Vita Nova - anno II - n. 9 - settembre 1926

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l ) I ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ • ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ • ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ • ::,... Ì' ~ [ì ~ (ll . ~ ~ ~ l1f!l ~~ tl (!1 rJm r1~ .ori • • ■ ■ ■ ■ ■ • ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ • ■ • ■ • ■ • ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ • ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ iblioteca Gino Bianco BBS:CHIERI & PELLB6R ' SOCIETÀ ITALIANA PER LA f ABBRICAZIONE DELL' ACAPNIA SETTIMIO BASCHIERI - Proprietario BOLOGNA Via Caprarie n. 1 - Tel. 438 - Telegr. ACAPNIA - Bologna Produzionedel Polverificiodi Marano di Castenaso (Bologna, ACAP NIA - Polvere da tiro e da caccia senza fumo : vanta un successo incontrastato da 36 anni. ANIORINA - Polvere da tiro e da caccia senza fumo, economica, perfetta. SUBLIMITE - Ottima polvere da caccia senza fumo, economica, perfetta. PRODOTTI CHIMICI - Acido nitrico, acido picrico, cotone fulminante, cotone collodio. Produzionedel Polverificiodi Chitignano ( A.rezzo) La CHITIGNANO per fucile - Polvere nera, ottima, velocissima, dà poc.hissimo fumo, sporca poco le armi. . . . La CHITI0 NANO per spingarda - Polvere nera, ottima, veloc1ss1ma, dà pochissilno fumo, sporca poco le armi. ESPANSITE - Polvere da mina tipo potassa, di grande potenza, circa doppia del: tipo potassa del comntercio. MINA SO DA Potentissima, non deliquescente, sviluppante una forza eguale al tipo potassa del commercio. POLVERINO impalpabile per pirotecnici. BANCO DI PROVA di Marano di Castenaso per il controllo di tutti gli esplosivi da noi fabbricati Provate le nostre polveri I - Preferite la produzione naz·onalt I COOPERAT/1111MURATORI CEMENTISTI , MEACATO!SAAACENO .... Vendita] Legnami • Cemento • Calce=• ecc• Prezzi di gronde concorrenza F. BALLAAINll& Figli 1:~d11i!11.1:i~1:1tJ'.l.l,1.:lmi11iil!,:ll1t'IHIH 1lli Jmùnllrn:·,•uu!ltt'U n :1 !!r.u :1" 1 :,:111.1liilA1:111i11a~:;;,1i!llli1n ;r~!~111r.,!M,,:lì:i:1i1111m1i1fo~1 ·.arn 1 1~ 11 :ntt1: 11rn1i11!~!::;,1::n;1 SASSUOLO (MODENA) Prima fabbricaJtaliana dei rinomati svecciatoi da grano - Separatori da riso - Decuscuttatori da semi minuti e lamiere alveolate e SOLIDR ~ PEBFETT d ·VELOCE •SILENZIOSft DAMIANI & GIORGIO BOLOGNA - S. Margherita, 7 - Telef. 5-60

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ANNO Il. Numero 9 • SETTEMBRE 1926 Conto corrente con la Posta PubblicazionemensileillustratadelrUniversitàFascistadi Bologna ABBONAMENTO ANNUO LIRE 50 ESTERO , 100 . FONDATORE: LEANDRO ARPINA TI DIREZIONEE AMMINISTR-. CASA DEL FASCIO BOLOGNA - VIA MANZONI, 4 - TELEF. 4-52 EDITAA CURA DELLA CASA DEL FASCIO , DI BOLOGNA ~ VIA MANZONI, num. 4 iblioteca Gin a CO NUMERO SEPARATO LIRE 5,- ti •

• , SOMMARIO GIOVANNI A. CESAREO - L'umanità dell'arte. LORENZO G1usso. . .. - Adolfo Wildt. GIUSEPPE SAITTA .... - Il problema spirituale del f':'scismo. I//. ROBERTO PAVESE. . . . - Libertà ed autorità. EUGENIO ·DUPRÈ . . . . - Con gli studenti italiani nel Belgio. • ANTONIO TONIOLO •.. - L'emigrazione agricola degli italiani 'in Francia. Ivo SENESI . . . . . . . - La cantoria di Giovanni nella primaziale pisana . . ·SANDRO CASSONE . . . - Orazio della bandoliera. DANTE MÀNETTI . . . . - / traduttori di Virgilio. ~ASSEGNE:- Politica estera: WJDAR CESARINI SFORZA - Politica interna: CARLO CURCIO - Politica scolastica: G. B. PIC0TrI - Cultura fascista : G. L. MERCU~I - Economia politica : GIACOMO DONA TI - Cronaca finanziaria : UGO MARCHETTI - 'Letteratura : G. MANZELLA FRONTINI - Filosofia: ARMANDO CARLINI - Arte: E. C. OPPI. . ~ECENSIONI: ' GIULIO NATALI - Idee, Costumi, Uomini del Settecento - GIACOMO DEBENEDETTI - Amedeo ed altri racconti (C. O. Cochetti) - ARTURO GRAF - Il Cinquecento (G. L. Mercuri) - GILBERTA GALLI - Nel settecento - ANTONIO LABRIOLA - Saggio intorno alla concezione materialistica della Storia (D. Manetti). .QUESTIONI DEL GIORNO: . Provvedimenti radicali (G. B. PICOTTI) - L'educazione dei Balilla - La, lotta contro l'intellettualismo (SAGITT ARIUS). ,' ~01 E GLI .Il L TRI: Spunti polemici: Vincenzo Cuoco nazionalista~ - La politica della Destra storica -- Arnaldo Af ussolini · e la questione romana (RUSTICUS ). FRA LE RIVISTE • Note e appunti di GIAN LUIGI MERCURI.. <DOCUMENTI 'DELLA STORIA DEL FASCISMO: Il discorso del Duce alla nuova sede della Società degli Autori. LEZIONI 'DELL'UNIVERSITÀ FASCISTA . - ibl·oteca · i o Bianc • • .. •

