Vita Nova - anno II - n. 5 - maggio 1926

( ' ' .. .. 32 G. MANZELLA FRONTINI I tore di arsiccio che par si sprigioni da tutta la città, che mostra verso iii porto Je ulceri, le pustule del suo martirio, deld'incendio ultimo. Inglesi, francesi, molti francesi e qualche indigeno, un avanzo di Turchia nei vecchi scaricatori luridi. · Lungo i1 l molo, verso il Comando lta:liano. Fanno mostra pa:lazzine, e circoli inglesi e francesi e caserme greche: e ,I 'ltailia? Ah, l'Italia si annida dontana entro un ammasso, una montagna di stracci internazionali, rifiuto delle trincee, che il nostro Comando ha permesso venissero ammonticdhiati nel breve recinto a noi concesso, e attorno. I soldati greci si affolilano nella notte alla ricerca di uno str;accio meno sporco. La bandiera italiana, la nòstra b~l:la ,bandiera, sembra mortificata e s'affloscia . sulla facciata deil 1 Casino dell'Intendenza : ha però di contro follti alberi più alti che .la nascondono in parte alla vista ed al corso Venizelos e dalla marina. Mi piange a cuore. Usciamo ald 'aperto: è l'ora dei giornali: si ode: Paris-Balcan, 1 l'Opinion, l 'lndipendent, Machedonia. E per Ja cortesia d'un monello greco che ci riconosce ufficiali italiani, apprendiamo ohe c'è pure una Voce d'Italia, ma che non si vende per ,le vie, e che bisogna andare a ricercare da un certo giornalajo fuori mano. E pensare che la colonia ,borghese italiana è la più numerosa oggi di qualsiasi ailtra.. · Non per niente l 'Opinion stamperà il 16 dicembre I918 che a ,Pdla ·ha preso i,l Comando dellla piazzaforte l'Armata Americana, e dhe la flotta Jugoslava ha issato la bandiera americana. Sarà vero ? Siamo così' lontani dalla ,Patria, e i francesi 'hanno 1 'aria di sopportarci, o ·peggio, di non accorgersi di noi, se non forse per quei non rari C<:\ZZotcti 1 he i nostri buoni marinai sogliono di "tanto in tanto appioppare sul.le mutrie francesi. .. (notte), 12-12-191... Tourblanche. Indignazione genera1 le : una stallaccia imbellettata di bianco, un'aria rarefatta e pregna di aliti gravi di vino, di tabacco, di profumi volgari. 1 L'or- .gia oscena del1 le due nazioni civi;Ii c:he han ,lottato per la giustizia e per la 1libertà. Gl 'Italiani mortificati, sconcertati, appia~ati. Soldati e ufficiali di basso ed alto grado d'ogni altra nazione ballano, s'ubriacano, a1bbracciano e svestono e scoprono femminili nudità di· molto equivoohe bellezze e sul palcoscenico e ne,lla platea. Un tafferuglio, corrono schiaffi tra un uffici.aie francese e un soldato. C1 hampagne, ~ognaè, birra e vino: odore nauseoso di alcova. Eb'bene, i greci dicono che 1 han troppo della pre- ~otenza de_i franc~si asso_rbenti_edegli inglesi dip\lomaticamente invasQr1, ma li ammirano perchè gli uni son forti e gli altri prepotenti e ne ammirano la volontà di dominio e la sete di vita, di questa ebbrezza ohe trova ai!la. Tourbl~nche ·l'esponente notturno della gozzoviv1g.l1ascempia e volgare, ma caratteristica. Dicono che gJi lta1 liani non sanno vivere. ca ino Bianc • 13-11-19 i ... Si parté per H.isan-Ob~ : scender~mo alla stazione di ,Sakulevo: 180 dhi1lometr1da Salonicco, 30 da l\,1onastir 20 da F,lorina. Andremo al punto di incidenza dei c~nfini, onde .l'eterno incendio ba1 lcanico non sarà mai domato. Se11bia, Allbania, Bulgaria, Grecia. A qualche chilometro da tutti i confini. l'l nodo del male, il · centro della cancrena. A Ila stazione Orientale. U1n treno di lusso è pronto, va in Bulgaria o va ad Atene. Ha .I 'aspetto dei nostri grandi express. Noi italiani non monteremo su quel treno, nè sul cosidetto postales. Noi italiani, quindici o venti ufficiali, avremo · un vagone sgangherato e sfinestrato ancora sporco di spoglie di cipo'lla e bucce di ogni genere, che vana_- mente. alcuni soldati nostri s'affannano a spazzare, e ~ che trovasi in un binario morto oltrè il magazzeno merci e la casermetta serba, chissà da quanto. Noi impiegheremo dalle trenta aiMe quaranta ore per percorrere il :breve tragitto di 180 chi1lometri. È un treno che si chiama italiano. ' , Notte. Notte d'inferno senza Juce e senza calore, a qualche grado sotto zero, merce senza assegno e senza valore, alla mercè d'un personale ferro viario francese accucciato e ben riscaldato nelle numerosissime capannucce-fermate sulla Sa1 lonicco Monastir. Al.l'alba, alba sospirata come non mai neJla mia vita siamo ancora ailla stazioncina di Varria : circa settanta chilometri in quattordici ore ! Quando si arriverà ? E la pianura macedone dalla terra grassa e feconda, appena sol1leticata da qua1 lche indiscreto contadino dall'aratro preistorico, si estende senza confine a:Ha destra, mentre ci stringe a sinistra una catena di montagne . E sempre così fino a Vertekopes, ove già annotta, e dove la cortesia dei frate,Hi francesi ci rifiuta su vent?tto lir~ itali_ane otto di_moneta francese, della quale siamo d1_sposti ~ ,p~gare 11cambio, e non ci dà il pane che abbiamo d, ~~sogno. La moneta ita!liana non possono accettarla: e il colmo. Prendo un caffè turco presso un turco ~utentico :. egl~ .~on vuol essere pagato, accetta delle sigarette d1 cui s1 mostra tanto avido. Il so~e ci ha già salutati e noi non saremo a Sakulevo che doma~~matti_na.9~an_ta ore di viaggio per centottanta ohilom~tr1. Gia ul primo postale ci ha oltrepas- ~to st~notte, c1 oltrepasserà un secondo, ma noi viaggiamo 1n un treno ita1 liano. ~e cornacchie a stormi a nuvole chiassose transitano pel cielo cupo dalla pianura verso la montagna. Notte del 13-11-191... Mi sveglio,,di s<:>prass~ltpoer un urto improvviso: sono ge,lato. C e un 1ncroc10, scendo cerco sgranchirmi. Verso la coda del treno una fol,la a cento orribili favelle attorno ad un carro bestiame : e dentro e sotto e attorno

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