Vita Nova - anno II - n. 11 - novembre 1926

IL VITTORIALE DEGLI ITALIANI 9 Scendo, per una scaletta che ricorda quella d'un " cottage " della Scozia, in un cortiletto dal minuscolo pozzo settecentesco e, per recarmi alla discesa di Rivotorto, mi soffermo sotto il porticato eretto alla memoria di " Michelagnolo ". Il Comandante vi ha posto sotto il " torso del Belvedere " che a Michelagnolo appunto fu tanto caro. Sulla base è stata incisa una leggenda: " Divo Bonarroto sacrum ". Il soffitto del porticato, opera anch'esso del pittore Marussig, reca motivi originalissimi di fenici e di serpenti, con motti dannunziani. Le targhe grigie sono istoriate di leggende che il Poeta tolse dagli scritti stessi di Michelagnolo. Scendo nel parco, ampio, boscoso e fresco, tutto percorso dal torrentello di Rivotorto e mi soffermo un poco sui ponticelli frequenti che incontro di tratto in tratto sul mio cammino: quello delle Lepri, quello delle Test e di ferro, fatto di bei blocchi di candido marmo sormontati da otto proiettili d' artiglieria, dono del Maresciallo d'Italia Duca Armando Diaz e, infine, quello famoso dei desideri o del soldino: qui, pagando la miserabile somma di cinque centesimi si può formulare un desiderio che, dice il Poeta, non può non divenire al più presto realtà! Salgo, ora, al pianoro erboso ov 'è stata di recente trasportata la parte prodiera della nave Puglia, ancor chiazzata dal sangue del Capitano di corvetta T omaso Culli, barbaramente trucidato a Spalato dai Croati, nel luglio del 1920: saldamente incastrata nel terreno, tutta linda e in apparente efficienza perfetta, essa dà l'illusione di una nave intera che sorga miracolosamente, pel volere d'un mago, dal prato verde ; la torretta di comando è in ordine completo e l'albero della radio" si leva dritto al cielo come i bei cipressi del giardino che - non lungi - svettano lievi al bell 'azzurro gioioso o come gli agili gattici che stormiscono ondeggiando sotto le carezze della brezza lacustre. E la brezza fin qui giunge di tratto in tratto, recando quell'acuto sentore di limoni e d'aranci in fiore che già una volta esaltò Goethe giovine. ... gilio lontano e mirabile. Nel più fitto del bosco - nascosto dal fogliame verdecupo di due grandi magnolie i cui fiori inebriano l'anima rendendola fresca e fragrante come petali lievi che il vento disperda, - sta l'Arengo, ossia il Vittoriale vero e proprio. .... E questo un piccolo spiazzo cinto, torno torno~ da sedili di pietra bianca tra i quali spicca, più alto~ quello pel Maestro. Fra ·i tronchi scuri degli arbusti frequenti, biancheggiano numerose colonne marmoree, ciascuna delle quali simboleggia una delle vittorie dall'Italia riportate nella grande guerra. Una ne sorgerà prossimamente con l' iscrizione in caratteri gaelici: " Eireann abu ", il che significa " v· I' I I d '' 1va r an a . A un lato del sedile pel Maestro sta una Vittoria in bronzo, coronata di spine, ed è, questa, la vittoria del Poeta stesso. Ha per motto: « Et haec spinas amat victoria"; dall'altro v'è una pila a conchetta, di marmo grigio, con ramoscelli d'ulivo che germogliano nell' acqua. Ai piedi della pila v' è un serpentello maligno di ferro battuto che, inorridito per la pace pura del luogo, fugge esclamando: '' Hinc horresco; ad d ' ,, me re eo. . Al centro s' erge una colonna votiva con un piccolo Cristo pure di ferro battuto e quattro portatorcie infissi intorno al bel capitello. A terra le foglie cadute s 'accumulano da anni, - tal' è il volere del Poeta, - e pel loro aspetto di morte contrastano stranamente con tutti i chiari motti d'amore e di vita che qui si possono leggere. La luce è scarsa e opaca, chè vi giunge filtrando attraverso le spesse ramaglie, per modo che il luogo è dominato da un indefinibile senso misto di tragico e di mistico, di amore e di morte, di trionfo e d'ascetismo, di dolore e di patimento. • Le batterie da sparo della nave spesso fanno qui udire per ordine del Poeta la loro voce robusta e festosa che si ripercuote e si ripete di valletta in valletta giù giù, sino all'Isola di Garda, sino a San Vir- LA MADONNA DEL PILO (all' esterno del1a villa) Qui, spesso, Gabriele d' An·- nunzio, la notte, adunato un piccolo numero di fedeli, alla rossastra luce fumigosa delle torcie resinose che dànno balenii e scintille sanguigne, mentre dall' alto, pel fitto fogliame, spiove giù dolcemente il blando e freddo chiarore delI 'argento lunare, parla lungamente dei suoi ricordi e della sua vita, di Fiume e della guerra, della Patria e delle sue magnifiche glorie; qui Biblioteca ino 'Bianco •

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