L'UMANITÀ DELL'ARTE Al prof. Luigi Russo, direttore del " Leonardo ,, Signor Professore, in un.a sua recensione pubblicata nel n. 6, anno Il, del « Leonardo » trovo, fra altre, queste parole : <, •••• Poichè il difetto della poesia del C. è ,per ·1'appunto difetlo èli umanità, di umanità profonda, coerente e sincera ; donde l'impossibilità di cogliere uno stato d'animo fondamentale nella sua copiosa opera di verseggiatore. Chi si è provato ,ad esaminare l'opera dello scrittore siciliano, con purezza d'intenti e con il proposito di rendergli giustizia, fatalmente è giunto {mea culpa, mea culpa !) alla conclusione a cui giunge oggi, con nobilissima umiltà di accenti, il nostro giovine studioso ». Ora io non intendo punto occuparmi nè dello scrittore siciliano, nè del giovine studioso : mi propongo solo di dimostrare, nell'interesse d-ella coltura, che la critica giovine, di cui Ella è un esemplare, batte una falsa strada, anzi è in regresso ri... spetto alla critica, non che del De Sanctis, persino del Chiarini, del Capuan,a e del Nencioni, sicchè « l'alto grado di finezza a cui è ormai giunta la critica in Italia » com'Ella ,dice in un altro luogo, a me pare nient'altro che una gioconda illusione. Che cosa è, che cosa dev' essere un' opera d' arte? Creazione e nient' altro che creazione. Qual è e quale dev'essere il suo valore? Bellezza, e nient'altro che bellezza. « U~' astratta ,ricerca della bellezza pura » ? ribatte -lei. ,Precisamente : · salvo l • astratta ,buttato lì· per imbrog1liare le carte. In fatti come può essere astratta la bellezza che s'è già co·ncretata nel l'opera d'arte e nella materia del- ]' opera d' 1 arte, marmo, tela, strumento, scrittura? E l'opera d'arte non può esser che pura crea ... zione, e quindi pura bellezza, perchè, se non fosse questo, sarebbe un'altra cosa, cioè non sarebbe arte. Arte è .prodotto della fantasia, e I.a fantasia è essenzialmente attività creatrice, che, in quanto tale, non può aspirare se .non per l'appunto alla bellezza pura. E a che cos'altro potrebbe aspirare? Biblioteca G·no Bian o Secondo lei, ali' umanità profonda, coerente e sincera, a uno stato d'animo fondamentale. Codesta suia umanità, se qualcosa significa, non può significare che la .passionalità e la personalità pratica del poeta, il suo senlimento della realtà conosciuta, i suoi odii e .i suoi amori praticamente sperimentati, appunto il suo stato d'animo. Ma tulto questo non è fantasia, è 1 di qua dalla fant..?sia, è conoscenza, volonta, attività dell'intelletto e deil sentimento, non gia della fantasia. La rappresentazione ,della propria umanità profonda, coerente e sincera può dar luogo ,a un libro di storia e di morale, come I 'Epistole di San Paolo e le Confessioni di Sant' Agostino, non già a un'opera d'arte. La fantasia non riproduce la realtà cono-sciuta, •equindi non è nè dev' essèr sincera ; ] a fantasia crea una realtà "nuova e coerente, questo sì, ma formalmente divers.a d-alla .realtà conosciuta, non sincera, ma bella. La ,fantasia non è sintesi, come la conoscenza e la praticità, di soggetto ed oggetto, ma del soggetto con se medesimo : dal suo intimo e dal suo profondo ricava lo spirito la sua creazione - che (prima non esisteva nè in lui nè fuo,ri di lui - e ciascuna determinazione di quella. E in questo propriament,e consiste l'originalità e l'autonomia del fatto estetico, e la sua differenza dalla storia, dalla ,filosofia e da ogni .altra forma dell'attività uman-a. Esigere che un artista r,appresenti la propria umanità, il .proprio interesse pratico, il proprio stato d' animo nell • opera d' arte è dor.nandargli di creare non già c?n la sola fantasia, ma con la conoscenza e la volontà pratica, contaminazione mostruosa da cui non può n.ascere, e non è nato, che il brutto. · *** E la storia del l'arte, l'esperienza millenaria del gusto, è lì a dimostrare che ,I• opera di creazione è stata giudicata sempre così, sotto la specie della b-ellezza e della sola bellezza. ·Ammiriamo tutti la i •

4 GIOVANNI A. CESAREO Venere di Milo ; la troviamo ,bella : ma chi s'è mai domandato se lo statuario v'ha proprio espressa la sua umanità profonda, .coerente e sincera? Certo, un-a magnifica umanità ~ in quel marmo atteggiato di forza e di grazia serena ; ma è ,un'umanità creata dall'artista, e non sap.piamo affatto ch•e fosse la sua, anche ·perchè non conosciamo il nome dell'artista. E qual' è l'umanità del poeta che scrisse l'Iliade ? L' am·mirazione dell'individualismo i~pulsivo e violento d' Achil,le, o l'eroica pietà per ·il coraggio generoso e infelice ·d'Ettore? Nè l'una, nè l'altra : Achi'lle •ed Ettore vivono ciascuno della propria uma,nità, ,eh' è una creazione ·sog,gettiva ,del poeta, alla quale egli .si guarda bene d,al '.partecipare con le reazioni della sua passionalità. E l'umanità del lo Shakespeare è l' amara perplessità ,d'Amleto, la cieca passione d' Otel'lo e -di re Lear, la gentilezz,a d'Ofelia, di Miranda, di ,Giulietta, la fredda e sinistr,a ambizione di lady Macbeth, la grazia alata d' Ariele, la besti,alità di Calibano? Anche qui l'umanità di ciascun personaggio è la sua umanità ·e non _quella .d,el -poeta ; dalla quale in verità sappiamo così poco, che le famose tragedie si-son potute .attribuire così allo Shakespeare, come a •lord Bacone, che non avranno avuto, si spera, .la stessa . ' uman1ta. . Si può forse opporre : - Ma qui si tratta .d. i opere d'arte ogg-cttiv-e,statue, poemi, drammi, dove 'I' umanità dell'artista sarà meno visibile. La poesia lirica in vece .... ,La poesia lirica - com'è n.aturale, perchè ogni fatto d' arte -non può che obbedire alla stessa legge - è anch' essa non rappresentazione dell' umanità del poeta, ma creazione d' un' umanità nuova : in ciascuna composizione il poeta lirico esprime un sentimento, che non è nè può essere il suo sentimento pr.atico, ma la sua creazione. Chi confronti la vita 1del Petrarca con la figurazione di . lui nelle Rime, la vita del Fosèolo con la figurazione di lui ne' sonetti, nelle odi e ne' Sepolcri, s'accorge sùbito come nulla sia meno sincero, nel senso eh 'El,la dà alla parola, di quella poesia. E non è vèro -nèmeno che ci ,deva essere uno stato d'animo fondamentale nella produzione d'un poeta sia lirico si.a drammatico. Ciascuna poesia è per sè una . . ' , . ' creatura vivente, p1u o meno ricca, p1u o meno complessa, ma libera, ,piena, compiuta, senza nece'3sità ·di 1parentela nè col senti1 mento umano del poeta, nè con quello d' altre poesie. Può sì un poeta, segna- • ino Bianco 11:amentein questo o quel per~odo d~lla sua vita, creare delle poesie rispondenti press a poco a u~ solo stato d'animo; può, ma non de~e. P~rche una composizione .è bel la, se è c~rente In.og~1 sua parte, per sè; ma non _ha obbligo ~lcuno_ d ess~r coerente con altre poesie composte m_altn tempi~ ispirate da altri ,stati d'animo. I sonetti fremebondi del Foscolo non ha~o che vedere· con la marmo-- rea compostezza delle odi e delle Grazie ; la quale .è molto lontana .dalla religiosa mailinconia de' Sepolcri. E lo stato d'animo f ondamen.tale del Beethoven sarà l'amore d-ella pace campestre nella Pastorale, l'entusiasmo del la •vita prode nell'Eroica~ il sogno di fraternità umana ne,llia Nona Sinfonia;> Intendo : -.conun •po' di buon.a volontà e molta destrezza d'ingegno, si può anche trov.are o non i trovare lo stato d'animo fond~mentale in un poeta, secondo che ci fa comodo. Per ,es-empio: di un poeta, •nel,quale E,lla non è ,riuscito a trovarlo, scrive un ,-critico straniero (e lo cito srnaniero ,per allontanare .qualunque sospetto ,di partigianeria : « .... La poésie de ,M. C. est toute tragique: sa donnée lyrique est un combat intérieur toujours renaissant, la lutte secrète de l' a1 me mo·derne entre la matière et l'esprit, ,entr-ela Bete et le Di.eu·,quÌ vivent en nous. Le :recueil de Chanls de Pan s'ouvre par une piece qui ,symbolise, avec un accent d,e passion à peine ,re... tenue dans les .bor.nes·,d'une forme impecca,ble, cet ét,at ,d'ame. Pan n'est pa,s ici le .dieu des campagnes et 1 des bois, qui g,uette, jol}.y,eux, au ipassa•ge, ia faunesse incons-ciente. ,Il est un ,demi-.dieu, songeur