~~~~~~~~~~!!■.'!"!'!!!11!!!!~~~~~~~:--.---::-:::-:--;:-"c=-=-:::;::;;.:~::;-=-=---- • DAMIANO DANIANI DI BOtO I \
, l j , . . \ . . , ' . :J. BibliotecaGino Bianco . ,· ' .. I
• Conto corrente con la Posta I Pubblicazione mensile illustrata dell'Università Fascista di Bologna Fondatore: LEANDRO ARPINA TI / Direttore: GIUSEPPE SAITT A Direzione e Amministrazione: CASA DEL FASCIO / BOLOGNA / VIA MANZONI, 4 / Telefono 4-52 . Per inserzioni di pubblicità rivolgersi ali' Amministrazione della Rivista ANNO III. Numero 3 ,/ • ABBONAMENTO ANNUO L. 50 / ESTERO L. 100 NUMERO SEPARATO L. 5 • MARZO 1927 EDITA A CURA. DELLA CASA DEL FASCIO DI BOLOGNA iblioteca Gi o • I o "
r • I • SOMMARIO I ALBANO SORBELLI - I partiti politici del Risorgimento . . • • • • • · • ANGIOLO GIORDANI - Di Bruno Saetti pittore . • • • • • · · · · · · UGO SPIRITO - A spetti economici della crisi della classe colta . . . • • • CONCETTO VALENTE - Taranto forte nave d'Italia • • • • • • · · • · ARMANDO CARLINI - Il Crocefisso nelle Università . . • • • • • • • · VOLT - L 'A rie industriale . . . . . . . . . • • • • • · · · · · · · · FRANCESCO GERACI - Barrera il pittore delle navi. . . . . • . • • • ~ L. MARINI -- Il mare e l'atmosfera d'Italia . . . . •· • • • • • • · · UGO MARCHETTI - La crisi del · teatro, un esperimento e lo Stato . . • • FEDERICO BRESADOLA - La politica estera di un tempo: San Mun . . . 1(ASSEGNE . . . . . . . . . . . . •. . . . . . . . . . . . . Politica estera: G. M. SANGIORGI - Politica interna: CARLO CURCIO - Politica coloniale: UGo BASSI - Cultura fascista: GIANLUIGI MERCURI - Economia politica: GIACOMO DoNA TI - Cronaca finanziaria: UGO MARCHETTI . - Letteratura: G. MANZELLA FRONTINI - Filosofia: A. CARLINI - Arte: NINO BERTOCCHI - Folklore: U. B1scoTTINI . 1(ECENSIONI . . . . . . . . . . . . . . ' . . . . . . . . . . - • MARIO VINCIGUERRA - Interpretazione del 'Petrarchismo - LUIGI GHEDINI - Novelle e leggende (C. O. Cochetti) - FEDERICO BINAGHI e GUIDO MARTA - Poeti delle Venezie (B. B.). • QUESTIONI DEL GIORNO • • • • • • • • • • • • • • • • • • . I. Genialità e tradizione - II. Nazionalità e umanità - III. Il problema della cultura fascista {A. V OLPICELLÙ. ~O/ E GLI ,JlLTRI .... • • . . . • • • •• • • • • • • • • Spunti polemici: Gli apolitici (C. O. CocHETTI) -- Chiesa e Stato .. Nicolò MachialJelli e il fascismo (RusT1cus) .. FRA LE RIVISTE. . . . . . . • • • • • • • . . . • • • • • Note ed appunti di TINO LIPPARINI. ECHI E COMMENTI . . .· . • • • • • • • • • • • • • • • • Domanda .. MinerlJa spilorcia - MinerlJa insoddisfatta - I semianalfabeti del fascismo ... ·La condanna di certi diciannoviali .. L'Ente nazionale di cultura fascista - Incomprensione - Sciocchezze (LONGA MANUS). VOCUMENTI 'DELLA STORIA DEL FASCISMO • • • • • I nuovi compiti del fascismo nel discorso ali' Augusteo di S. E. Turati. . ' LEZIONI ?)ELL' UN/V ERSIT A FASCISTA. ibl.ioteca Gino .Bianco pag. 13S » 138 » 142 » 144 » 153 \ » 155 >) 158 » 161 » 164 » 166 • >> 168 >> 184 » 186 I • » 189 » 191 >> 194 » 196
I -PARTITI POLITICI DEL RISORGIMENTO Le origini del Partito Federale • Un grande buio resta ancora intorno allo svolgersi della 'idea federale, e · durante il dominio napoleonico e specialmente dopo il Congresso di Vienna; tanto meno po,i si 5a, o è stato scritto, di un partito federale, con fonda,menti ch,iari e stabiliti e con una determinazione di linee, di pensieri, di azione e di reali ,scopi da raggiungere. Gli scritt,i ,di 1Giuseppe F errari, che rappresentò nel perio,do che va ,dal I 843 in poi 1a teoria federale repubblicana ,diversa ,da quella del ,Cattaneo, e più ancora da.Il '.idea neo-guelfa, ossia dalla federazione ,presieduta dal po'Iltefice, soino tutti tardivi e riguardano un periodo nel quale, o il senso municipale o lo spiir.ito ne<>-'guelfo avevano già cominciato a .svolgere l'azione loro. Il suo. f ederali,smo non è altro c!he una contrappo,sizione al.I' idea tenacemente ·unitaria co1me sostanza, e repu~blicana come forma, di Giuseppe 1 M1 azzini, e prende una certa concretezza, nel F errari, dopo parecchi ann.i da che la Giovine 1talia svolgeva ila sua azione. Negli storici recenti del federalismo italiano {non sono pochi quelli ohe per incidenza o per progetto ne discorrono), il partito federale o l'idea federale concretamente disegnata ed affermata, non prende oggetto di considerazione e di esame storico, se non intorno ,al 1846. Lo, stesso Antonio l\tlonti nel buon sagg,io sopra 1' « ldea ,federalistica nel risorgimento italiano >) si trova sul terreno sicuro e atto a esser trattato con qualche determinatezza ,di modi e di ,spiriti, soltanto dopo .il F errari, dopo il Balbo, d0tpo, in sos~anza, 1' avvento al soglio pontificio d,i Pio IX. PJii•ma \del 1846 vede una va.ga altalena, rispond.ente alle diverse forme politiche o ai diversi moti del '20 e '21, ,del '3 I e seguenti, e pensa che l'idea federale si debba soprattutto agli ,esuli « che nella ·maggioranza vivendo al contatto ,d,i nazioni unitarie molto d,iverse dall'Italia, si convincevano non potersi un tal regime applicare al loro ·paese e quindi accarezzavano idee federa li. » ldea questa che non può, a mio avviso, accettarsi nè come der,ivaz.ione lo,gica, nè come con~ sta~ione ,di ,fatto,, g,ia.cchft dagli esuli v-ennero, tra il '21 e il '40, idee o demo,cratiche o repubblicane o soprattutto unitarie, ,miranti tutte éllll'indipendenza dall'Austria, ·ma non idee federa lii. li partito federale o federalista italiano trova, dopo il CongretSso d.i Vienna, la sua prima espressione in un potente scritto uscito tra il lugl,io e l'agosto del 1831, col tito,lo « Indirizzo del Colonnello Domenico Bentvi oglio a,i popoli e ai principi d'Italia >>, titolo Biblioteca Gino s·anc che aveva evidentemente lo scopo d' .invogliare alla lettura anche ,i fedeli sudditi del papa, perchè il colonnelllo Bentivog.lio era ben noto come ca)po della milizia po•ntificia, raccoltasi in seguito al primo allontanamento delle truppe austriache avvenuto nel lugl,io. L'opuscolo, di poche pagine, ma dense di profondo pensiero', di pratica e d'esperienza P<?