Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

\ 132 di favorire i vescovi e il clero~ propensi al nuovo lo stesso Ricasoli ; ed ebbe conse guenze pratiche ordine di cose, _ma, partendo dal concetto che la Alcune furono di carattere purame~te religiolibertà è tal cosa che ha la virtù di attrarre a sè so, come quella di provvedere alle sedi vacanti, gli animi che ne godono i benefizi, decise fin dal- di comune accordo, di trasferire alcuni vescovi, l'Ottobre del 1866 di richiamare, fatta qualche ri- troppo compromessi col nuovo Governo d'Italia ; serva, alle loro sedi i vescovi, che dal 1860, per poi fu trattata la questione doganale, quella dei ragioni politiche, ne erano stati allonté);q~~•\/;J~ , .·, passaporti, del brigantaggio, che allora era così Il Ricasoli c0n questo grande benefizio, che forte nel Mezzogiorno, la questione delle poste e rendeva alla Chiesa, contava di avviare a un ap- altre secondarie. Il nostro incaricato, il T onello, pianamento i rapporti col Vaticano, nòn fosse altro fu accolto molto bene dal Segretario di Stato del per gratitudine. Intanto alirivò a Firenze un inviato papa; e il papa in due concistori pubblicò 37 segreto di Napoleone lii, il generale Fleuri per nomine di vescovi, e vi furono quei trasferimenti, · chiedere al Ricasoli di aiutarlo a superare le dif- come era stato stabilito. Quando il T onello ebbe ficoltà della ·politica francese, specialmente per le finito la sua missione, il papa non solo gli . disse ripercussioni della politica napoleonica nel Messico, che si augurava di rivederlo presto a Roma, ma e perchè in Francia si agitava la scottata questio- lo incaricava anche di portare la sua benedizione ne dell'atteggiamento dell'ln1peratore rf.avorevoleal- e i suoi auguri al Re. l'Italia e a1la Prussia, disapprovato dall'opinione Il 25 Dicembre, il papa scriv~va a Vittorio pubblica. ' · ..... Emanuele con una dicitura insolita, incominciava : Dal canto suo l'Imperatore avrebbe aiutato il A ~ua Maestà il Re d'Italia ; gli parlava con governo italiano, ma domandava prima che questi affetto, e gli dava la benedizione. Non gli ripeacconsentisse a definire la questione, p·endente col teva la solita frase, che Iddio lo liberasse dai lacpontefice, relativamente al debito pubblico delle ci della scomunica, nei quali era incappato ; queterre pontificie, annesse al Regno d'Italia, e che sta volta non ne faceva il minimo accenno. Il Ricase ne trattasse a Parigi ; secondo che il Governo soli intanto si preoccupava di preparare il progetto - italiano mandasse un inviato ufficioso a Roma per di legge sulla libertà della Chiesa, abbinàto alaccordarsi circa le sedi vescovili vacanti, e che vi l'altro che era un provvedimento puramente finanandasse Saverio Vegezzi il quale era ~già stato ziario. Ricorderanno, come già accennai, alla trialtra volta a Roma; e s' adoprasse a impedire una stissima condizione finanziaria, nella quale si troeventuale partenza del papa. Queste le richieste vava il nuovo Regno ! del Governo francese, che corrispondevano ai con- fl ministro delle finanze, Antonio .Scialoja, cetti del Ricasoli, e quindi a Parigi f.umandato il nell'esposizione che ebbe a fare nel Gennaio -del direttore generale del debito italiano, che nel Di- 1867 prevedeva un deficit di 187 milioni, e che cembre del 1866 giunse a una composizione per altrettanto sarebbe avvenuto nell'anno successivo. i debiti col papato, non trattando direttamente col .Egli diceva che non era facile rimediare al deficit papa, ma per mezzo del Governo francese, e quan- di 187 mii.ioni nello stato di povertà grande, in to all'invio del plenipotenziario a Roma, avendo cui si trovava l'Italia, perchè aggravare con nuove Saverio Vegezzi rifiutato, se ne invio un ~ltro. tasse era -impossibile, e risolvere la questione con Il papa stesso parlando con due inglesi aveva un prestito sarebbe stato un fatto gravissimo per espresso il desiderio di ripigliare col Governo ita- la ripercussione nel bilancio, in quanto. gli interesliano le trattative, interrotte l'anno prima, allo sco- · si sarebbero :itati molto elevati. Quindi proponeva po ai proyvedere alle sedi vescovili, vacanti in 80 milioni circa di tasse nuove, disseminate in vaItalia. Siccome il papa desiderava che l'incaricato riopinti campi, cui i ministri delle finanze sono d'i non fosse un prete, ma sibbene un buon secolare, solito costretti a limitarsi, perchè la loro falita·sia cosi vi fu mandato un ex deputato piemontese, tassatrice è ristretta necessariamente entrò còhfini Mich~langelo Tonello, che era stato direttore ge- invalicabili : e, per un centinaio éli milioni, ;.éhe nerale dell'istruzione pubblica, e che allora era si consumasse un capitale di circa mezzo iniliarBo, consigliere di Stato. Questa missione fu svolta in da ricavarsi per mezzo di una ~randè operazione un periodo abbastanza lungo, dal 1O Dicembre finanziaria. .r t· ': :~,~" (r · ·I866 al 3I Marzo 1867, poco prima si dimettesse In che consisteva questa •operiiii~~· ?•· -Il, ~ 7 Biblioteca Gino Bianco

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