Vita Nova - anno II - n. 2 - febbraio 1926

... VITA NOVA 1 .1 Carducci che accettarono. E allora gli studenti democratici videro in Carducci il capo degli studenti di partilo contrario. Non quindi il letterato o il Professore presero di mira. Tale, secondo me, fu la vera ragione ". Gino Vendemini nella sua appassionata difesa degli studenti, esasperò tale argomentazione; Enrico Ferri invece, che prima di accettare la difesa aveva voluto il consenso del Carducci, fu rispettoso pel Maestro : e sostenne l' irresponsabilità degli imputati trattando della psicologia delle folle. Ricordò la scena dei minatori nel Germinai che, partiti in fila lenta, silenziosa, plumbea, ma infocata come lava .di vulcano, giungono ali' estrema febbre della distruzione; ricordò la ribellione popolare ne' Promessi Sposi dove Renzo è arrestato come capo della sommossa, mentre in realtà eravisi trovato in mezzo solo per caso e con intenzioni pacifiche; e sostenne che in questi tafferugli sono sempre i più ingenui che si fanno arrestare e i· più furbi sgusciano come anguille; che in questi tumulti l' individuo subisce la reciproca suggestione e il fermento psicologico della folla ed · opera senza coscienza e compie cose che isolato non commetterebbe mai. Il Tribunale accolse entrambe le tesi del Ferri, e ~osì furono tutti soddisfatti : gli studenti perchè assolti, Giosuè Carducci che tale assoluzione vedeva motivata in modo rispettoso per lui. Chi rimase alquanto male fu il giudice estensore della sentenza che per aver fatte sue le tesi - allora eterodosse, del Ferri - si vide colpito da una dichiarazione di impromovibilità e rimase semplice giudice • .a vita ... *** Dopo due anni Giosuè Carducci si induceva a fare una pubblica dichiarazion~ di fede politica, così : '' lo di educazione e di costumi repubblicano (all'antica), per un continuo svolgimento di comparazione storica e politica, mi sentii riattratto e convertito ingenuamente e sinceramente alla monarchia, con sola la quale credo ormai fermamente possa l'Italia mantenersi unita e forte : oltre di che mi professo affezionatamente devoto alla grande civiltà e umanità di Umberto I. Ma in Italia, con un re come Umberto I e con un uomo come me, è una grulleria parlar di poeta cesareo e simili bubbole " (1). IV. Ma se in quel primo incontro Enotrio Romano subì il fascino irresistibile del sorriso regale e del1' ingegno di Margherita di Savoia : " il poeta greco e girondino" sentì con l'andare degli anni mutarsi il suo sentimento di ammirazione in vera deferente devozione che non s'affievolì nè attenuò, mai; fino alla morte. Ce lo dice una lettera del 14 luglio 1882 da Verona: (I) Giornale Il Resto del Carlino, 12 maggio 1893. Bib i e a ■ 1an o Mio Signore, I La p~egiata sua del I O mi raggiunge in viaggio: onde la men pronta -risposta. Réoerie fu composta proprio con l' intendimento di conseguire un certo effetto estetico specialmente, se non soltanto, per mezzo d~una variata ~monica disposizione di sillabe di suoni di cadenze. Però credo anch' io che possa essere musicata. Il giudizio della Maestà della Regina dei miei intendimenti mi fa insuperbire co_nfermandoli: la scelta della S. V. all'opera della musicazione mi onora. Non una condizione, un voto. Se Josse vero, come panni poter arguire dalla lettera di Lei, che l'Augusta Signora avesseavuto la pazienza di trascriveredi sua mant1 i quattordiciversi, io preghereimi fosse concedutola copia di S. M. Che se il voto non possa essere adempito, Ella è ad ogni modo padrone di ripubblicare con la sua musica, come le aggradi meglio, il sonetto. Nella stampa scorse qualche piccola inesattezza: glie ne manderò poi da Bologna una copia corretta. Con osservanza La riverisco. E nel .1887 rivide la Regina e il lungo colloquio riferiva alla moglie: Cara Elvira, Esco in questo momento dalla Regina, la quale mi ha fatto scriv~re questa mattina dalla march. di Villamarina che mi avrebbe ricevuto all'una. lo che mi aspettavo nulla di tutto questo, mi son vestito il meglio che (ho) potuto. Fortuna che avevo da parte, non so coine, la miglior camicia bianca e la sottoveste. E così sono andato col cappello bianco tutto sgualcito e senza guanti. Mi ha ricevuto nel padiglione all'aria aperta, tra le sue dame, mi ha fatto subito sedere, e poi mi ha ·presentato il principe ereditario, dicendo proprio così - " Le presento mio figlio ". - E poi è entrata a parlare delle Rime nuove: ha lodato molto la copia distinta, specialmente per la carta; e io ho fatto a Lei le lodi dei fratelli Zanichelli. Mi ha pregato a leggere alcune di quelle mie poesie; e prima la Notte di Maggio, dicendo che le piacque tanto non a pena la vide la prima volta nel Fracassa domenicale, che la copiò. E poi mi ha fatto molte domande su la sestina petrarchesca, dicendosi ammirata di quel metro. E poi ha voluto che legga il Congedo e la Rima, e ogni momento diceva: - Com 'è bello! - E poi: - Ne legga ora una Lei quale vuole. - E io ho letto I cipressetti di San Guido. Poi mi ha detto che io leggo molto (bene) e che ella ama che la poesia sia letta così in modo da far sentire bene il verso. E poi mi ha domandato come mi fosse venuto in mente di fare le Odi barbare; e mi ha detto che ella ne gustò subito l'armonia, la quale le pare nuova e bellissima, e che le ha sempre sostenute contro tutti - Non è vero? - s'è rivolta dimandando alle dame. E poi mi ha domandato perchè non seguito La battaglia di Legnano. Io ho risposto che, se il suo Ministro dell'Istruzione, mi lasciava un po' di pace, non solo avrei finito Legnano, ma avrei composto L'ultimo giorno dell'anno mille e Canossa. Ne è rimasta contentissima. E poi mi entrò a parlare di letterature romanze e di provenzale, lodandomi gli Aleramici e altri saggi, ed esortandomi a finire i Marchesi di Monferrato. , . Poi mi ha domandato quanti scolari avevo a Bologna, e dei professori di lettere. lo ho fatto gli elogi di Gandino, e delle sue poesie latine. - È un piemontese, vero? - mi ha domandato; -ma non conosceva i versi latini di lui. E poi tante altre cose, specialmente gentili per me, mi ha detto; che troppo ci vorrebbe a raccogliere in breve. Mi ha tenuto 50 minuti. È ingrassata, ma è sempre bella, specialmente· seduta: aria signorile ma buona. Io le parlavo con franchezza, e mi son fatto un grande onore spiegandole la teoria della sestina e quella della rima provenzale. lo ammiro il grande gusto di Lei, perchè mi ha lodato con tanda intelligenza la Notte di maggio e ha mostrato il suo compiacimento che io abbia rinnovato quel metro e l'altro del Congedo e della Rima. Per ora b'asta, fa vedere ai Zanichelli ... ( 1) (I) Lettere alla famiglia e a Severino Ferrari (Ed. N. Zanichelli). I \ •

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