Ìiitica, di vivo sentimento nazionale, di netta vitSione della gravità dei pro,blemi che ~i presentano ali' Italia, preannunzia e anticipa idee, modi e fenomeni che troveranno più tardi un ulteriore sviluppo·, ma che fin d'ora s' i•mpostano con mira:bile chiarezza. Co,me farà molto ·,più tardi il Gioberti, l'autore dell' lndirizzo comincia a notare che I' Italia fu la prima nazione del -mondo, 1mentre ora è ridotta alla. più triste delle condizioni : è necessario, che essa riac- .quisti, dalla sua tradizione e 1 per opera propria, la forza per rivivere ancora con dignità e indipendenza tra le altre nazioni d'Europa. Egli •però non crede che si de·bba •ritentare la r,ivoluzione stroncata nel marzo, tanto peggio poi se essa rivoluzione si limita ad una re•gione sola, ·mentre tutta l'Italia si trova ·nelle stesse c.ond,izioni e tutti i popoli ,d'Italia .sento~o gli stessi bisogni di costituzione e di libertà. Egli pensa che un go,verno assolutamente d.emocratic.o non sia realizzabile più di quello che non sia la repubblica di Platone. « La ,bontà di tale ,go1verno è come 1 la verità di un teorema geometrjico, la quale si dimo1 stra esattissimamente al tavolino, ma no,n può -essere in pratica realizzata. La verità del teorema suppone linee senza .latitudine, punti s.enza estensione, e ,tante altre cose che hanno sola1nente un'lesistenza metafisica. La bontà del governo, assolutamente democratico suppone uo.... mini senza altra passione, fuori di quella del1l'amor di patria, e per dir tutto in una paro1la, gli uomini come e< dovrebbero essere ». -Ma gli uoimini << ,sono come sono » ,e co1 me sono stati ,se,mpre. Non è dunque .sperabile lo stabilimento,, e molto meno la durata permanente di un governo ,sì fatto, il quale si è veduto sempre degenerare in tirannide. n Ma la .tirannide a ,sua volta ha. ii suoi eno•rmi d,ifetti, in quanto che la volontà dei popoli è soppressa e tutto dipende dal potere dispotico di uno, molte volte male inf oiimato da poc1 hi fiduciari : .il governo della Santa Sede, •specialmente dopo il Congresso di Vienna, insegni. Del resto, continua l'Indirizzo, non •molto diversa è la cond,izione dei diletti,ssimi sud,diti della Corte Ro1 mana, dagli altr,i sudditi italiani. « I V enez.iani, i Genoives,i già padroni di sè ~
.. 136 ALBANO SORBELLI • sono divenuti provincie d'altrui. Il ,Re di Piemonte fra gli Stati Italiani I" abitudin_e _mostruosa di consié dominato dal Campione del dispotismo Europeo, derars.i l'un l'ahro come stramen. E ·solo che una Mettemiclh, e lascia che .i Gesuit,i inceppino le scì,enze deNe prime basi di tale conf.ederaz,i<?,nefosse ~a ried i 'lu1 mi, onde il popo,lo s'alimenti ,e cresca nel- nuncia perpetua ad ogni idea d'ingrand1,men~o e d1 c~nl'ignoiranza. Il ,Re ,di N•apoli, quantunque disposto a quista, J'ltalia 1 confederata n?n darei~,be _in avvenire vanta~•gio dello ·Stato, ,è iniganna!l:o,da alcuni corti- al ri,manente di ·Europa magg,1o•rgelo,s1a d1 quella c·~e g,ian.i. La Lom,bar1 dia gotizzata, e retta 1dal cod,ice dei possa or darle !l'lta'lia d,ivi~a., -e n<?npr?durr~b.be p~rCIÒ bastOIIl!e,non ha altra lusinga :se non ,ch,e lo ,spiifitodel- alcun .squilibrio n,e1 lla poht1,ca -~1lancia, •e per dir l_a l'Europa oìbblighi 1'limp-erator~ Fran,ceisco a migliorar cosa con maggior verità, essa formere,bbe n~Ua b.!- 'la ;sua sorte. ,M1odena e P·arma sono al colino d,el dispo- lancia ,d'Europa quell'equilibrio, che con tant,1 sacritismo. ,E ila ,sola T 10s,cana, unico .Stato i,n Italia in cui fizi non si è ancora ottenuto. n sieno I1ichiaima:tele leggi savie com,e quelle di Leo- . La Co111,fed,erazionedeve avere un Capo che la poldo, ha pure bis01gno di ,esse:re purgata da alcuni d1irigaper quegli interessi eh-e si _rifer~scono in g~neral~ abusi, i quali procedono da una causa comune, dalla aU' Italia, e po51so1notoiocare più d1 uno degli ~tat1 conc•entraz..ione cioè di ,tutti i poteri in un ,sQlo indi- legittimi i,taliani. ,La supremazia ,della Confederazione viduo. >> · non ,deve però essere riservata ad una so,la de:lle dinaLo ,scrittore è perciò indotto .a cercare tra i due stie regnanti in Italia, ma d,eve, a suo avvi.so·, passare estremi, della democraz,ia assoluta e della tirannide, period,icam-ente da una ad un'a:l:tra dinastia, affinchè ambe.due contraJrÌ alila feLicità a al benessere del po- ciascuno per turno pos1 sa rappresentare j} complesso polo,una v.ia che egli chiama la media proporzionale, d-eg'li Stati italiani. Un tal provvedimento•, oltrechè e ,la trova nella concessione di una 1forma moderata- di corrispondere a giust1izia, riaff.ermere'bbe se•mpre ila fracostituzione da parte dei •principi tutti d'Italia alle po- temità degli Statii italiani e toglie,rebbe nello stesso polazion,i .a loro soggette, ma in iforma ugual.e, perchè tempo motivo di gelosia e ,diffidenza tra Stato e Stato. uguale è lo ,spirito c-he ani,ma le popolazioni italiane. Pe~ iJ fatto che ·la Confed.erazione italiana non Essa ,costituzione è ormai il portato dei te,mpi ; molti allontanerebbe ailcun principe, non -modi 1fichereb1be il Stati -d·' 1 Europa l'hanno ,già da -ltingo tempo, a'ltri la territo1'lio pertinelllte agli italia1ni idi nazionalità ,itastanno conquistando ora, 1 l' Ital,ia non può ri,manere liana •e non avrebbe ,d;iffer,enzee rancori contro le na1n1dietro. zioni stranier,e, è chiaro c1 he ,le ·nazioni straniere non rMa poichè gli Italiani. sono tutti fratelli e sono dovrebbero affatto •immischiarsi con la nuo·va Confechiamati da ·Dio 1e .da'lla natura a rappresentare un derazione, -e dovre1 bbero p.iutto,sto ,essere con·tente che complesso 1nazion,ale.indipendente, la costituzione deve tra i diversi Stati italiani ritornasse il .buon rapporto essere unica in ltaJia o almeno aver-e per i d,iversi e la tranquillità. Stati un medesimo contenuto. Solo in tal ca1 so si evi- Lo ,scrittore ifi.s,saquindi il progra1 mma istituzionale terarnno gelosie e dissensi tra le varie parti ,d' Italia e ,di· v.ita che Ja Confederazio 1 ne ita:liana nel suo ,ine disparità di traittam,ento tra gli stessi citta1 d1 ini ita- sieme ,e presso• i si:ngoli ieolllegati è chiamata a 5volliani. g-er,e, programma c'he è indi&pensabile conoscere con Poiclh,è 1 d 'altra .parte non si ·può per ora pensare le parole di chi le ,dettò ·per avere un adeguato concetto alla u.niJìcaZJionesotto un solo sovrano di tutta lta1lia, del grand,e progresso sociale e ideale che si era compropugna la· Confederazione ltaliana, nella stessa p.iuto ,in Itallia •pri,ma,e durante la rivoluzione del 1831. guisa ,clhe è praticata in Svizzera e in Germania. « Garanzia della .'li·bertà civile e personale: to,lleranza « Questa Confederazione, conservando i diritti legit- d,i tutti i culti, ed abolimento deHa lnquisizione, come timi de' Principi r.i~ett,ivi, riunirebbe l 'ltaliia in una ancora delle ,giur,isdizioni temporali vescovili, e nosoila volo,ntà generale ; il ,che sarebbe non solo utile, ID_!na 0 1? almeno proposta aUi rispetti vi governi de' ma necessario alla. prosperità del di lei c0tmmmercio, V~escov.1,Parrochi ed a1ltri eserc,enti una giurisdizione ed aHa vaJ.i,dità ,della ,di ,lei d,ifesa ,da1lle aggressioni spirituale; eguagl1ianza di tutti in faccia alla 1legge, delio istrainiexo. La posizione ,dell'Italia essendo ta1 le e per conseguenza aboJizione di og,ni privileg,io, e da poter essere attaccata in più punti, quale Potenza de' diritti feudali; Rappresenta,nza NazÌo•nale liberaestera aiidire1blbe,.t,occame -uno Stato, o farne ad esso mente eletta da1l popolo nella emanazione delle leggi, una sopercher.ia, quando sapesse che l'ingiur,ia fatta ad e nella votazione delle i~poste; libertà della ,stampa; u,no ,sare1 b1be consi,derata un91 ingiuria fatta a tutti gli resp?nsabilità de' NI,inistri, e degli impiegati subalStati, i quali, per conseguenza sareib·bero tenuti a re- temi; fissazione d-elle liste civili -pel mantenim,ento spingerla, od a vendicallla? Quale sare;bbe in Italia d,elle Corti, e dei budgets per ,le spese dello Stato; qu,el popollo ,ch,e ardisse di attentare contro il proprio pubblicità de' giudizi ,civili e criminali e ,inamovibile,gittimo governo, quando •egli fosse certo che tutti lità d.ei Giudici ; Tribunali Collegia1li -e istituzio,ni de' .gli altri governi sarebbero interessati ed uniti a re- q,iury; Codice ~rimi~ale ,~e1;1zacon,~sca, Ia quale inspi;ngere 'l'insolenza ? Una tale Confed,erazione fareb- g1u,staiment-epunisce 1 fi~li. 1nnocènt1 della colpa del be rientrare I 'Italia ,nel rango delle Nazio'lli da cui padr~, e .·~ fosse :poss1~1le senza pena di morte; Ae ,calaimità ·de' secoli trascorsi, ed una tirannia po~ Codice C1v1le, Codice d1 Com:1neroio di Procedura litica l 'han111.0 1 fìn qui cancellata; e farebbe cessare Civile ,e Penale, fermezza contro gli abusi dell'AutoBiblioteca G.inoBia co
I PARTITI POLITICI DEL RISORGIMENTO 137 · I rità Ecolesiastica ; miglioramento della pu·bblica istruzione, ed attivazione dell ',insegnamento mutuo ; soppressione delle mani morte ; regolamenti sulla composizione delle a11mate in tempo di pace e di guerra ; uniformità de' pesi ,e misure, Je cui unità 5ieno inalterabili; incoraggia1nento ali 'industria nazionale ; prote2.ione ali' agricoJtura ; eleggibilità di qualunque cittadino ad ogni impiego, carica o dignità, purchè sia capace a sostenerla con decoro ed utile dello Stato, e generalmente tutto ciò che sull'esempio delle Nazion,i liberamente governate conduce alla prosperità delle Nazioni n. È un programma vasto e complesso, che involge tutti i proble.mi che furono poi promossi e discussi negli anni che cominciarono cdl 1846. Id piano attribuito al Bentivoglio, che sembra essere un semplice accomodamento, in quanto parte dal ri,spetto che devesi ad ogni singolo •signore d'ltal,ia (eccezion fatta, a quel che sembra evidente., dell'Austria, :straniera, qualora e•ssa non procedesse alla no... mina di ·un Vicerè che avesse veramente tale funz,ione, e quindi una certa autonomia di &onte all'impero), e a delle condizioni dii uguaglianza di diritti e doveri da essa faoilmente accettabili, è il più forte colpo di quel tempo a tutto il conservatorismo, alla concezione c1 he ,sembrò avere il sue trionfo nel Congresso di Vienna, e specialmente nella Santa Alleanza. Il programma è lo ,stesso, in fondo, che sarà ripreso, co,n le debite variazioni, negli anni 1859-61, quando si trattò di dare .un assetto logico, li,berale, nazionale, generale ,e ne·llo stesso tempo u-nitarioi al Regno d'Italia. L'indirizzo chiude con questa ca-Ida perorazione rivolta a,i Principi itaJ,iani: « A Voi, o Principi, che signoreggiate I' lta:Iia, ,sono dirette queste p~he considerazioni. Possano queste farvi sentire nel cuore una punta di ,miisericordia per una nazione c·he fu d,i tutte la i)iù -illustre. Da Voi dipénde la 5Ua felicità, o la conti,nuazione dei mali che ila straziano ; e l 'o,bbrobriosa vergogna di non ridonarla nei rango delle Nazioni, rende voi dipendenti e ;soggetti .agl' interessi della pol,itica dei gabinetti più forti. Date un'occhiata aillo spirito che domina l'Europa, e conoscerete, che una costituzione Ii,berale e uniforme, e la Confed.eraiione degli Stati d'Italia poiSSon~ _preservare questo bel paese da quella catastrofe, che ,i lumi, Ja giustizia e la ra~ione di Dio minacoiano a tutti i governi assoluti e dispotici. J> · Grandi parole, scritto preciso e nitido, il p,iù si:.. gnificativo for,se d,i quanti apparvero poi sporadica- • a 1no n mente ali}'este,ro o in Italia, prima del Primato del Gioberti, prima 'del Balbo. Uno iSCiitto c,he ·sa cli « 1 forte agru•me », soprattutto perohè ,messo in 1bocca a Domenico BentivogJio, il quale, a capo dei volontari del papa, stava per •invadere, alla ,fine de1l 1831, la Rom.aigna e ·stroncare l'intrinseca contenenza spirituale e reale di tutto quanto nell'operetta era detto. Ali' Indirizzo, altre pubblicazioni, intonate su tale argomento•, fecero più tardi seguito. ,Per un certo lato si intona, ad esempio, alla F ederazione ,(,ma nel concetto fondamentale di unità) il Sismo,ndi ,nello scr,itto Delle speranze e dei bisogni dell' ltalia. Vuoile l'_unità con s-forzi di tutti •gli italiani, e poi, o un governo centrale o una federazione, a :base d1 i ,libertà. « La storia, egli scrive, ha dato• ali' Italia una grande lezione sui funest,i effetti della sua divisio,ne: è a questa ,che tutti gli uomini che riflettono attribuiscono la perdita dell' indipendenza nazionale ; così il primo e ,il più ardente desiderio degli italiani è di ricostituir5i come un corpo potente, il quale ah,bia i mezzi di farsi ri$!pettare e temere ; questo è il pensiero degl,i italiani ; ma le loro rimembranze, le loro abitudini, le loro affezioni li riconducono verso una patri~ circoocritta, alla divisione in piccoli principati, o quale ella esiste o quale ha esistito testè. La guerra sola può ricostituire una nazione italiana, o sotto la forma di un governo centraile, o .sotto que·lla di una posse.nte federazione, composta di otto o dieci ,Stati ; mentre che la pace e una transazione che sarebtbe dell'interesse di tutti i partiti, possono cal,mare l'agitazione degli italiani, soddisfacendo almeno aHe loro rime1 rnbranze, alle loro a:bitu~ dini e allle -loro affezioni, e rendendo loro sotto i governi presenti le libertà municipali. Non appartiene. all'Italia la scelta tra queste due vie al ristaura,mento; elda .ha chiamato la guerra con tutti i suoi voti, e non ha risparmiato nè sforzi, nè sacrifìzi, per preoipitarvisi con tutta Europa ; e:lla lo farà sempre fìnchè i . . . ' . ' suoi pab,ment,1 saranno s1 gravi, e sara se.mpre una occasione ognor rinascente di guerra, fìnchè non si comincierà a far qualche cosa per lei. » Lo spirito federalista, affer-matoisi nelJa metà del 1831 ,colla sua più originale ed efficace e forte espresSiÌon~,non fu più abbandonata, quantunque non avesse allora fortuna; come non ne avesse più tardi nel 1847-48, quando, per un momento solo, parve che · Cesare e Piero si avvicinassero, si fondessero, nella · concezione di una Italia grande e uguale. Fu anche allora un'illusione: oramai tale .sp.ir,ito era superato! ALBANO SORBELLI •
DI BRUNO .SAÈTTI PITTOl~E ( ,. .. t ' . E parso a tutt 1 gli intendenti di co--· se d'arte_, che han visitato· la ·mostra personale del pitto .... re Bruno Sa etti, nelle Sale del Cena .... colo « F. Francia», di scorgere nell' o..., pera di questo gio .... · vane largo retaggio di istinti pittorici e di sentimento ~qui .... librato, vaste passi .... bilità di esecuzione, ricca e fresca vena, • e serena e sicura volontà di fare. Non a tutti, 9 m'è parso, i risultati . . ' . concreti cui e g1un-- to, e la via cui si ' . . e 1ncamm1nato per . . esprimere comp1u .... tamente se stesso. Vediamo, se pu..., re· in una rassegna per esigenze di spa .... zio troppo affretta .... - ta, di assolvere in qualche modo al compito, dacchè la serietà d' intenti di • questo nostro p1t.... . . ' tore merita ser1eta • I riava dubbioso, co-- me cercando un punto qualunque di orientamento, si fìs--- sa a mm i rato , la mente sosta racco},.. ta, il pensier.o può finalmente seguire, passando da ·una audacia insolita di · toni a un pentimen,... . to, da un' abbon-- danza improvvisa a una sobrietà quasi scheletrica, il pro,.. cesso logico