Vita Nova - anno II - n. 2 - febbraio 1926

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J . , " . . . Nei !Oca/i della ... " • t • ' , . . . . ' .. " " .... • I . • • " J r . - . \ • I ., . . . ' ... . - , . . . ., . . , . · .. ~ . • · a-nz. Dl _-4. ~--· J;Jologna . . , ,,, . . . r . ' . \ ' ,,,. ,. . . . • ,. • # --.. . . . . . <.-·-·~ àpetto ·al pubblico .dalle òre 7 alle ore 24 di ogni giorno·:· ' . . ' I ' . . . . . . . i . - . I CAFFÈ .RISTORÀNTE . J • • .. ' I . · t}l~ga.JJtme,oderno,inappuntabile_c;on se_ryi_z~i_poecialeper.... , ' . ·bançhettie cerimonie; pensioni convenientissimeper muti- ·. . • , I • V • . · · ':latfe·.~studenti: L. .10.-ogni'_duepasti (serviziocoinpleto)~ - ' . • •, I ALBERGODIURNO· . - 'f

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I VITTORIA UULLINI - Bazzano Uso la ... EUTROFINA da vari anni e trovo che è il miglior ricostituente dei bambini: piccini che tardavano a camminare dopo otto o dieci giorni di cura, hanno lasciato ogni appoggio o guida per andare da soli. I miei tre figli se ne sono giovati moltissimo - ciò per la verità. Dott. RAFFAELE MULÈ - Favara ISTITUTONEOTERAPICITOALIAN-OBOLOON-AComm.R. TOSCHI &C. AMBULATORPOIOLICLINICO BOLOGNA - Via G. Oberdan n. 17, primo piano ORARIO Malattl8 N~rvo&e • Prof. ALBERTONI - Lunedì, Mercoledì ore 8,30, Sabato ore 14 (Abitazione: Via Libertà, 3). Malattie del rloamblo • Dott. G. MONETTI - Tutti i giorni (meno i festivi) ore 10,30 (Abitazione: Via G. Petroni, 15). · Malattie del Cuore e Polmoni • Prof. LANZERINI - Tutti i giorni (meno i festivi) ore 12 (Abitazione: Via S. Vitale, 28). Malattie degli Ocohl (Sezione A) • Prof. G. RICCHI - Martedì, Giovedì, Venerdì e Sabato ore 10 (Abitazione: Via S. Stefaao, 23). Malattie derll Oechl (Sezione B) • Dott. TIRELLI - Lunedì, Mercoledì e 8abato ore IO (Abitazione: Viale XII Giugno, 15). Malattie del Bambini (Sezione A) • Prof. P. BUSACCHI - Lunedì, Mercoledì e Venerdl ore 11 (Abitazione: Via Barberia, 9). Malattie deJ Bambini (Sezione B) • Dott. TESTONI - Martedì, Giovedì e Sabato ore 10 (Abitazione: Via dei Mille, 9). Malattie delle Donne e Ostetricia (Sezione A) • Prof. PlRANI - Lunedi, Mercoledì e Venerdl ore 11 (Abit.: Via G. Petroni, 15). Malattie delle Donne e Ost etrlcla (Sezione B) • Dott. V. JASONNI - Martedì, Giovedì e Sabato ore 11 (Abitazione: Via Dante, 14). Malattie df'll" Pelle e Veneree (Sezione A) - Prof. DELLA FA VERA - Lunedì, Mercoledì e Venerdì ore 14 - Martedì, