Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

• ' 60 mazia. I.I Regno de]I 'lta·l,ia centrale, da affidarsi ad un Napo1leonid1e av,rebbe compreso, Parma, Modena, quasi tutto lo Stato Pon,tifioio, l1a Sardegna e la Corsica. Nel Regno delle due Sicilie si sarebbe cambiata :la Dinastia con altra gradita ali' lnghil terra. , Ma queste ,idee federa1i si dimostravaino ,impotSsiibi·lrai,lmeno moralmente, tant'è v,ero òhe la stessa Austria, ·sulla fine d.ell'anno•, Je rinv,erdì a suo ·beneficio incaricàndo il Duca di ,Modena di far p,ropaganda ,di un •progetto che, con 1'esolusione de1 l Piemonte, avrebbe messo gli Stati Italiani alla dipendenza lega1le d'Abs~burgo. Ad ogni modo il magg,io,r interessato, il Pa,pa, non né voleva sa:.. pere nè di Conf eder.azioni, nè di presid,enze. E dopo un dilagare di opuscoli (uno, pare, fosse prQprio di pugno d,i N1 apoleo1I1e·lii) e di polemiche ; dopo vivacissime ·d,iscussiioni aìl Parlamento Inglese e schermaglie diplomatièlhe tra Francia e Prussia nell'imminenza deltla guerra preparata ostinatamente da Cavo♦ur, saltò .Ja Civiltà cattolica a concludere ,che era fa-lso e inutile il concetto che ogni ceppo etnografico dovesse :formare uaa nazione, come· vole·vano « le aspirazioni poetiche e ipermi.stiche qi Giuseppe Mazzini e dei pochi fanatici che gli credono >>. • *** Così noi troviamo alleati nel combattere il federalismo e cioè una 1 sdluzione· -fondamentale de·lla Questione Romana (forse la ·più fondamenta·le), tanto i temporalisti, quanto i mazziniani. I moderat.i con due celebri 1libridi Ferdinando RanalJ.i e d,i Vincenzo Salvagnoli, propendevano per una formaziione senza •scossede'Ila Nazione italiana, negavano lo Stato temporal,e, ,ma riconoscevano in def,i,nitiva che iii Papa non poteva essere sudd1 ito di nessuno. E questi libri inco•ntravano tiepide e pericolose difese proprio nella Ci viltà cattolica e lo sdegno di. pubblicist,i tipo Gennarelili ! Cavour viveva alla giornata, senza preoccuparsi dei programmi a veBiblioteca • 1no • 1anco • I QUESTIONI DEL GIORNO nire. Av,eva reso inevit.aibile la guerra e a quest'idea aveva convertito il conservatorismo piemontese da Solaro de1 lla ·Ma.rgherita a Massimo d 'Azegl,io. Sembrava sua la frase di ,Mamiani al buon Ranalli : ((Ormai non si tratta di ,sceglier la via, ma d1i correre più o ,meno sicuri per quella che oi è schiusa dalla fortu- · na >> ~ In fondo al'la quale Cavou-r già int,rave-deva l'aborto de1 lla legge sulle gua.rantig.ie, ,certo•m1 ig-lio,re di tutte le fantasticherie che si scrivevano sul destino del Papato ohe alcuni volevano tr:asf,er.itoa Geru.salem1me, altri, come il Conte d,i · Léon, figlio di Napoleone I, imma- · ginavano una specie di sooietà delle nazioni presieduta da1 l Pap.a, d,imorante in un Regno d'Italia governato da un Re di suo grad,imento ! li diluv,io di pubbdio~zioni e di d1iscus~ioni pr~vocato da' Nap01leone Ili proprio per tasta•re il polso alla pubblica o,pinione non riusciva a .ness1ina p·roposta pratica e concr•e·ta, ,mentre gli scrittori francesi si mostravano ostili ad una ·guerra per la nazionalità italiana oppure, secondo Emilio De Giirardin, avrebbe dovuto affrontarsi soilo una guerra per 1'egemonia f.raincese in Europa, stile del primo Napoteone. .Da questa situazione, forse, appare più limpido e più grande il destreggiarisi di Cavour nel trasci- . nare la Francia alla guerra, senza la posta d,ell 'egemonia, e senza garanzie tempoiialiste, pei cattolici. *** La proposta ,inglese per depreca,re la guerra del 1859 segna I' occasione 1per l'ultimo atto di vera· e propria .sovranità della Santa Sede. Com'è noto il Governo i,nglese·animato in quel ·momento da simpatie per l'Austria, propose un Congresso per risolvere 1 la questio•ne italiana, escludendovi però gli Stat,i Italiani. .Fu proprio la Santa Sede che oppose la più netta deHe proteste osservando ch,e da un lato essa · si rifiutava di far la parte di gi•udicabile dinanzi a chiunque e dal1'étiltra eh.e 1 1'esclusione deg~i italiani era ingiu,sta e insostenibile. .,.. E così la Santa Sede fu -perduta ! Perchè il Congresso andò a monte (anche -per a?ltre ragioni, ma quella fu la plìincipale), e Ca~our potè magnificamente svolgere 11 suo programma gu~rresco c~ portò fata1 lmente il primo dec1s1vo co~po a,l1 'indipendenza dello Stato Ecci e:· siastico · era tra le conseguenze d1 quella fortuna che il grande Ministro aveva deciso di affrontare come un giocato•re d'azzardo. E. la stor,ia può oggi registrare che la vera artefice della caduta del potere temporaile 1iniziatasi a Cast~1 lfidardo fu l'intransigenza orgogliosa del Cardinale Antonelli ! Così si· dimostrava vera la tesi della vecchia Ci viltà• cattolica e del materialista Rénan ch1e la Santa Sede, espres- · sione più vera e maggiore del 1l' Ita- · lia cattol,ica, non poteva avere velleità di prestigio politico nel mondo. Come il Cardinale Antonelli e Pio IX non \nid,ero che facevano i1 l gioco di Cavour ? Era fotise loro noto che Cavour aveva scritto al Rendru, fi1duciario di Niapoleone, che rion si sarebbe mai cacciato nel vespaio di Roma, ma, a parte 1a sincerità di un uomo di governo, era certo ohe una guerra vittoriosa avr,ebbe strappato al Papa almeno le Romagne. . La verità è che la iGhiesa - organismo c1 he ha a sua disposizione l'eternità e si basa sull 'intransigenza - doveva affrontare qualsiasi risc,hio p-ur di non apparire em,endabile e reprimenda da un Congresso .di giudioi ! L' AntoneHi me•tteva a repentaglio la corona del T empora,le, ma. sa•lvava l'orgoglio e il « principio n. E son precedenti, questi, che debbono ammonire sulla gravità e sull' immanenza della . ' « quest1ooe ,romana », cosi come delYbono riformare, ci sembra, i soi,iti luog:hi comuni sul·le cause della fine d,el Potere T empora·le. , A,llora la guerra contro 1'Austria di venne popolare tra i cattolici fran- ~esi .i quali - come disse il loro più 1Hustre esponente, il Lacorda.ire - videro neH'Austria non so1 lo la tiranna d'ltal1ia, ma anche deÌ Papato e s'iUusero, sècondando le mire patriottiche degli italiani, di disamiare lo spirito aggressivo contro

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