di svol-- gimento spirituale da tela a tela, e per -- cepirne il legame . ' . . p1u 1nt1mamente profondo. S'intende per..., tanto come, tutto questo aJtro non sia · che l'effetto di una . ' matur1ta precoce , di considerazioni. PICCOLI MUSICI acquisita dal pittore per molte esperien..., ze, in uno spazio di tempo relativamen..., te breve : processo non nuovo del re-- sto, anzi decrepito, massime per quegli che abbia dalla na- . tura ricevuto batte~ A tutta prima, . nel gettar l'occhio sulle molte tele distribuite alle pareti, s' ha l'impressione che sia assente fra di --esse(quel legame di continuità decisa, eh 'è solitamente proprio, o dovrebb'essere, di opere concepite dallo stesso spirito, espresse dalla stessa mano, frutto dello stesso sforzo. ' lt Ma non è questa che una prima impressione fuggevole: nè v'è da fidarsi. · S'è colti allora d·a quella tal quale diffidenza, che prende talvolta l'osservatore amoroso dinanzi a un' ~pera della quale non si possano definire a un' oc.... chiata i certi limiti, abbracciarne d'un tratto i valori, e che consiglia al giudizio una guar'dinga cautela. Epp~rò mano a mano l'occhio che pr.ima sva .... I ~ simo completo di artista. Così, per le·stesse ragioni, a un esame più diligente, altre doti. decise emergono in fasciò, che parevano disperse o confuse, si raccolgono completan .... dosi, concorrono e si fondòno compiutamente in \!Ila dote unica che assume un suo proprio volto distinto, che forma e stabilisce agli occhi dell'osservatore il temperamento particolare, la individualità originale dell'artefice. , E primo fra tutte e dato vedere, nell'opera di questo giovane, un senso rarissimo della misura : di quella virtù particolarissima che insegna di saper finire a tempo, di saper raggiungere quel punto essen ... ziale che molto dice e molto lascia intendere all'occhio vigile, alla sagace fantasia, cui s'accompagna in
DI BRUNO SAETTI PITTORE 139 perfetto equilibrio una singolare perizia nel distribuire i diversi valori cromatici del quadro, nel formare· l'ambiente ove vivono le immagini uscite dal proprio pennello, nell'evitare quelle possibili dissonanze che, se anche frutto di una esuberanza di . . . vena potente, ma non saputa contenere nei g1ust1 limiti di un ragionamento interiore, turbano e sviano l'armonia composta che deve necessariamente esistere fra figura e figura, fra piano e piano. Queste sono, si può dire, le virtù fondamentali della pittura di Bruno Saetti. Cui si deve aggiungere un peculiare istinto di colorista arioso e succoso, senza divenir mai violento, un compiacersi di certe audacie chiaroscurali, senza apparir mai tenebroso, un modo tutto personale di ottenere talune fusioni d' impasto, nel risolvere certi trapassi lievissimi o rapidi da ombra a luce, nel cogliere con sapiente efficacia le sfumature più tenere dentro gli ondulamenti di una veste o nel colore morbido delle carni nude. T ùtto questo a un primo esame. Poi spronata, la volontà d' intendere s'acuisce in una indagine più metodica e attenta, e suggerisce la necessità di risalire al principio, di seguire dal suo primo sbocciare l'operosità del pittore, passo per . . passo, esperienza per esperienza, fino allo sviluppo completo della , sua sicurezza espressiva, liberata dalle panie della inesperienza. egli cerca i mezzi· . per giungere a . questa espressione. E può dirsi che questa maniera abbia in mas- • • • I\ s1ma tutti 1 vari pregi di spontaneità, di freschezza, d'istinto e anche di assimilazione che derivano dalla sua feconda . natura, riccamenLE CIVETTE te dotata, e che dovranno poi attingere un più completo e complesso sviluppo, e tutti quei difetti, se così è lecito chiamarli, e quei dubbi e quelle dispersioni che son proprie di una inesperienza vogìiosa di fare a ogni costo, di tradurre i11 atto le p·roprie necessità spirituali, e che si innestano nella sua opera da inquietudini e incertezze formali, da quel non saper dare, cioè, al contenuto delle proprie fantasie, quella perfetta espressione che deve a quello aderire con cristallina trasparenza, e formare con esso contenuto un tutt'uno indissociabile e indissolubile, e anche da influssi mal capiti o ancora mal digeriti, eserci ... tati sulla sua sensibilità vigile dall' opera di altri artisti maggiori. I . nomi non contano. Ed ecco delinearsi ben chiaro lo svolgimento logico di tutta l' opera che, per alcuni segni manifesti, si può a maggior chiarezza suddividere in tre periodi, i cui trapassi, se pur lievi possono apparire rispetto al progresso di maturazione spirituale, paiono invece ben distinti L'ALCOVA Questo suo primo atteggiamento, che si traduce in molte prove e bozzetti, taluni dei quali han più del ABBIGLIAMENTO . Biblio eca :,ino Bia nei riguardi della forma. V' ha di fatto • una sua manrera d' inizi o, allorquando la propria . . sicura vocazione · s 'al:faccia allo spi- · rito dell'artista co- . ' me una necessita · psicologica, come un bisogno incontenibile d' espri- . . mere 1 moti spontanei dell'animo, di dar vita alle im- . . . magini avvicendantisi nella propria fantasia, ed o tentativo, che del vero e proprio risultato, ma in cui chiaro appare peraltro il sicuro affermarsi di{tutte le più feconde facoltà native del pittore, culmina, corne perfetta espressione di un periodo, nel ritratto della Madre, in cui sono palesi i segni inconfondibili di una sensibilità e di un istinto pittorico non comuni, e di una sentita e vigorosa potenza _di esecuzione. · L'amore alla propria disciplina e l'amor di figlio paiono congiungersi in questa tela in una felice ed equilibrata fusione, creando una risultanza mirabile: la succosità opulenta degli impasti, la vigorosa plasticità del rilievo nelle carni colorite e massicce, la sapienza costruttiva del disegno affiorante di sotto la crosta cromatica, si congiungono compiutamente alla forza, alla serenità, alla .vitalità potenti, diffuse sul volto della madre, capite ed espresse dal figlio e dal pittore paganamente. Già da questo ritratto si rivela anche in modo deciso l'animus particolare di questo artista, la natura
