si formava, il vecchio non funzionò. Il stituito il Governo italiano come gendarme d~ll~ Rattazzi aveva abdicato nelle mani di Francesco - Stato pontificio, liberandosi così da tutti gli impicci Crispi. In questo frattempo Garibaldi potè sfuggire e dalle responsabilità relative. alla ·crocera, che si esercitava intorno a Caprera, Intanto il Governo, e qui alludo al Rattazzi toccare il continente e in treno speciale recarsi a perchè il ministero era un mosaico, costituito da Firenze, e sino al confine dello Stato pontificio. uomini di idee assai divers ~, si adoperava energi- Il Rattazzi mandò al prefetto di Perugia rordine camente alla formazione delle bande e in pari di arrestarlo ; ma si disse con molto spirito che_il tempo aiutava Garibaldi ; ma, nel settembre, quan- Rattazzi aveva ordinato di arrestare il Generale, do Garibaldi fu di ritorno a Ginevra, essendovi però con istruzioni di non raggiungerlo. Così Gastato da parte della Francia, sia del Governo, sia· ribaldi potè sconfinare, ed entrare nel territorio dello ste~so Imperatore, rimostranze vivissime e la pontificio. richiesta che Garibaldi venisse impedito di svolgere Proprio di quei giorni furono i tentativi, che l'opera sua, il Rattazzi, il 21 Settembre, pubbli- si ebbero in Roma per far scoppiare .un'insurrecava sulla Gazzetta ufficiale una nota molto severa, zione; ten~ativi culminanti nella tragedia di Villa ingiungendogli anche di recarsi a Caprera. Cari- _Glori (23 ottobre), nella bomba gettata in Piazza . baldi non volle acconsentire e si recò a Sinaiun- Colonna, e nell'attentato alla caserma Serristori ; e ga, ma il Rattazzi lo fece arrestare nella· casa del- lo sforzo, che doveva avvenire il 27, fu sventato l'ing. Agnolucci, dove era ospite, e lo fece condurre con la sorpresa della polizia nel lanificio Aiani a Caprera, dove venne custodito dalla flotta italiana. in Trastevere (25 ottobre). \ L'arresto di Garibaldi non fermò il tentativo Il Re tempestava l'Imperatore· di preghiere, di invasione dello Stato pontificio. Già:vi si trova- perchè non desse corso alla minaccia di far parvano alcune migliaia di uomini, capitanate da ga- tire da Tolone 40 mila uomini attendati nel porto ribaldini, altre dal maggiore Stagnetti, che occu- per un'eventuale spedi~ione ; dal 22 al 26 ottobre pavano vari punti dell'Agro romano; e intanto il Costantino Nigra riuscì a trattenerli; ma poi fu lioteca ino Bianco

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