Vita Nova - anno III - n. 4 - aprile 1927

. ~ .. BOLOGNA ... t 95 . I ancori particolari. Nessuno più del Cavour apprezzava l'eroico e leggendario valore di Garibaldi, e .conosceva il fascino che egli esercitava sulle moltitudini ; ma non lo stimava, come politico, e in questo si trovava perfettamente d'accordo con Francesco Crispi ; quindi egli pensava, Garibaldi è un uomo leale, ma, sebbene avesse ripetutamente proclamata la formula «Italia e Vittorio Emanuele» chi lo assicurava che avendo intorno a sè tanti repubblicani, non finisse col lasciarsi 'ingannare ? Inoltre il regalo che, nel caso d'una completa vit- . toria, Garibaldi· avrebbe fatto al Re dell'Italia me- - ridionale (e questa era l'ipotesi più favorevole) avrebbe danneggiato e diminuito la popolarità della monarchia. Nè manc·avano gravi dubbi nell'animo del Cavour sulla immaturità dell'annessione dell'Italia meridionale ; se sopratutto distingueva fra il continente e l'Isola di Sicilia. C'erano poi altre ragioni, alcune delle quali forse anche di indole perso~ale per i rapporti così tesi con Garibaldi. Se la spedizione fosse andata male e Garibaldi fosse stato preso e fucilato qua- .si un filibustiere temeva si incolpasse d'esser stat9 lui che lo aveva spinto a quell'impresa per liberarsi di un personaggio sgradito ed incomodo. In questo complesso di ragioni, non giudico se tutte giuste, troviamo i motivi delle riluttanze del Cavour a favorire la spedizione di Garibaldi, e se potè in ·un certo momento pensare di incaricarne un altro, -qualora fosse inevitabile faria. Quando il 2 Maggio qui nella vostra Bologna in S. Michele in Bosc9 vi fu il colloquio con Vittorio Emanuele il Cavour sembra fosse risoluto nell'atteggiamento ostile alla -spedizione garibaldina; ma quei propositi sarebbero stati abbandonati. Prima della spedizione, in un colloquio fra Vittorio Emanuel~ e Garibaldi si affermava, ma non è provato, che Garibaldi avrebbe domandato al Re la brigata Regina, e il Re gli avrebbe risposto che, date le relazioni uf6ciali col Regno delle due Sicilie e i riguardi che doveva avere verso l'estero, non poteva accordargliela, cosi Garibaldi avrebbe stabilito di servirsi soltanto di volontari. ·no Bianco La narrazione sul famoso colloquio bolognese~ risalirebbe a persone vicinissime al Cuvour e sarebbe stata fatta al conte di Haussonville. Il Cavour avrebbe pregato il Re di persuadere Garibaldi a desistere dall'impresa~ e in caso di rifiuto, egli avrebbe aggiunto, « Lo piglierò io pel coHetto ». E avrebbe confessato di aver dovuto' cedere di fronte agl'impegni, presi dal Re, per , coprire la Corona. Tutto questo accetta come vero anche Luigi Chiarla, il biografo del Cavour ; ciò dà non poco valore a si f attè informaz~oni. In ogni modo, è superfluo notare che, risoluto che fu di permettere . la spedizione, il Cavour s'adoprò, per quanto di sottomano, a favorirla, con molte cautele. L'aiuto del Governo alla spedizione fu vario; qui però non posso entrare ·nei particolari, perchè si hanno degli accenni soltanto vaghi. Certo si è che aiuti. finanziari furono forniti anche da Vittorio Emanuele; soltanto la dat& ne è incerta; e non si sa se furon dati in maggio o ai primi di giugno. Garibaldi partiva il 5 Maggio e, siccome non gli arrivarono le casse di munizioni attese, ancorava a T alamone e, scendeva a terra, vestito da generale piemontese_; dal comandante del forte di Orbetello, il maggiore Giorgini, egli ottenne 4 cannoncini e delle armi ; in pari tempo inviando un gruppo dei più audaci, perchè entrassero sul territorio pontificio ; si liberò di alcuni che nicchiavano ad accogliere la formula di Garibaldi : Italia e Vittorio Emanuele. Indi riprese il suo cammino ; e il giorno 11 Maggio sbarcava a Marsala, favorito non si sa se intenzionalmente da due navi britanniche che in- . timarono di non aprire il fuoco, finchè esse non · avessero messo in salvo- i propri marinai e i nu- -merosi inglesi, che si trovavano in Marsala. Fu così che i marinai borbonici cominciarono a sparare, quando quasi tutti i volontari erano già scesi a terra. Da Marsala Garibaldi si avviò a Salemi dove si fermò ; accolse varie bande, provenienti dall'interno dell'isola ; e, accettando le proposte del1'autorità e le sollecitazioni degli amici, assunse, I \

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