et ,chagrin : ,dieu par le visage I1ayonnant, bouc per ,les jam'bes velues et les pieds bif1des. ·dieu par l'ame ailée, bute iper .la sen.sualité aveugle et irresistible. E,h ,bien ! ce demi-dieu est l' homme tel que M. C. l' a conçu ~t represen,té dans tous ses - poèmes; depuis 1 Don Juan, écrit il y a trente années, jusqu' à la F emme de Magdala, publiée il y a deux ans, .ce ne sont que plaintes, sanglots, cris d' a,l,legresse et 1de douileur, la .volupté ,et l' angoisse d'un héros toujours ,combattant et en·meme temps ses remords, ses promesses de ,repentir, la foi quei le rel~v; ,et le soutient, l 'espoir qui l 'anime, la charitè qui l eufla·mme » ecc. ecc. 1 E\d un •cri,ticodi cui El.la pur loda il « raccolto e fine insegnamento », Attilio Momigliani non fece fatica a scoprire che lo stesso ,po~t.a o verse?giatore, come le piace, ha co·m•posto un opera poetica ch'è << la storia intima di un uomo, una specie di biografia spirituale » ; e che la sua

• L'UMANITÀ DELL'ARTE 5 in~oddisf.azione « è paiCente -di ,quella .di Faust : la noia, il .disagio, lo scoramento ,di chi ha tutto provato e in nulla ha trovato le radici della vita » ; e che <( la sazietà, la sapienza, .I 'inquietudine, l'ansia del ,destino definitivo sono soste nell' anim,a del C. attraverso le lungh1e e dispar,ate esperienze », ecc. Ciò, naturalmente, non prova ancor nulla per l'arte di quel _poeta, c.ome non ,proverebbe nulla il difetto dello st:ato d' an1imofondam1 entale. Un poeta può esse( coerente neltla sua vita sentimentale come un blocco di mairmo, e scriver .poesie mediocri e comuni; e però .anche balzare da uno stato d'animo al]' altro e creare de' capilavori. Se, per un'ipotesi, si trovassero sotto 1 lo stesso nome .d'autore il sonetto A4 Zacinto del Foscolo, la Silvia del Leopardi, la ·Canzonedi Legnano del Carducci e l'Aquilone ·del Pascdli, vorremmo negare la bellezza di ciascuna poesia perchè non si riesce a trovarne lo stato d'animo /ondamentale ;> La verità è .che l 'um,anità, la sincerità, lo stato d'animo e così via ,seguitando, non sono che la V'ecchia esigenza dell'arte imitazione della natura. Qui la natura è la passionalità del •poeta, la sua umanità ; prima il sentimento realmenie provato, poi l'arte che lo riveste di bella forma. Si vis me /lere, dolendum est primum ipsi libi. Bisogna scriver col cuor~, raccomandavano un mezzo secolo fa i nostri m.aestTi. Eppure già lo Schiller e lo Schelling · avean giustamente negato che d,ella passionalità si potesse fa.r arte : « non son arte le poesie che esprimono sentimenti particola,ri e soggettivi, riflèsso di momentanee impressioni » , e un fine art.ista come il Flaubert confessava : « lo ho scritto pagine le più . tenere senza amore ,e pagine ardenti senza alcun fuoco nel sangue ». Altro ,che sincerità ! Far della critica non è ricerca,re se l'artista, descrivendo uno stato d' animo, abbia espresso il s·uo vero stato d'animo, la sua umanità, sia stato sincero; ma studi.are se qu-ello stato d'animo - che non può esser sincero, perchè è una creazione del poeta - sia stato reso con pienezza, con origin·alità, con perfetta coerenza di determinazioni alla sintesi originari.a ; in somma se risulti, non già vero, ma bello. *** Ora questa è precisamente I' -incapacità costituzion,ale di molta., di quasi tutta la critica giovine e, . temo, anche la sua, signor prof1 essore : non hanno sufficiente attitudine a percepire, gustare e analiz .... Biblioteca ·no Bianco zare la vera ,poesia; dilettano ,di fantasia e d' educazione del g,usto. Ma poichè il valore essenziale dell'arte è I.a bellezza, il còmpito primo della critica d'arte è il giudizio su la bellezza. Se questa è raggiiunt.a, tutti i .bei discorsi su la ,personalità, la .passionalità, l'umanità del1l'a•rtista non sono che un one- • ✓ sto contorno psicologico e storico al1la pi·etanza eh' è sola necessaria; se non è r.aggiunta, -ed è dimostrato ch,e non è raggiunta, non mette ,più conto nè meno di cucinar quel contorno. Ma uno, che ad ogni costo vogiliia far della critica così detta estetica, ·e non sia capace ,di giudicare delila 1 pura bellezza d'un' oper.a d',arte, fuor che con sentenze arbitrarie :e dommatiche, si capisce che non abbia altra riso,rsa