I . 140 ANGIOLO GIORDANI intima del suo speciale amore alle cose viventi ; la sua nativa tendenza a rifuggire il dolore nei suoi molteplici aspetti, ad esalta r sempre con un inno irrefrenabile la gioia indicibile del vivere nella gloria ·del sole ; ad indugiar volentieri nel cogliere la giocondità fragrante che s' irradia dalle facci e attonite dei bimbi, che canta nel riso squillante e sano delle donne, che s'annida nella sanRITRATTO DI GIOVINE tità feconda della famiglia. I molti bozzetti di questo periodo ausiliano in larga misura questa considerazione. . Poi via via altre prove si avvicendano, altri abbozzi si accumulano, e s' intravvede nella sua arte spontanea. un nuovo e più limpido orizzonte. · Le idee pittoriche dell'artista si fanno man mano più larghe, la visione più equilibrata e sicura; la sensibilità nativa stupisce di contro ad abissi inesplorati, la volontà s'affina contro asperità sempre nuove che si tenta di superare; la luce massimamente esercita più potente il suo fascino sulla sua natura, e la pennellata obbedisce più sentitamente a· questo nuovo stato interiore. A poco a poco le varie influenze dei maggiori e le molte esperienze, completamente assimilati dal1' intelletto dell'artista, divenuti carne della sua carne, sembrano dimenticati per dar luogo a una visione . ' . . . ' . . .. p1u ampia, a una concezione p1 u intima, a una interpretazione più luminosa del vero esteriore. E sia che il pittore s'abbandoni alla serenità che aleggia nella vastità dei campi, e cerchi rapirne il soffio lirico nei molti studi di paese, o colga nella quieta penombra della propria casa affetti e aspetti inconsueti, o s' indugi con amorosa indagine nel gioco ambiguo di ombre e di luci' raccolto nelle pieghe di un drappo o nella squillante trasparenza di un coccio, o nella gioia policroma di un fascio di fiori, o voglia rendere in sintesi un « movimento >> o fermare con intuito psicologico felice una espressione fuggevole s4 un volto, ovunque è chiaro il processo ascendente verso una conquista nuova, verso una liberazione agognata, verso una più ardita affermazione duratura. Compimento di questo periodo, oltre i rriolti bozzetti, son tre lavori, che stabiliscono i giusti 8-ibliotecaGino • 1anco limiti delle nuove esperienze: Ritratto di giovine· donna Giovinetta dormiente, e Ritratto di giovine. N;l primo di questi principalmente emerge in modo sicuro questo progresso. . . . Ecco che quivi ogni facilità o frego!a d1 1mprovv1sazione se mai ve n'è stata, scompaiono, ma tutto ' . lo sforzo è inteso ad attingere minutamente e scru- . polosamente il risultato sintetico, esercita?do una. cura mirabile e paziente nel legare particolare a particolare, effetto ·ad effetto, traverso una grada-- zione sottile di trapassi cromatici, contenendo con· mano sicura gli impulsi e le esuberanze del proprio, ardore dentro le nude possibilità della forma. Lavoro questo di lenta fatica, .di accurata e diligente preparazione, ove ogni dubbio di interpretazione non appena apparito è con felice sicurezza · risolto, e dove tutte le più preziose virtù dell'artefice convergono raccolte in una sintesi perfetta di capacità e di vigore. Seguono il quadro Giovinetta dormiente e alcuni bozzetti mirabili per concezione e fattura, quali : Conversazione, Le civette, Contemplazione, Affetti, in cui fra l'altro è palese lo sforzo assiduo, di questo nostro pittore, di dare lib.era via al proprio concepimento,· liberandolo da ogni impaccio o inquietu-- dine. Il ritratto del sottoscritto partecipa di questi . pre&"I. · E a questo punto, può dirsi, che l'artista raggiunge la sua piena libertà di espressione. Padrone assoluto dei mezzi pittorici, eh~ non hanno più per lui alcun segreto, scaltrito dalla diuturna indagine introspettiva, egli può finalmente ricoprire - per dar dentro in una sgangherata metafora - le immagini dei suoi sogni di acconci abbi--- gliamenti, superando ogni impaccio , ab-- ban donandosi . pienamente, com'è nel suo carattere , alla serena voluttà • del creare. L'animo e la mano, matu-- ri, son liberi finalmente d'o- . perare con sicurezza. I fantasmi della sua fantasia , passando traverso il vaglio della inti-- . ma coscienza , ~II.-\ MADRE
• DI BRUNO SAETTI PITTORE 141 artistica, prendon spirito e forma liberamente, e liberamente egli guida tutto il retaggio delle proprie inclinazioni eccezionali ad un sicuro. porto. Tentativi, prove, bozzetti, tele di minime e vaste proporzioni, si vanno accumulando. Piccoli musici, La volpe, Abbozzo di ritratto, Concerto, La bautta, Il dono, Oriente, sono i frutti più saporiti di questa attività. In essi la luce trionfa in tutta la sua smagliante potenza, investendo di chiari barbagli caldi candori di çarni femminee, gruppi di bimbi coloriti e polputi, curvi sopra disadatti strumenti, levità serica di drappi ed abbigliamenti esotici; soffiando la gioia sana che nasce dalla vita operosamente vissuta dentro .. • pupille ammiccanti di fanciulli e di donne,· sus~itando nella fantasia dell'osservatore immagini e motivi non facilmente caduchi. Lavia è ormai aperta e ben s' intende come questo giovane artefice, che ha per divisa unica: « lavorare silenziosamente » non soffra più indugi. Che importa allora se per le strade del mondo impazza la buffonesca carnevalata delle polemiche, o se gli evirati del senno dàn dentro in matti ragio~ namenti per mascherare la propria impotenza, o se con sfacciata impreparazione i cacadubbi di una critica improvvisata si dànno in faccia scambievolmente il fumo degli incensi meschini? È fumo. ANGIOLO GIORDANI I ., Le nazioni escono dalla barbarie accrescendo le loro forze e rendendo così la sussistenza sicura; non passano alla coltura se non accrescendo i loro bisogni. Ma i bisogni si sviluppano più rapidamente delle forze, tra perchè essi dipendono dalle sole nostre idee, tra perchè le altre nazioni, . . - . . . . . . ' • t • .. . ' · senza comunicarci le loro forze, ci comunicano volontieri le idee, i loro costumi, gli ordini ed i vizi loro, il ehe per noi di11enta sorgente di nuovi bisogni; e se· allora, crescendo questi, non si pensa anche ad accrescere le · · nostre forze, noi non a11remomai quell'equilibrio di forze e di bisogni, nel che solo consiste la sanità degl' individui e la prosperità delle nazioni: _i passi che faremo verso la coltura non faranno che renderci servi degli stranieri, ed una coltura precoce e sterile diventerà per noi più nociva della barbarie. V. CUOCO ·- Saggio storico della Rt1Joluzione Napoletana ·oteca Gi o n •
• .. . ASpetti ·e~onomici dClla crisi dellà- clasSe colta • Si ri1 pete ·da inolti che le condizioni economiche degli impiegati ·di concetto, degli insegnanti, dei nÌ.agistrati, e in ,generale ,di .tutta quella che in senso lato ipuò dirsi la classe -:olta 1del paese, sono .assolutamente inadeg,uate an-che alle esigenze più :modeste .della vita nei centri urbani. Lo si ripete .c·ontinuamente e si auspicano in conseg·uenza i fa- \mosi miglioram,enti economici. Ma il problema, intanto, rimane sempre allo -stesso punto e senza molte speranze dì prossima soluzione : d,el resto gli eventuali· pannicelli caldi di aumenti limitati a qualche centinaio ,di lire lo lascerebbero egual ... mente insoluto. Vediamo ,di precisa-re i termini 1 del problema. C,he gli stipendi siano bassi non vuol dire senz' altro che siano· inade-guati, poichè se la Nazione, per la sua pove.rtà, non consentisse assolutamente stipendi maggiori, essi -diverrebbero -per ciò stesso pienam•ente adeguati. N1 è. maggior luce al 1problema p·uò portare il confronto con le condizioni dell ~ anteguerra : anche se, tenuto conto della svalutazione della lira ,e ·del maggio!r costo della vita, si •potesse giungere a eguagliare perf etta·mente i ·nuovi stipendi agli antichi, non si sa-rebbe perciò nelle stesse condizioni di quindici anni addietro : il problema è problema di classe ed è sorto come conseguenza necessaria .del rapido elevamento ,delle con1dizioni ,del -proletariato. " , , La gue,r.ra ,ha condotto al trionfo delle esigenze vitali ,del socialismo, e nel 1dopoguerra il crescere vertigin,oso 1dei sala-ri per poco non ha trascinato dal trionfo al disastro. Era