Vita Nova - anno II - n. 5 - maggio 1926

• ' I I • , BOLOGNA 7 germe prezioso che i:secoli posteriori sapranno fecondare. ~iacchè ci sono leggi e leggi ·: le prime sono le leggi ~on scritte, eterne, divine ; le seconde sono lé leggi scritte, positive o le leggi della città. Ora quest' ultime sono r~golate da quelle, che sono una testimonianza evidénte, come dice ,anche Sofocle, nella sua Antigone, d•un legislatore -supremo e invisibile e sempre presente. Di qùi ~orge naturale la delineazione d'uno stato ideale, che è come il modello dello Stato· considerato nella sua empiricità~Ma se lo Stato è ideale, anc~e la famiglia e l'attività umana che .ne sono i fondamenti, debbono rivestire un carattere ideale, divino. Infatti Senofonte nel suo Economico c'informa che la famiglia per Socrate aveva un carattere sa- . ·ero, perchè in essa questi scorgeva il fandamento primo dell'edifizio sociale. Il quale si rinsalda qualora noi moviamo dal principio che l'attività umana è fondamentalmente lavoro. Così Socrate è il primo pensatore dell'antichità che parla con tanto rispetto ~el lavoro. L'enunciazione di questo conce o, che a noi è divenuto f~migliare, rappresentò a quei .. tempi un ardimento eroico, e benchè Senofonte nei suoi Memorabili non l'apprezzi convenientemente, esso riusciva a minare l'istituto della schiavitù. Tutta la grecità e la romanità, come è noto, ha un c~ncetto erratissimo del lavoro, che era riservato agli schiavi, perchè agli uomini liberi esso non s'addiceva. Ora ognuno può facilmente pen- ;are quale lievito rivoluzionario rappresentasse il principio, che il lavoro è il dovere di tutti gli uomipi. Se questo principio fosse stato compreso • ' - eca Gino s· e ' e sviluppato in tutte le· sue conseguenze, la civiltà antica forse sarebbe tramontata prima dell'avvento del Cristianesimo. Tuttavia non possiamo affermare che in So- -- crate si trovi un sistema compiuto di politica. I \ pochi concetti che abbiano cercato di porre in rilievo non sono sufficienti a darci u~a visione po- · · litica. Se mai la politica vera di Socrate consisteva propriamente nel prep_araré gli uomini al governo, e quindi egli fu educatore pòlitico, e tale egli si sentì se cercò di snidare tutti gli errori politici del_, suo tempo ora criticando fieramente la democrazia ora la tirannia, • Per lui l'ideale dell'uomo politico è saper comandare, e però si meraviglia che Glaucone voglia governare lo Stato ~uando non sa governare la sua famiglia e chiama pazzia quella dei de~ocratici, i quali dalla sorte fcrcevano decidere la scelta dei capi dello Stato quando non si tira a sorte nè un architetto, nè un suonatore di flauto. Perciò si può .dire che Socrate più che un politico,. . . fu un educatore, un filosofo ed un eroe. Difatti la sua personalità è tutta do~inata dal sentimento pro- · fondo d'una giustizia divina che noi dobbiamo cer- ,; care di realizzare. Per questo sentimento egli divenne un ottimo cittadino che obbedì alle leggi del suo paese, che combattè a Delo e a Potidea,. resistette ai -trenta tiranni e al popolo, e infine affrontò la t • morte : morte che fu la prima e grande vittoria del pensiero libero, che è la vita della filosofia, ma anche della politica. I ' .. , - I ., ,. J I -, I f

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==