, ..,.. . , 2 UNIVERSITÀ FASCISTA I , I r ... rare e garantire tutte quelle coi:idizioni che sono indispensabili all•uomo, affinchè egli pòssa, nell •oceano della vita sociale, ottenere quei mezzi, cui prima accennavo, per raggiungere i fini della sua esistenza. · · 3. - L'uomo però, mentre è spinto dalla sua stessa natura ad associarsi coi suoi simili, è d'altra parte incline a contrastare l'altrui sviluppo , per realizza~·e il proprio tornaconto ed è ·.~iluttante a sottoporsi a vincoli d'obbligo o ~i disciplina, che so~o in contrasto col suo egoismo. Nel fondo di ogni uomo risiede un io che, abbandonato all'i- , stinto di natura, tende ad escludere tutti gli altri : la molla che vibra nell'intimo del cuore umano, la febbre che agita ogni umana creatuta, la forza ·çhe spinge quest •essere di piccole proporzioni, ma di aspirazioni e, anche, di ambizioni .infinite, si chiama egoismo, cioè la' tenden~a a. sodisfare nel modo più pieno i propri bisogni e, se possibile, anche i propri capricci, non importa se a danno degli altri. Anzi talvolta codesta tendenza è tale che spinge a volere il dannQ altrui, senza un corrispondente vantaggio proprio : si ·opera così, per il gusto di far male agli altri, per il gusto di privare altri di un vantaggio, di vedere altri soffrire, di vedere altri piangere. Ond'è che, in mancanza di una forza superi ore, capace di frenare le singole . volontà, si verificherebbe il fenomeno barbaro e antisociale, che gli uomini, spinti per na!ura ad associarsi, s'incontrerebbero in una forma di convivenza contraria ai fini stessi dell 'Ul\lana società, in quanto l'egoismo di ognun?, nellà sua sfrenatezza, ' porterebbe ad eliminare ogni contra$to, a sopprimere ogni esigenza contraria a quella del .prop~io I • io e, insomma, a rendere impossibile la esistenza . 1n comune. 4. - Inoltre, la vita in comune non sarebbe possibile, se . tutti i componenti del consorzio, conformemente alle naturali aspirazioni di ognuno, vo-· lessero tenere i primi posti e volessero, come il leone di esopiana memoria, avere tutto per sè, nulla concedendo agli altri. Ogni uomo parla con eloquenza irresistibile · dei propri diritti, diviene· balbuziente, se non muto addirittura, quando si tratta dei propri doveri : il dovere incombe sulla coscienza di ognuno come .una cappa di piombo. Voi sentite ripetere, qualche rara volta, per lo più in tono ·di facezia : "La I voce del dovere mi chiama,, ; sentite invece ripeBiblioteca G.in • 1a e tere ad ogni istante e con massima serietà, dai fanciulli che ancora mal si reggono sulle gambe ai vecchi decrepiti, dal pitocco cencioso al lasco creso, dalla donna di strada alla grande da~a, voi sentite per ogni dove, nelle campagne e nelle officine~ nei tuguri e _nei palagi, nelle caserme e nelle scuole, per mare e per terra, per aria e nel sottosuolo, ripetere la magica frase : "lo ho diritto, io ho diritto ,, !... Tutti abbiamo, o, per lo meno, · crediamo di avere diritti ; nessuno di · noi pen~a che ad ogni diritto corrisponde un dovere, anzi bene spesso un complesso di doveri, perchè la vita risulta dq un insieme di doveri e di. diritti, dei quali i primi costituiscono senza dubbio la parte preponderante, o, per lo meno, il substrato deì secondi. " Se dunque l'uomo è naturalmente portato ad eliminare ogni forza, ogni attività che cerchi di ostacolare il pieno so;:ldisfacimento del proprio io, se tende a soverchiare gli altJii per vedere tutti al disotto di sè, se cerca di liberarsi da ogni vincolo che per lùi importi un dovere e aspira ad assidersi sul soglio di un diritto incontrastato, come potrebbe sussistere la società civile, qualora un potere ordinatore della vita, un organo della azione collettiv<:1non ~i ergesse al di sopra di · tutti e a tutti imponesse la sua. autorità e la sua volontà, per ~endere la convivenza sociale non solo possibile, ma anche profittevole e per assicurare _ le condizioni necessarie allo svilup'po e al benessere· di tutti? 5.. - Questo potere ordinatore della vjta di un popolo, questo organo massimo ed unico dell'azione collettiva del .popolo stabilito sopra un determi-· nato territorio è precisamente lo Stato. ,. Nel fare questa affermazione, noi abbiamo dato la definizione dello Stato, definizio1te che non è nostra, ma del FERRARIS e che noi accettiamo, ritenendola, fra tante altre, più chiara e più completa. , · 6. -· Occorre qui fermarci brevemente a ·considerare quali sono gli elementi costitutivi . dello Stato. Seguendo lo stesso FERR~R/S, noi divideremo gli elementi da cui .risulta lo Sté.to in : · . a) elementi costitutivi esterni e visibili ; · b) elementi costitutivi interni. -- , 7. - Posta la d~fìnizione che « /o· Stato è il potere ordinatoredella vita interna e l' ~rgano dell'azione collettiva del popolostabilito sopra un deI
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