se non quella di distrar,re l'amico lettore con l'elegante fu ... nambolismo della ricerca su la personalità e la passiona,lità del .poeta, su la sua origin-a'1ità, su 1 le sue imitazioni, sul suo stato ~' animo fo.ndamentale, sul suo provincialismo o misticisffio o mu1liebrismo o che altro ·si voglia. Le quali son tutte bellissime cos·e, ma con l'arte non hanno che v,eidere, perchè, come scrisse acutam,ente Oscar Wilde, « un.a cosa •Utile o nècessaria a noi, oppure che in alcun modo ci tocchi, sia per dolor•e che per ,piacere, legata strettamente alle nostre simpatie o parte vitale del mondo in cui viviamo, è sem,p:re una cosa fuori della sfera dell'arte ». La quale non è già contenuto più forma, una umanità antecedente, uno stato d'animo sperim-entato che si tra,duca in bellezza. È forIIla, è pu.ra forma, vale a dire ispirazione libera e irrelativa fin d.a ,principio. E quella forma, quel fantasma, già porta in sè tutta l'infinità del suo contenuto, quel 1 la sintesi a priori è già ricca del1le su:e determin·azioni inespresse, che il poeta dovrà enuoleare. La mag .... gior•e o minore potenza dell'artista si rivela appunrto in qu,esto processo d' enucleazion,e. L'artista vero rica v,erà dal I' ispi,razione le determin.azio 1 ni proprie, intense, suggestive, aderenrti a quelle; I ',artista mediocre .n·e ricaverà le determinazioni supe~ficia,li e generali o, distraendosi dalla sintesi, aggiungerà determinazioni interessate ed ·estranee, immagini notate a pa.rte, parole preziose, spunti.d'altri poeti e fra-mmenti d' altre creazioni. Nell" er.ame, di questo processo consiste principalmente la critica estetica, valutatirice della b-ellezza d' u1 n' opera d' arte ; nè in quell'esame può dunque entrare .l'umanità del poeta o i1 l suo stato d'animo fond-ament.a1 le. I quali esistono, n,aturailmente ; perchè non e' è •

.... .. 6 GIOVANNI A. CESAREO uomo, no1 nchè poeta, che 1non abbia nella realtà pratica la sua umanità e un qualch•e sentimento più forte degli altri. È una necessità di vita, codesta. E lo stesso poeta, creando - poichè lo spirito che si potenzia in attività creatrice, è lo stesso spirito che , . . . . . . ' . . . s er,a prima potenziato 1:n att1vrta conoscrt1va e 1n attività pratica - lo stesso ,poeta, dicevo, cr,ean1 do, non ,può esser ,che sè, con la sua umanità, con le sue preferenze storiche , sentimental~ e id.eali. Soltanto egli non ,deve pensarci : d,eve tutto concentrarsi nella pura creazione, nella libera creazione, immemore di se stesso, ignaro d.eglì elementi varii e discosti che l'esperienza ha lasciati ,dentro di lui e che .la sua fantaisia annulla e rinnova in un.a realità superiore, armoniosa e totale, la realtà dell'arte. Per questo l'opera di poesia •nonpuò, ma ,deve, pur ess-endo un·a creatura nuova e per sè viv,et1te, reca.re le tracce d-ello spirito che l'ha gene-raia; come ciascun uomo, "pu1 r essen,do un nuovo individuo, reca i ,segni de' ge-- nitoll'i on,d' è nato. Ma la riceroa di quel,le tracce non è critica estetica ; e quelle tracce devono esi-- st,ere in ogni modo, anche se l'opera d'arte è man-- cata, per-ohè ,esisteva e non ·potea non •esiste~el_'uma-- nità, grande o piccola, nobile o vile, ,persist,ente o m•utabile, dell'uomo scrittore. Non è sempre .age- , . vole discoprire q,uel!l'umanità, e tanto meno è age .,. vole qu.anto meglio il poeta è riuscito a arnnullar,lo nel'la perf.etta -coerenza ,del1 la sua opera d' a,rte, come accadde a.Omero e allo Shake~peare; ma di quesèo evid,entemente .non si .può far col1paal poeta, -e imeno che mai se ne ipuò far fon,damenito i1 llegittimo a U'Il giudizio negativo su 1 1 'opera sua. Nè bisogna pretendere che l' 1 uma.nità dell' artista sia sempre ed in tutto - così nella vita come nell'arte - ,eguale a se stessa ; nè che sia uno lo stato d'animo fon,dament.ale. C'è dei poeti fedeli press' a poco, tut,ta la vita, a .un .solo staìo d'animo, come il Leop&rdi ; e ce n'è d,egli altri ne' quali !o Biblioteca ino Bianco stato d'animo muta più vOllte, e solo l'arbitri~ de' critici dichiara fondaroentaile quello che preferisce : così il Goethe è salutato da alcuni come il poeta della passione per le tragedie ed _iii W ert?er, della natura per le liriche, della seremtà