Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

, PROF. AGOSTINO SA VELLI I \ . I ., . .. STORIADELRISORGIMENTO I Il • SERA DEL 30 GENNAIO 1926 Quello che di solito si chiama il decennio di Taccoglimento si estende dallo scorcio del 1849 ~l 1859 ; ed e un periodo di grandissima importanza nella storia del Risorgimento italiano, poichè in esso si viene maturando l'elaborazione preparatoria · della formazione del Regno d'Italia. Per ciò questo periodo ha un valore di prim•ordine nella nostra storia contemporanea ; e stasera appunto noi dob- • biamo incominciare a parlarne. Nella lezio~e passata ho cercato di proseguire a delineare quelli eh~ sono i precedenti più notevoli della elaborazione politica unitaria, precedenti che ci spiegano per l'appunto l'avviamento che essa pi:ese nella realtà storica. Noi infatti abbiamo osservato quelle che erano le correnti politiche che miravano a trionfare ; qual' era il pensiero de' principali personaggi italiani nel 1848. e 1849 ; quali i principi politici che si potevano tradurre nella realtà ; e abbiamo assodato che nell'agosto del 1849 ~rano completamente falliti, tanto i conati patriottici di. popolo, che avevano come menti direttive Giuseppe Mazzini ~ D~niele Manin, quanto l'esperimento neoguelfo. Ma se l'uno e l'altro di ·questi mo vi-- menti, il. popolare e il principesco, erano andati male, non furono invano, perch~ non solo insegnarono qualcosa, ma spianarono anche la via alla evoluzione italiana nel futuro. Abbiamo veduto che,' se la confederazione principesca sotto l'egida papale si dimostrava impossibile ad attuarsi, d•altra parte, la guerra di Bib ioteca Gino anca I popolo, punto fondamentale della prassi mazziniana,, , non era valsa a costituire che effimere repubbliche,. non certo a dare impulso all'unità politica italiana. Nei movimenti del 1848 e del 1849 si pa: , lesa tutt'al più un tentativo federale, perchè di un avviamento unitario non si può nemmeno parlare,. tanto che perfino gli unitari più ardenti si dovettero limitare, in quel momento storico, o ad appoggiare le tendenze federali o a tentare un' espe rienza repubblicana puramente regionale, come il Mazzini. L'idea della lega fallì, perchè in Italia trop- , po prevaleva il sentimento municipale e regionale ; Vincenzo Gioberti in tutti i suoi scritti dal 1849· al 1851 insistè sempre, e flagellò con virulenza · il municipalismo piemontese. Ma i municipalismi lombardo, toscano, veneto, emiliano, marchigiano, e-il regionalismo meridionale erano forse meno notevoli di quello piemontese? Nel Mezzogiorno si considerava il limitrofo ·Stato pontificio come uno Stato estero ; la ·Sicilia recalcitrava alla sua unione col continente meridionale e parlava d'indipendenza siciliana ; nella Toscana l'idea dell'autonomia er~ profonda-' mente sentita e radicata ; i Lombardi pretendevano che la capitale del costituendo Re.gno dell'Alta , Italia fosse da Torino trasportata a Milano; i V eneti non si sapevano staccare del tutto dal ricordo nostalgico della Serenissima. Ques~o fu lo scoglio principale contro il quale si infransero i tentativi • federalistici del 1848 e del 1849. I , I ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==