tutto ·un movimento, alimentato lungamente in -d:ecenni di .pre-- parazione, che la guer,ra aveva fatto fruttificare con estrema velocità e violenza. Il ,p-roletariato, richiamato alla coscienza -delle proprie forze e .della propria dignità dalla insistente ,propaganda ·dei socialisti, si era im.provvisamente ritrovato e riconosciuto nell. immane sforzo di quattro anni : una · esperienza varia e multiforme, intensamente vissuta, aveva· arricchito enormetl1ente le coscienze anche più grossolane ed inerti. E ,durante la gue:<ra, e, _sop:rattuto, dopo ave:< vinto la guerra, qu•este coBibli tee Gi o • 1a e scienze così ri1destate ,hanno teclamato ed imposto nuove condizioni di vita. · Nèlla rapida ~orsa per la rivendicazione di rriag~ gio1ri diritti la classe colta ·della Nazione rimase in .disparte, quasi ,dimentica e dimenticata. Non che il socialismo fosse ad ,essa avverso o che, al contrario, fosse essa avversa al socialismo, chè, anzi, non mancarono i segni di una certa solidarietà nella lotta e 1pe11fìnnoei -mezzi pe:r la lotta im,piegati. Chi non ricorda, ad esempio, lo sciopero degli insegnanti? Ma nella classe colta le 1 ragioni di malcontento erano molto .minori, il socialismo meno diffuso e più all '.acqua di rosa; ,d'altra ·parte una certa inettitudine e una certa riluttanza a adoperare i metodi di lotta violenta avevano· finito col con,du,rre a un movimento di protesta molto limitato e superficiale. I suoi irisultati furono. pressochè nulli. Un'enorme ~perequazione in confronto con l'anteguerra si venne çrean·do nel breve volgere ,di qu.alche anno. . E a questa sperequazione ci siamo f erm'ati : il F a~cismo ha arrestato il ,processo, ma non lo ha ancora pir,ofondamente corretto. Basti ricorda-re un momento la condizione dell'impiegato di concetto o del professore nell' anteg•u,er-r.aE. ra povero sì e non viveva certo molto •meglio -di oggi : quanti stenti per educare i 1figliuoli, per ,portarli, su, su, attraverso tanti anni ,di scuola e ,fino ali' a·m.bìta laurea ! Quante privazioni •e •quanti sacrifici ·per acquistare •un po' ·di libri e continuare a studiare ! Ma, nonostante queste dure condizioni, non gli mancava del tutto qu,~l ta~to c1 he salvasse la sua dignità di uomo colto .. Egli era tuttavia il « signo,re », e come tale rispettato 1 dall 'uomo del popolo ; il suo g·rado e la sua posizione sociale erano tuttavia considerati con invidia dall'operaio. E sforzi addirittura eroici erano fatti 1dall'operaio, specialmente n•el1' Italia meridionale, perchè anche i suoi ,fì,gli, al-, meno uno, ,potesse seg-uire gli studi e cambiar ,posizione sociale, diventa·re impiegato, ,come i « signori ». Quell' uno -era il migliore, quello di più a·perta intelligenza e ·di più forte volontà, quello che riusciva a dirozzare la sua mente e a portare nel tugurio il li,b,ro e a vivere di esso : una sele-
ASPETTI ECONOMICI DELLA CRISI DELLA CLASSE COLTA 143 zione delle più rigorose si effetiuava dunque tra i giovani ·destinati a far parte ,della classe colta, e appartenervi era, d·unque, una delle maggiori ambizioni~ Oggi tutto questo è quasi soltanto un ricordo : lo sarà senz'altro in un pirossimo avvenire se continueremo a tener 1 gli occhi chiusi. Oggi tra proletariato e classe colta non c'è quasi differenza di condizioni economiche : gli stipendi degli. impiegati di concetto sono pressochè uguali e,· anzi, almeno .nei :primi gradi, molte volte inferiori ai salari degli ope.rai. E il teno·re ,di vita del ,proletariato si è elevato in conseguenza ,fino ad eg,ua-gliare o quasi quello della ,piccola ,borghesia. ,L'impiegato non è •più il « signore » : la suà .posizione sociale è guardata con indifferenza o addirittura con com- _m_iserazione. La cultura da lui rappresentata ha .seguìto la stessa sorte nella estimazione generale. Le conseguenze di un tale radicale capovolgimento vanno già mostrandosi con sintomi più o meno gravi. I padri che in altri tempi avrebbero fatto ogni sacrificio per far proseguire gli studi ai loro .figliuoli cominciano a domandarsi se ne valga veramente la -,pena. ,Do·dici anni di scuola postelementare per giungere, sì e no, a una laurea che promette un palli.do avvenire; dodici anni, oggi che la vita ha un ritmo sempre più celere e mutevole, costituiscono una pros•pettiva tutt'altro che inco- _raggiante per un padre di famiglia. E intanto quelli che hanno ·già compiuto gli studi e che debbono avviarsi ad una professione rimangono esitanti innanzi alle ca:rriere offerte ·dallo Stato. I migliori cercano altre yie : agli uffici e alle scuole rimangono_ gli elementi ·.meno buoni e di più sca:<sa iniziativa. Negli ultimi concorsi per i Ministeri il nu- ·mero dei candidati è stato ridotti3Jimo; le ca·.:te- ,dre delle scuole medie ·debbono essere coperte da supplenti o da donne e da preti ; gli insegnanti per ·1e scuole elementa.ri -maschili non si trovano più. E domani ? Domani la· crisi_ dovrà ancora ac- ~centuarsi, con effetti sempre ,più rovinosi. Avremo ·una più profonda selezione a -rovescio, e q·uindi una burocrazia e una scuola sempre meno colte e fattive. T·utta' la vita del paese dovrà risentiirne le conseg.uenze. _Anche perchè tutto questo stato di cose ha portato. indirettamente a una svalutazione impressionante della cultura, che non desta ormai rispetto e Biblio e a stima, ma insofferenza° e anche dileggio. Il rapido benefico diffondersi di una certa cultura nel proletariato 1ha contribuito, in un certo senso, ad a·ggravare ii male. T·ra proletariato e classe colta si ·è eliminata anche ,per que~ta via l'antica differenza radicale. L'operaio non ha .pe:cla cultu·ra i_l rispetto che incute il mistero di .un •mondo assolutam,ente ignorato : anch' egli ne sa qualche cosa, molte altre presume saperne, e insomma si ·è accorto che è solo questione di più e di meno. 1 Da una _parte cultura che diminuisce, dall'altra cultura che si diffonde : e la democrazia o la demagogia del sapere che trionfa. Quali i rimedi ? Si tratta di crisi profonde che non ammettono rimedi taumaturgici da cambiare la situaziòne dall 'og1gi al domani. Sono crisi che si risolvono con la reazione prodot.:a dal loro· accentuarsi e dalla constatazione dei loro effetti. Ma intanto occorre affrettare q~esta -consapevolezza del pericolo e del danno, e far nascere nell'opinione pubblica ·il senso della ,gravità del problema. E questo soprattutto 1perchè una tale crisi è per forza di cose destinata ad avere un corso· sotterraneo e perciò poco visibile agli occhi dei più. La crisi più c1 he di quantità sarà di ,qualità e perciò relativamente poco appariscente. In un paese di super--- popolazione come l' ,Italia, difficilmente potranno mancare gli uomini necessari a coprire tutte le cariche affidate alla classe colta. Si troveranno sem... pre degli indivi1 d·ui che /a~te de mieux si aci::onceranno agli stirpendi statali· pu·r di tirare innanzi in qualche ·modo. Ma saranno i meno adatti, gli incapaci di fa:rsi largo nel mondo, i pavidi ado:<atori ·d-el27, i travets per forza di tradizione. La burocrazia, la magistratura, la scuola d.iventeranno smidollat•~ e ignoranti : la selezione dei buoni sem- . pre meno r1go:cosa. La coscienza ·del .pericolo è ancor vaga o assente : bisogna crearla ed alimentarla. Bisogna con- . vi~cerci che un popolo ,moderno è grande quanto Ja sua cultura; che_ la classe colta è· la sua classe dirigente ; eh' essa dunque deve costituire I' unica V•eraaristocrazia della società contemporanea. E la via allora si aprirà se~z' altro innanzi a noi, e sapremo rip·ristinare ed anzi accentuare in ogni senso - e naturalmente in quello economi.~o - il distacco che non può non essere tra 1 proletairiato -e classe colta. UGO SPIRITO • • •