clas·s1~aper _·le Elegie romane ,e l' A rminio e D_orotea, .dell ener~1aliber.atrice ,per il Faust. Ma ciò non importa : · importa solo che tutte codesite sono opere d'alta bellezza. Con questo, signor Professore, spero di averle chri.aritoperchè io guardi con molta tristezza a:llle condizioni della cri,tica nuova, e non possa f a,re gran conto nè meno della sua. Siochè mi son trovato, in una recente occasione, a doverla giu,dicare, non ostante le sue cortesi testimonianze di stima e 1• interpretazione affettuosa di qualche amico, alquanto sever~m-ente. Ora Ella capisce che il mio giu-dizio non eta mòsso -da alcun particolare interesse {sol-- tanto ,dopo Eilla annunziò la sua scarsa ammirazione .per, i miei versi) ma da una persuasione ragionata e f.armissima circa le deficienze del'la sua critica, storicamente assai limitata, esteticamente contradditoria e f.al1lace. E se quel gi-udizio le spiacque, almeeo si persuaderà eh' er:i coscienzioso oggettivo e sincero. G. A. CESAREO IVoi crediamo che qui si traili di un grosso equivoco : quando l' ~mico Russo parla dell'arte .come espressione dell'umanità pro/onda coerente -e sinc:ra dice qualche cosa di ,p'iù di ,qu~llo che dice l'insigne Maestro G. A. Cesareo. Giacchè anche il Russo ammette l'arte come intuizione pura che è espressione di universalità o oggettività, ma la formula dell' arte per l' arte, cui rimane attaccalo .il Cesareo, ci pare che meni proprio a quel soggettivismo puntuale, particolare che egli rimprovera al Russo. (N. d. D.) f ..

ADOLFO Un uomo piccolo, adusto, scheletrico: due occhi lampeggianti: una bontà armata d'una volontà terribile. A vederlo cosi - struttura corporea semplificata e ridotta allo scheletro essenziale - mucchio di vertebre e d'intelligenza vibranti - lo si direbbe un fakiro indu macerato nelle penitenze oppure un sacerdote egizio che custodisca, avanti a un fuoco sacro, formidabili misteri di vita e di morte. Qualche cosa di jeratico e d' ascetico - la voce, la parola pacata, il gesto parco - viene a correggere la n10dernità degli abiti che r rivestono la sua scarn~ e resistente persona. Qualche cosa che sa di Tebaide o di monastero buddista - e che incute rispetto anche agli scettici e che ispira soggezione anche ai frivoli. Ricordo d'averlo conosciuto a Venezia, in piena frenesia d'Esposizione, in un 'alba d'estate. WILDT scultura, Wildt si riposa conversando con gli amici. Mi ha parlato con tranquillità socratica di cose che gli sono care : l'arte del marmo, gli scultori, delle cattedrali medioevali, la letteratura mistica, le leggende d'oltre tomba. Parlando del marmo, sopra tutto, Wildt trova espressioni squ1s1te e toccanti, come un innamorato che si effonde a descrivere la sua prepotente passione. Il marmo è stato la prepotente, assorbente, travolgente passione della sua vita: lo ha servito quando negli anni dell'oscura povertà, lavorava come ritoccatore negli studi degli scultori piu fortunati: lo ha amato quando, negli anni della radiosa maturità, ha potuto alzare i grandi blocchi delle sue statue ; lo ama in tutte le sue apparriz i on i , sulle c u s pi di d'una cattedrale o nei viali d'un cimitero, in una piazza allagata di sole e sotto la forma d'una umile fontana. Questa passione del marmo lo riconcilia con la vita e rende sereno il suo sorriso; per questa sua passione egli benedice trenta lunghi anni di sacrificio e di ansie tremende. I giardini del Lido coprivano con le loro fresche ombrelle verdi i molteplici padiglioni dell 'Esposizione. Nell'aria cominciavano ad alzarsi le chiese, le cupole, i palazzi di Venezia, come in un sogno di marmo. Qualche gruppo di nottambuli oLA FAMIGLIA Poichè la vita di Wildt è:stata piena d'angosce: . . . st1nat1 non sapeva conciliarsi con la purità del mattino. Per i giardini del Lido incontrai Wildt solo. - Dove va? gli domandai. - Vado a trovare le mie statue. Ma io pensai che lui andasse a parlare con le anime degli eroi morti e dei bimbi non nati ancora. L• ho poi rivisto a Milano, nel suo ampio e pacato studio di Via Vivaio, appoggiato alle possenti musculature del « Vis T emporis Acti » e della « Famiglia >>. In quel vasto atelier, popolato di fantasmi bianchi, si diffonde, a' prima sera, una placida