Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

• LA TRAGEDIA DELL'EROE E DELLA STIRPE 27 :mi .1:agguato alle spalle mentre dinanzi a me spezzo glj 'Ostacoli che mi sotlleva il destino senza tregua ». Se- ·nato, notabili e popolo si esaltano e ~i depri_Jn?~O_a •ogni nuova ,i,mprovvisa, finchè Cesare vince e 1n1z1a 11 :.grande rammino. . . . Con iii terzo atto siamo nella piana d1 F arsagl1a all'ultima lotta vittoriosa contro Pompeo. « Per settecento :anni, - dice Cesare dopo la battaglia e dopo avere ·osservato il gran numero di combattenti caduti di fronte ·combattendo neM'uno e nell 'a1 ltro campo - questa ~nesauri:bile' Roma, •mescolò il suo sangue torrenziale •con innumerevoli sangui ignobili e g,loriosi su tutti i continenti e i mari e ora .il suo sangue cade sopra il suo sangue». Colmo di ,passione e di umanità è l'incontro con Bruto. « T.rattiamoc.i romanamente », questi dice, « ma ciò detto ti aggiungo ch,e Roma è la libertà, e tu non la puoi distruggere. Roma è 1 'alto di,ritto che protegge i .patrizi e tu non ,lo puoi distruggere. Roma è questa stessa (IlUovauma·nità che portiamo in noi, n<>'Ilmolle come quelJa degli orientali ma severa e altera, conforme aUa .nabura di 1 un popolo che da quando è nato combatte e vince, e tu non la puoi d,istruggere » . ,Ecco l'elemento fonclarmentale de1 lla tragedia e i,l suo motivo dominante. ,E-ssoè nelle cose e negli eventi e liesterebbe anche se Cesare ·non fosse clemente e mandasse a morte i patrizi con Bruto. Il èonflitto riappa.r più acuto al quarto atto quando Cesare risponde alJa nuova invocazione di Bruto per la libertà ed il d,iritto : « Sei romano tu ? Non sai dunque che cosa è Ro- - ma ? Non hai mai visto in faccia un ,legionario ? Non hai visto come è ,coperto d,i ferite e di cicatrici ? E non sai che -suo -padre fu così e a padre del padre e tutti fin dalle origini ? Questo è ·Roma ». Non Cesare è vinto perchè fu clemente con i nemici ma perchè è destino che egli cada dopo avere l'iassunto in sè la g,randezza di Roma. Quando una stirpe raggiunge la sua maggiore unità (nel genio e nel volere d'un uomo solo è•destino -·equi è ancora la tragedia - che essa acquisti del·l 'uomo la fragilità e la caducità della materia mortatle. Così Cesa•re e Roma cadono prima dell 'ulti,ma im~ presa che preparata con religioso fervore dovrà dare per sempre saldezza all'Impero ad oriente e a settellJtrione.- Cadono quando Cesare avendo già superato i partiti per solo essere Cesare Romano, è per superare ,la stessa romanità dopo avere raccolto e armonizzato tutti i frammenti di 1Roma e ave.me riassunto ogni volere e ogni .. spirito. L'ignoto -l'attira, l'ignoto che ~iene dall'oriente mistel'lioso « molle e corrotto ma ricco di insegnamenti antichi e di non so quali sentori di insegnamenti nuovi ». Gesare vuol farvi traboccare lo tSpirito roma,no per atting,ere una più alta forma e una più compiuta un,iversalità. *** ·L'umanità de.I d1 ramma raggiunge u,na vena d,i profondo e delicato sentimento nell'addio di Cesare. a Calpurnia. « Ora la tua ansia dà musica come il suono della tua voce. Eppure dovetti andare 1 lontano da te con la mia feroce vita e solo di tanto in tanto mi fu concesso di soffermarmi v,icino a te a bere un ,sorso di refrigerio dalle tue mani leali come quelile deHa mia veneranda madre. · O mia 5posa materna, come la luce nella limpida aurora il ri6o era in te sin daUa tua nasoita. E noi fu~o obbliigati a spegnerlo e null'altro potemmo fare per te, QtUesto è. Innumerevoli generazioni si arricchiranno e godranno di quello che noi :perdemmo e di quello che noi soffllinuno. Ma Roma è salva e vivrà». La congiura uccide Cesare perchè è fatale, nel senso l,etterale della tragedia g1 reca, che Roma abbia le sue pause e i duri suoi colp,i: 1 perchè i,l turbamento e i,l tradimento della pletbe e del Senato, tutta la bassezza e tutta la viltà de.I.la vita e degli uomini de·bbono avere il loro attimo di rivincita, dietro' i1 l velo de1 l foj,l,e sogno di Bruto, dopo tanta glor,ia e ta,nto splendore di Roma. Ma Cesare resta e Roma vince e resta con Lui ! Già V anone ha detto: « Cesare non è caduco. La sua apoteosi andrà di generazione in generazione per secoli interminabili più alta di tutte. La sua grandezza sovrana sarà ,la rnisu•ra degli uomini maggiori, conduttori delle stirpi e darà loro l'impulso ,ad ascendere sempre più in alto. E questa è la magnificenza della vita ». Miai come oggi in Italia il Mito di Cesare è così v.ivo. Tutte ,le grandi istituzioni che da Cesare partiro,no e di ,lui tentarono rinnovare ,l'idea e il nome sono deformazioni e corruzioni dell'Imperatore romano. Solo Roma e la sua antica stirpe sempre rinascente può far rivivere in .pieno la realtà e la leggenda d,i Cesare. Questa opera d'arte di Enrico Corradini è un alto e riuscito ten-- tativo di donare al fascismo e ali' Italia di Vittoro V eneto 1l'intima e profonda nozione ,del duro e glollioso destino che da mi,Uenni sospinge la stirpe verso vette sempre più alte. UGO D'ANDREA ZANARINI • Pasticcerie •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==