• li .. . , TA~ANTO FORTE NAVE ·o~ ITALIA- l • ' • \ ., ' Si spandeva a on.de un 'aria fragrante di distese libere e di fre$cura. . , ' I colonnati peripteri immortali di Metaponto mi sussurravano ancora parole arcanè .. Metaponto, Era ... clea, Siri, Sibari sono labbra semiaperte e doloranti d'un tragico viso. Serbavo il ricordo di rovine severe e colossali, di fantasie· medioevali di ricami e di trafori; di paesaggi rudi, di monti, di nidi intimi e odorosi di mare, di marine lunghe sbattute, tragiche, di visioni di modernità cittadina laboriosa. · A tutta questa bellezza_mite e terribile, che sta come altare di un culto, ho ripensato intensamente inquieto, :ansios~ di sapere e di capire se questo bene-- detto• paese sia anch'esso partecipe ·dell'ora sublime. Queste tre regioni « sono tre mondi e le chiude nello spazio .u. n infinito bacio di mare e un ·tremito voluttuoso di aranci e di palme, e le s~gue il tempo del tormento· d•ei nostri· ·cuòri sin entro i colonnati ·dorici ·lucidi e puri, tra l'opera sottile dei figulinai micenei.» con le policromie dei vergini dipintori italioti e tarantini, col linguaggio di Pitagora e il pensiero di Parmenide ed i calcoli di Archita miste..- rioso, << su su verso Egina e l'avida gola argolidea e· la rude vela egizia recante i leoni di Micene. » Gli Eleati, i Pitagorici, i Bruzii, i Lucani, i Messapii - scrive Paolo Orano - sono stupendi riflessi di soli lontani sulla terra italica. Sono lo sfondo antichissimo su cui la quercia latina cresce e gitta i suoi rami tenaci e nodosi. « Pitagora maestro, sacerdote, fondatore di una scuola arcana ove si cova il destino politico di Cro- .tone doviziosa, Pitagora pontefice e profeta che muore sulle scalee del tempio · di Metaponto; e: Senofane, che dall'Asia Minore naviga ad Elea col suo ardente spirito di propagandista del razionale; e ,Archita " filosofo e matematico della scuola pitagorica, amico di Platone, reggitore e guerriero della Repùbblica di Taranto " ed Empedocle d'Agrigento,. con. la sottilità della sua teoria dell'Amore e del- - l '·Odio·, sono i precursori su terreno italico• dei •grandi sistemi del pensiero ellenico, ed i germinatori della· rinascita italiana. p TARANTO - PANORA.t."1ACITTÀ VECCHIA ..
.... TARANTO FORTE NAVE D'ITALIA 145 La costa dell' J onio? Ora sterile e spoglia, ora frondeggiante ! È una lunga via velata per cui passa tacita una pompa di veli e di ghirlande. Ci giungono i ritmi severi di Ennio, di Livio Andronico e di Orazio riscintillanti per mille vivacissimi raggi di luce greco--latina. Plenilunio sul ·Jonio Fasci di luce proiettava il faro di Capo San Vito: scie luminose si allungavano nelle onde come razzi penduli. Il cielo rideva sereno sulle isole di San Pietro e di San Paolo, occhi dei mari vigilanti il grande golfo. In una notte lunare il poeta soldato, che per impeto lirico ed azione gloriosa segnò il -destino di Fiume e dell'Italia nuova, invocò la severa educatrice della Magna Grecia. Taranto sol per ancore ed armeggi assicurar nel bel difeso specchio, di tanta fresca porpora rosseggi ? A che fra San Cataldo e il suo vecchio muro, che sa di Bisanzio e Aragona, che sa Svevia ed Angiò, tendi l'orecchio ? Non balena nel mar grande, nè tuona, ma sul ferrato cardine il suo ponte gira e del ferro il suo mar rintrona. E la bellezza ebbra, molle, quasi orien tale di Taranto, la intese con nostalgia . Leonida da Taranto, lontano dalla patria; la sentì Orazio come armonia del paesag-- gio italico, la celebrò T omaso Nicola di Aquino (1655--1721), che additò nelle « Deliciae tarantinae >> il dolce mare, ove emerge una antica città fattasi grande nelle vittorie che portò su Roma; la senti Paisiello che chiuse nel petto devotamente le. sinfonie del mare sonante. -- Il fantasioso carattere dell21:regina dell' Jonio Così vario e bizzarro è il carattere della capitale della Puglia, che, visitandola una prima volta, par d'essere rapiti da un sogno. Nessuno, per fervida fantasia che abbia, può immaginare il tripudio luminoso dei negozii che si celano tra l' intrichio delle viuzze ai lati di Via del Duomo, del Corso Cari-- baldi - che costeggia il Mar piccolo - e del Corso Vittorio, che domina colla sua ampia terrazza il Mare grande, cioè tutto il Golfo. Sono queste le popolose arterie della vecchia Taranto. « Mura forti stringono come in una cor-- teccia questa compatta famiglia di tufi e di mattoni, e le porte sembrano forate con lo scalpello piuttosto che costruite apposta >>; sono strette e alte per giganti che anelano il dominio sul mare; cupe e profonde come un condotto ed una trincea. Fra le case che si aggrappano con ascensione Biblioteca Gino Bianco deliberata, su su per la spiaggia, si elevano nella loro rigidezza e nel loro carattere chiuso i colonnati giganteschi del sacrario periptero ..e..sastilo di Poseidon (tempio della Trinità), il Duomo della fine del secolo Xl, la chiesa di San Domenico (1223), il Castello, il « Pritaneo di Federico I I (Palazzo Ceci) >>. A Taranto come a Crotone ed a Locri ! « Piazze che furono anfiteatri ed acropoli, ampie vie aperte sulle ruine del Foro >>, vasche fra rosai ed aiuo-- le, baluardi una volta templi, « mura piantate sugli abissi e abissi formati dove erano mura )>• Mille ferite e mille cicatrici di guerra che si aprono nelle città antiche, come nelle carni vive del nostro popolo. TARANTO - MARE GRANDE E L'ISOLA DI SANJPAOLO La città moderna Se il dedalo della città medioevale, alta e protesa su un promontorio, ridotto ad isolotto fra i due mari ed il canale navigabile, è una rete di viuzze strettissime, di vicoli brevi che intanano entro angiporti misteriosi, o sbucano entro cortili, - dove all'improvviso il passaggio è sbarrato da una immagine sacra nella nicchietta di un pilastro, o dal frammento di una cima .... sa con teste di leone, o da maschere goffe, tragiche o satiresche di derivazione greca (che sono incastonate · sui più notevoli edifici di Via del Duomo), o dalle immagini vive di ragazze che da balconi sporgenti e da terrazze guardano con nere pupille velate di voluttà ed evocano le eleganti e graziose statuette fittili dall' andatura facile e leggera, i gesti ritmici gentili, raccolte nel Museo di Taranto - la città moderna, davanti alle torri rotonde del Castello ed alla grave e ferrea mole del ponte girevole costruito dal Cottrau, stendesi a guisa di uno scacchiere vasto, grandioso, adorno di moderni ed eleganti edificii, fra ampie strade rettilinee, che fanno pensare agli eroici, vigili e poderosi eserciti allineati della Patria in armi.
