Vita Nova - anno II - n. 5 - maggio 1926

BOLOGNA 7 grado a gradò dovette esser.e per parte dei Galli una assimilazione della civiltà etrusca. Non si sa se i Boi partecipassero alle scorrerie contro Roma del 357 e del 345 c. C., la seconda delle quali fu l'ultima paurosa minaccia gallica contro l'eterna città. E' incerto per di più se i, Boi fossero compresi in quei Galli che, uniti ' ai Sanniti, agli Etruschi · ed agli Umbri furono sconfitti .in fiera battaglia dai Romani a Sentino (295 ), in quella fiera battaglia éhe diede a Roma il predominio sull'Italia centrale e che ebbe come conseguenza l'assoggettamento per parte di Roma 'dei Senoni abitanti il nord delle Marche. Terribile fu la spedizione dei Boi in Etruria lungo le valli dell'Arno, della Chiana, del T eve- . re sino al lago di Vadimone presso cui P. Cornelio Dola bella con l'esercito romano inflisse loro una gravissima sconfitta, per la quale le acque ~el TeVE;resi arrossarono di sangue sino a Roma (283). Disperata fu la seconda spedizione dei Boi dell'anno seguente pure in Etruria : le racimolate schiere galliche furono tagliate a pezzi da Quinto Emilio Papo. Dopo questo urto con Roma si ebbe nel paese boico attorno a B·ologna un periodo di tregua, periodo nel quale i Boi si incivilirono in parte e fecero di nuovo rifiorire le campagne per lungo tempo trascurate. Appartengono in realtà a questo periodo i sepolcreti gallici del bolognese, che vicino a Bologna .si sono ritrovati nello strato . I del terreno superiore a quello villanoviano. 11•materiale rinvenutovi attesta un carattere di etruschizz'azione di questa civiltà gallica, per i frequenti òggetti, specialmente bronzi di fabbrica etrusca che vi si ~ sono rinve,nuti. Ma permane il carattere bellicoso, come si può arguire dalle frequenti armi che si sono ritrovate in queste tombe. Si riprende la lotta con · Roma nel 238. Nel 237 i consoli Q. Cornelio Lentulo e Q. Fluvio Fiacco portano la guerra il\ territorio boico ; il secondo console anzi cade in un'imboscata nemica, ma ne esce salvo. Nel 236 i Boi, riçevuti degli aiuti dai Galli transalpini, si rovesciano in Rimini, ove impavidi stanno ad attenderli i Romani ; per lotte intestine l'orda barbarica si dissolve. Nel 225 si ha il supremo sforzo gallico : ·Galli cisalpini e Galli transalpini si rovesciano in Etruria sotto la guida di Concolitano e di Aneroesto ; ma a T alamone subiscono una disfatta disastrosa dagli eserciti conso1 ari riuniti di C. Atilio Regolo, che muore nella • iblioteca G. • 1anco , zuffa, ·e di ·Emilio Papo. Così, si apre . ai Romani la conquista della valle del Po : ivi penetrano le aquile romane e nel 218· si ha la fondazione di Piacenza .e di Cremona. Ma la lunga guerra punica contro Annibale (218-201) interrompe la conquista ; quando "' infatti il fiero cartaginese scese nella valle del Po, pieni di orgoglio si sollevarono i Galli contro i Romani. Nel 216 si ha l'agguato teso a L. Postumio Albino dai Boi nella Silva Litana: l'esercito romano è distrutto, L. Postumio Albino è trucidato e il suo cranio, rilegato in oro, serve come coppa potoria ai Galli nelle loro cerimonie religiose. La Gallia Cisalpina è abbandonata. Solo nel · 203 ·vi entrano i Romani e, finita la seconda • guerra p~nica, viene ripresa la guerra specialmente contro i Boi, gli ultimi dei Galli a resistere impavidi al giogo romano. Ma nel 191 P. Corne- 1 lio Scipione Nasica ottiene · vittoria decisiva; i Galli sono per gran parte distrutti e solo le reliquie della _loro gente si rifugiarono nella palude nella Silva Litana verso il mare. . Comincia la vita di Bononia romana, perchè a Eolognia nel 189 è dedotta una colonia di 3000 tra fanti e cavalieri ; Bologna diventa una colonia juris latini e si trasforma in municipio solo più tardi, forse dopo la guerra sociale (91-88), municipio che viene asc1itto alla tribù Lemonia. Il territorio viene diviso tra. i coloni e si ha allora _quelretic_olatodella pianura bolognese, che nelle sue linee generali è rimasto immutato sin quasi ai giorni nostri, sì da dare l'apparenza di insu{ae rettangolari limitate dai cardini e da decumani. Rifiorisce il paese, tanto che ~ella pri1na metà del secolo 11, quando cioè viveva lo scrittore Polibio, che ce ne dà notizia, la Gallia Cisalpina e perciò il territorio bolognèse appariva come una ,terra promessa. Al 187 risale il tracciato della via fiemilia da Piacenza a Rimini, così denominata da M. Emilio Lepido ; contemporaneamente C. Flaminio Nepote conduce da Arezzo a Bologna la via, che da- lui prese il nome dì Flaminia. Bologna così pssurge a quella importanza di nodo stradale che . ha .sempre avuto in seguito. Nelle• fonti storiche relative alla guerra civile del 43 a. C. Bol0gna è spesso menzionata ; e nelle vicinanze di Bologna in una insula presso il Lavino o il Reno ebbe luogo quel famoso convegno tra Ottaviano ed Antonio, clie portò alla costituzione del secondo triumvirato. Nella guerra ci- \ t . ,

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