tregua, la tregua che segue le pesanti giornate di lavoro. Dopo avere lavorato, tormentato, bulinato la· sua ultima ·iblioteca Gino Bianco e tutti gli ostacoli tradizionali che sbarrano il cammino dell'ingegno vi si sono dati convegno, la povertà e la sfiducia del pubblico, la solitudine e l'incomprensione. Trent'anni di dolore, trent'anni di sacrificio. Wildt si compiace, con legittimo orgoglio, delle tenaci ostilità che per tanti anni hanno contrastata la sua ascensione. Nella sua vita sono mancate quelle comode scalee marmoree che accompagnano i privilegiati della Fortuna al palazzo della Fama e della Ricchezza ... Nelle privazioni e nei sacrifici Wi!dt ha dovuto costruirsi il suo mondo interiore, la sua òasi di immaginazione, la sua vena di beatitudine intangibile alle persecuzioni della povertà. Forse egli deve alle angosce e alle tribolazioni della sua vita difficile

.. .. .. ... ;,, 8 LORENZO GIUSSO____ ~------------ ___________ _;_,, -------------- ,. la potente investitura dell'originalità. Quel giovane scultore che doveva consumare le sue giornate negli studi degli artisti piu fortunati, che fremeva davant~ ai bei blocchi di Carrara, disperando e fremendo d1 non poterne possedere di così belli, elaborava, _f or~e, tra queste dure esperienze, le sue future reaz1on1: come reazione alle tirannie e alle vessazioni dell 'es1.... steilza, si forma va dentro di lui quel suo mondo civico, mistico e un po' trascendente, popolato di guerrieri, di asceti e di vergini e di fanciulli, dove risuonano parole profonde e arrivano. echi di musi~ che lontane. La sua scultura era un atto rivoluzionario. Imperava allora nella scultura, come in tutta l'arte, il naturalismo. · E \Y/ildt non riusciva a conciliarsi con le formule del naturalismo. Imperava allora il cri'terio sovrano della verità esteriore ed oggettiva. E Wildt spaziava in cieli di fantasia. · Con gli anni, con le ricerche, con l'assidua inda .... gine, Wildt andava mano mano sprigionando la sua personalità forte e possente dalle ricette e dalle for-- mule del verismo allora trionfante, nelle Esposizioni e nei monumenti che popolavano le piazze d' Italia un Ettore Ferrari, un Achille d' Orsi, un Domenico T rentacoste e un Giulio Monteverde. Da quel naturalismo un po' piatto, un po' grigio, senza soverchie audacie nè slanci, non si sentiva attratto Wildt: e tutta la sua opera, dalla sua prima scultura (L'uomo che dorme, 1896) fino al grande altorilievo della Fa.... miglia (1923) e ai ritratti recenti di Mussolini, Crut .... siey e Toscanini, è la storia del suo allontanamento dal naturalismo. Temperamento lirico, tragico, religioso, Wildt non poteva adagiarsi nei simboli convenzionali della scul .... tura del tempo. Dopo uno sforzo di oltre dieci anni, in cui Wildt quasi niente produce, un mondo nuovo, un mondo di figure aspre e tormentate, terribili e pietose, emerge dalla sua fantasia: sono simboli del dolore e della trasfigurazione cristiana; sono fantasmi della preisto .... ria o della leggenda carica di guerre e di eroismi ; sono apparizioni di anime e di esseri ultra .... terreni; sono guizzi spaventosi di grovigli muscolari o audaci stilizzate deformazioni. L'opera centrale, che schiude le porte del mondo Wildtiano, è il grande gruppo della così detta Trilogia: la· Trilogia del Saggio, del-- l'Asceta e dell'Eroe (1911), che permane a tutt'oggi il capolavoro di Wildt: tre grandi, potenti figure, dalle musculature gagliarde, sbalzate da una materia impetuosa, animate da un alito michelangiolesco. Fu una rivelazione. Fu un clamoroso trionfo. Si seguirono a poca distanza, il Vis temporis acti, un Rosario, Maria dà luce ai pargoli cristiani, Una madre, L'a .... nima e la sua veste, L'anima del padri, L'impiccato, la Famiglia, altro tern1ine importante dell'evoluzione Wildtiana. E sempre piu in questi ultimi anni l'artista considerato un pericoloso ribelle si affermava e a ino Bianc • d . · ri pilastri delle grandi esposizioni come uno e1maggio internazionali• . d Oramai Wildt era libero nel suo mon o. Il mondo di Wildt ! . S • che foggiati sopra una spada, riposano ono eroi ' . . . r dalle aspre guerre combattute I~ terre inospita i e lontane. sono vergini che custodiscono un ~oloroso