Vita Nova - anno II - n. 2 - febbraio 1926

~ stessa ; ha compiuto una incredi bilie ascesa verso quell 'un,ità morale, che è .Ja vera base delile nazioni forti : ha quasi esaurito, si può dire, il suo co.mpito di polizia tutta i,ntema. La nuova cura, ora, è 1 'altra : a perif ezionamento delle sue ricchezze, ,il potenziamento della sua ,unità · spirituale. E que- ·sto è i'l cammino, che s'inizia. L'impero non .ha alltro valore, non altro significato. *** La politica italiana, in questi ·ultimi tempi, ~a avuto proprio come . . caratter1,shca questa accentuata tendenza alla risoluzione integrale dell 'u1nità: · nei ranghi de1 l partito e :fuori. E caratteristici ,sono, a quesito riguardo, due fatti, sebbene dii ordine diverso. Il primo concerne .1 la nuova formazione del Partito. ,L' on. Farinacci è stato ~hiaro ed esplicito : il partito deve rivedersi ; il nuovo tesseràmento deve f Msi in base a ori.terii di assoluto r.igore. Il Partito deve rappresentare l'élite dell 'lta 1 lia nuova : il fulcro dellle nuo- . ve imprese ; eppe-rta-nto .non può non essere perfettibile di una ulteriore purificazione. Questo il criterio del segretario del Partito: e ci par ottimo. L'Italia fascista deve. innanzi tutto, trovare nei suoi quadri centrali - e cioè nel Partito - la sua potenza intrinseca, ,la sua dirittura morale, la sua unità spiritua'le. È ,1 'essenziale. Potremmo quasi dire che, Partito forte, Italia forte: e, non già pensando che la minoranza governi ~a ,maggioranza, ma, viceversa, proprio perchè, rappresentando il Partito un ruscello, u,na élite, richiami intorno a sè simpatie e consensi. Del resto ·basta guardare già a ~ quello che avviene oggi : il tentativo dell'inserzione ,diventa spudorato. C'è, è vero, mo,lta gente pentita sul serio : specie in quegli st1ati amorfi della nostra piccola borghesia, disposta ad un vaglio severo e supercritico delle situazioni : e questi devono essere,· per l'appunto, gli aggregati, direi _del partito, l 'e- ~ercito dei seguaci ; molt' altra genVITA NOVA te, invece, tenta una ignobi,le speculazione. È .I' altro fatto, di cui •m'accingo a parlare. *** Commemorandosi, il 16 gennaio, alila Camera, la pri1 rna volta nelI 'anno, la .bella Regina .imperiale, un gruppetto di deputati popolari e d:emosocia.Ii entrò nell'aula. Era davvero ridicolo v,ede,~li soltanto, quei deputati : portavano impressa· nel viso e ndla figura la viltà e la codard'ia : tenrtavano profittare deUa giornata austera, per far l'atto di pentimento. Ma il Pr.i,mo Ministro ·li ha bolaatì. M,eglio: ha, chiarendo indle,finitiva la questione secessonaria - la cosid,etta « questione morale » - distrutta la secessione. I.I Presidente ha detto: la questione morale o esiste o non esiste ; o si è fuori <leU 'Aula o, rientratici, si fa atto di ri,parazione. In cinque m,i- . nuti - tanto è durato i.I discorso de'l Duce - anche questa nube è scomparsa dall'orizzonte politico nostro. Il tentativo è faUito: messi aUe strette, gli sparuti gruppi si son frantu·mati e l'ultimo residuo della speou'lazioine dellla quartarella scomparso. Il discorso del I7 gennaio 1926 ha concluso quello dell'8 gennaio 1925. Anche questa è, dunque, una nuova perfezione •de11la nostra unità .mora1 le integra, salda, inequivocabile. E, da questo gesto, i popolari sono stati infamati. Già dispersi, sudldiv.isi, sono stati annientati. Suoniamo le campane a morto. Il partito, che doveva ri,generare l 'Italia, rigernerarla specie moralmente, non è più ! And 1ati .ad una commemorazione, ne han prodotta un'altra: la l()[o. Il popdlarismo, da oggi, passa definitivamente alla storia, come una de'lle più brutte pagine della no•stra vicenda del dopo-guerra. · In nome del cattoli,cis·mo sorsero; potre1m·modire che, nel noime proprio delllo stesso spirito cattolico muore. Coincid·enza strana! Il Partito, che fu voluto dal,le alte gerarchie ~ella Chiesa, scompare oggi, che il Governo ha dato alla stessa Bibl·o eca Gino Bi neo Chiesa un monumento di sapienza, di benessere, di riparaziione: diciamo la legge ecclesiastica nuova f Sono, evidentemente, scherzi del!la storia. *** . La nuova legislazione ecclesiastica ,è, sotto un certo aspetto, ripatatrice d·el passato e giustificatrice de.J nuovo spirito fascista: per essa lo Stato non disconosceva più la Chiesa, ma la considera pienamente ; non avvilisce gli ecclesiastici, ma !li aiuta. L'agnosticismo liberale, che dettò la legge delle qua.rantigie, è sco1 mparso. Vedete, ad esempio, co,me vien modificato I' exequatur, come vien soppresso il -placet: i.I primo vien reso preventivo, e cioè la ,nomina dei vescovi vien fatta quasi d'accordo tra Stato e Ohiesa; mentre al placet subentra una semplice registrazi0111e dell nuovo parroco nominato, una volta ammesso che il vescovo è persona capace di nominale. E non parliamo del resto. Che è tutto questo ? È amicizia ? È spinto benevolo? È spirito cattolico, e cioè fasci sta ? C'è stato, a questo proposito, un giornale, che ha par.lato di ccgran passo >) verso la colla1 borazione tra Chiesa e Stato ; e, quasi quasi, di conciliaZJione, almeno ideale... Iii Vaticano, a mezzo dell'Osservatore ha risposto in tono rude, ri- . vendicando la sua posizione e I' unilateralità diella legge. N'è nata una polemica, in tutta la stampa, che stava per degenerare; fìnchè lo stesso Osservatore ha finito con l'accettare .in gran parte la tesi fasci sta : la nuo,va legislazione ecclesiastica è, sicuro,. in molte parti ottima; annulla il precedente spirito liberale; ma .... Ma, infine, è ora di ved'er chia- ro e di capirci. O.a un certo tempo la polemica vaticana va assumendo un aspetto confusionario. Con tutto i,l risipetto possibile verso la formula prammatica d,ella Santa Sede, ci pare .che sarebbe più opportuno - non diciamo venire a patti - ma, almeno, parlare senza sottintesi. V ero è che la stampa fasci sta ha agito, per reazione, in mo1 do troppo accalorato : tuttavia possiamo • I

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