Vita Nova - anno II - n. 11 - novembre 1926

ARTISTI CHE SI CERCA NO: ORAZIO TOSCHI Orazio Toschi di Lugo ha esposto quest'anno al Circolo di Cultura a Bologna e a Modigliana, nella mostra commemorativa di Silvestro Leg~: non molte cose, 1 'una e l'altra volta, poichè egli è un lavoratore meticoloso e lento; eppure credo che siamo parecchi a ricordarci di lui. Le sue pitture, i suoi pastelli,· i suoi disegni possono non persuadere, ma non sono dei soliti. Da qualche anno la pittura, almeno qui da noi, in Italia, tende al robusto, al solido, al corpulento : quelli che ora sono i maestri dei più giovani, il Carena, l 'Oppo, l' Oppi, il Soffici, trattano il colore con la mano dura . con cui tratterebbero la creta : in alcuni dei loro quadri, le nudità pare che siano messe lì a rappresentare la pesantezza bruta della carne umana. Toschi è l'opposto : tutto leggero : . . p1an1 appena accennati, figure magre e . • ' . infagottato in scialli e coperte, non ha forma. Eppure il quadro, così ridotto a quel viso e a quelle mani, ha una vita sua: quel povero viso in ombra e quelle i povere mani sperdute in troppa luce bastano a farvi intuire la miseria di un corpo adolescente guastato dalla malattia. Il colore stesso, dove c'è, è come smorzato: fatto trasparente o fatto opaco, secondo i casi: tinte violette che degradano nel rosa, tinte lievemente azzurrine, tinte indefinibili, tra la madreperla e l'opale. • . Anzi pare che al colore egli si avv1c1n1 con e- . . s1taz1one, qua~ . . s1 con ritegno, come se esso smunte, corpi SERA DI UN GIORNO DI FESTA fosse un mezzo troppo violento per dare corpo ai suoi fantasmi : e anche nella tecnica cerca di attenuarlo : le sue poche pitture a olio sono lisce, simili nell'aspetto a pastelli, come per lo sforzo di togliere al colore ogni materialità. E do- più indovinati che rappresentati. Di nudo egli non conosce che le mani e il viso, e la nudità nè scende più giù del collo, nè si spinge più su del polso; il resto della figura umana egli ama ravvolgerlo o celarlo entro vesti ampie, che a volte non si cura nemmeno di drappeggiare, come se sotto di esse la carne non palpitasse. Bisogna riconoscere che, con tale parsimonia di mezzi, egli ottiene effetti non trascurabili. Guardate la Fanciulla malata: un giovane viso patito, sotto una chioma compatta e troppo pesante, reclinato su una spalla; le palpebre abbassate sotto una grande luminosità che sfiora appena la parte supe..- riore del viso e scende, sempre più viva, verso il petto e verso il grembo; le mani abbandonate sul grembo; due mani senza muscoli, male disegnate, simili a due cose senza vita. Tutto il resto del corpo sfugge ; le spalle appena si indovinano ; il dorso, il bacino, le gambe, tutto ciò che per un altro pittore sarebbe il segno indimenticabile della fèmminilità, è Biblioteca Gino Bianco ve il colore non c' è, dove c' è solo il bianco e nero, voi sentite che la luce con la quale le immagini si sono presentate alla fantasia del Toschi dev'essere stata una luce spenta o scialba: luce d'alba, luce di crepuscolo. Anche i titoli, in tal caso, vi dicono qualche cosa: Pomeriggio d'inverno, Sera di neve, Primo sole di primavera, Sera dopo la pioggia, Primaver·a nel convento. Il Toschi, come vedete, ama più le trasparenze luminose che non la luce completa. Così che è difficile trovare fratelli d'arte a questo pittore. Se in altri tempi ha subìto l'esempio di qualcuna delle scuole moderne, egli è oggi un solitario. E interessa per questo. Qualunque sia il valore definitivo della sua opera - e bisogna aspettare a dirlo, perchè è evidente che il Toschi è ancora al principio della sua strada -, a essere un solitario, proprio oggi, che il pubblico vorrebbe su ogni cosa cartellini di scuola, ci vuole del coraggÌo e della nobiltà.

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