146 CONCETTOVALENTE Fulgori dell'arte c~assica Trasportiamoci a Taranto, la città massima fra tutte le metropoli italiche dell' J onio. << Era - osserva B. G. Amorosa - molto più vasta e popolata di Atene, ed in Italia seconda soltanto a Siracusa ". " La sua ricchezza enorme ebbe origine dal grande sviluppo del! 'agricoltura, delle industrie e dei com- . merci ". " I campi vi erano fertilissimi e doviziosi, fecondati e sorrisi da un clima mite, tanto. da far esclamare ad Orazio: " a me questa contrada ride più d'ogni altra ". « I Tarantini furono industriali operosi. Il loro mare era ricchissimo di due specie di conchiglie dalle quali estraevano i bei colori di porpora. Da una di esse stillavano il liquido turchino e da un'altra un rosso brillante, che, diversamente preparati e commisti, davano una varietà grande di tinte per le stoffe, fra cui ·la più bella e pregiata era la violetta. « La lana imitava il coloredelle viole merce la porpora tarantina ", scrisse Orazio >>. Posta-fra due mari e costruita in mezzo a due porti ampi e sicuri, a·poco·a poco la flotta di Taranto divenne la più numerosa e la più potente del Mediterraneo. Il grandioso porto di Taranto, detto da Strabone « bellissimo )), animato da vele policrome e da giganti triremi, era situato, ai tempi delle colonie greche, ove è ora il Mar Piccolo; ed « il ponte che lo chiudeva, mentovato da Appiano e da Strabone per la sua grandiosità e lunghezza di 800 metri, correva dalla rada Pizzone -. dietro )'Arsenale - . alla scoscesa spiaggia del promontorio « la Penna )) appiè della quale rimangono avanzi di poderose arcate. L'Acropoli dominava l'entrata del porto e abbracciava gran parte della città medioevale su alte scoscese rupi, che da tre lati erano lambite dal mare; dall'altro lato l'Acropoli ellenica era resa ancora più forte da una poderosa muraglia con un largo e. profondo fossato. Strabone disse che l'Acrop.oli ai tempi suoi serbava dello splendore che le veniva dal}' arte greca. Il porto era munito di torri quadrate; e da esso, per la porta principale T enè ... nide, così chiamata forse dai coloni spartani in onore di T emeno, e dalle porte minori che si aprivano sulla riviera di Santa Lucia e del Foro, salivasi verso il centro monumentale della metropoli. Il Foro, che aveva il portico ornato di colonne marmoree e di ·statue, alla sinistra della strada odierna che mena a Santa Lucia - ed è descritto da Strabone come assai grande - accoglieva il colosso lisippeo di Giove, in bronzo, compiuto cinquant'anni prima che i Tarantini cominciassero la guerra contro i Romani, ed il colosso di Ercole, altro lavoro di Lisippo, che fu trasportato in Roma sul Campidoglio da Quin.to Fabio Massimo. >) La città ellenica era adorna di templi : quello di Afrodite sorgeva nel1'Acropoli ; fra il Circo Massimo ed il Pritaneo erano il tempio di Nettuno, le Terme ed i ginnasi i abbelliti coi capolavori di Lisippo. Bibliotec Gino Bianco I templi greci Per comprendere Ia forza del genio greco, in questa che fu la massima sede delle creazioni architettoniche della costa ionica, dobbiamo visitare le colonne· scanalate del tempio periptero esastilo di Poseidon, che sono incastrate nella chiusa navata del sacrario nudo e abbandonato della Trinità, al principio della via del Duomo, e che, dall'alto dell'Acropoli di Taranto, guardavano il pescoso mare ed i colonnati dorici dell'altra sponda di Metaponto ellenica. Sopra un mas ... siccio capitello dorico di queste colonne gigantesche, che si elevano nella loro rigidezza e nel loro carattere chiuso, - opere scoperte da Luigi Viola e descritte nelle relazioni al Ministero della Pubblica. Istruzione ed all'Accademia dei Lincei : Roma, 1883, 1884, 1885, ecc. - è sospesa quasi sui trampoli, una pitto- . resca terrazza, dalla quale, fra i rami di un pergolato " spesso elevano strilli e canti nidiate di bimbi. Sono questi i soli avanzi di un'opera colossale sorta, forse, nella gloriosa epoca di Archita e di Aristosseno. Il tempietto funerario, che fu rinvenuto nell 'Arsenale ed illustrato dall'archeologo Quintino Quagliati verso il 1900, pur non avendo la sapiente delineazione architettonica dei sacrari dorici, in compenso conteneva affreschi policromi, << che ci fanno supporre di trovarci dinanzi ad un monumento grèco di periodo romano. )) Dominano, nella loro compattezza serrata, la ri-- dente spiaggia e la 'piana Padoara - campo di Pirro,. - i ruderi del tempio di Apollo Facinzio che si osservano ancora sulla collina posta fra Roccaforzata e Monteparano, « da dove, si crede che Annibale attendesse i segnali dei congiurati per muovere alla occupazione di Taranto, tenuta dalle legioni di Roma. )) Le intemperie hanno spogliato questi templi « del candore dello stucco e della vivida policromia, ma la carezza del sole - osserva Alessandro della Seta - è oggi aurea sulle pietre corrose e il cielo mette trafori di azzurro tra gli intercolumni. )) . Gli scavi e il magistero dell'arte tara.ntina -Tra il folto delle conifere del fiume Tara torna il pensiero al sogno miracoloso delle primavere mediterranee e lo spirito, che si affatica per il trepestio ininterrotto delle genti sospinte attorno queste spiaggie, risale volentieri dai progenitori )ontani dei villaggi terramaricoli - che lasciarono segni di vita e di morte lungo la costa tarantina, sullo scoglio del Tonno - alle splendide fioriture che si rinnovarono fìno ai tempi di Strabone e del poeta tarantino Livio Andronico, ed alle leggende la cui poesia è fresca come l'acqua dei fiumi del J onio, Alacre di spirito '.' come ogni colonizzatore, - nota, analizzando la fioritura dell'arte ellenica, Alessandro Della Seta ne L'Italia Antica pubblicata da I' Istituto Arti Grafiche di Bergamo - il Greco trapiantò qui la sua giovane civiltà. Era venuto per commerciare e vi
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