segreto 'di morte O di ascetismo nel loro pallido sdor1 b . · · ' t t gata la luce e riso; sono 6am 1n1_a cui e ~ a a n_e... . l · che 51· di.battono 1nform1 e tremanti ne - . giorno, e ' • · l l · l'alvo materno; sono asceti e santi che nei oro vo ti affinati portano i segni e i . s~lchi d~ll~ l'?ro d<?lorosa · saggezza; sono i paria sociali, prec1p1tati nell ~r~or~ della morte O della pazzia; sono vag~e appar1z1on1 d 'oltre--tomba, che si danno convegno 1n strane adunate. Una visione pessimistica del mondo affiora_ ~a queste forme bianche. L'amo~e, la voluttà, la gioia di vivere ne sembrano esclusi. Uno strano decreto biblico c~ndanna queste creature di Wildt alla sof .... ferenza. È qui che il Wildt artista si lascia prendere la mano dal Wildt ansioso di verità. La visione della vita di Wildt è fondamentalmente . . pes.s1m1sta. . Davanti all'eternità della l\1orte e del Mistero, Wildt proclama la religione del Dolore. Hanno paragonato Wildt a Mestrowich, ma lo scultore slavo è un ottimista dell'esistenza: le sue divinità sono selvaggie affermazioni di volontà di vivere. In Wildt no. Una legge cosmica, biblica~ infrangibile di dolore pesa su tutte le sue creature~ contorce le loro carni, attanaglia i loro muscoli. Una saggezza pessimistica, dualistica e cristiana, condanna alle stesse sanzioni dolorose questi eroi dai potenti slanci muscolari, queste vergini tanto mistiche e spettrali, questi bimbi che muoiono nell'alvo materno, queste madri angosciate dal travaglio della maternità. Vergini, eroi, madri, bambini: dovunque è una legge di sofferenze. È il dolore delle guerre lunghe e faticate, che incurva la fronte del Vis Temporis acti, è il dolore pesante del lavoro che fa curvare le povere spalle e i poveri muscoli dell'uomo e della donna congiunti nel grande bassorilievo della Famiglia; è il dolore che fa piegare come steli le fronti delle sue vergini troppo fragili e malaticci e senz 'amore; è il d?loi-~ che fa rompere in disperato pianto i suoi b1mb1 appena balzano fuori dall'alvo materno; è· il dolore delle tremende sanzioni sociali che fa roto .... lar_e in orride contrazioni la testa del suo Impiccato; è 11.dolore della sconfinata solitt1dine spirituale che sacrifica e deforma il suo Autoritratto. Certamente ~ildt è u~ pessirr1ista: se non alla quietistica ma ... n1~r~budd1st~, è impregnato profondamente di dolore c~1st1an~. Chi v?le~se ridurre a sistema le aspirazioni d1 questi blocchi d1 marmo, vi troverebbe certamente u~a completa concezione pesiimistica dell'esistenza: la v~ta come ~aie,. la materia come imperfezione, il p1ac,er~ una 1llus1one, il dolore come legge cosmica dell esistenza.

ADOLFO WILDT 9 Nella vita di tutti i giorni, lo scultore della Famiglia è un uomo rude e solitario. La sua piccola persona scabra non conosce raffinatezze decoranti e costose, la sua parola sobria non conosce i trucchi e gli illusionismi dell' istrionismo verboso,· la sua anima forte non apprezza e non cerca il sonoro vaniloquio della réclame. La scultura è per lui un mestiere, aspro, duro, travaglioso; è un'arte pesante e terribile che sforza i muscoli dell'autore non meno di quella che affatica il cervello dell'artista. Un uomo terribile era il massimo scultore Michelangelo. Con quasi puritano quacqerismo Wildt condanna il lusso, l'esistenza vana, il tric-trac archeologico e collezionistico, lo spolverio esotico di cui fanno pompa indulgendo ad una moda oltrepassata troppi pittori e scultori. Lo condanna fra i suoi colleghi di oggi; lo condanna egualmente fra i suoi colleghi del passato. - Quando lessi - rammenta indignato - che il divino Leonardo esaltava, sopra lo scultore e 1'architetto, il pittore, perchè rivestito di vesti splendide e posato su signo..- rili tappeti, per ritrarre le effigie cospicue di principi e di dame illustri, la mia ammirazione per I'autore della Cena precipitò. Come spiegare cosi piccole idee in un grande artista? Presi il libro - avrò commesso un 'eresia? - cioè il Trattato della Pittura e lo gettai dalla finestra)). Non si tratta che di un episodio. Ma è forse anche la rivelazione d'uno stile e d'un uomo. · LORENZO GIUSSO UN ROSARIO ,. Biblioteca G·ino Bianco .

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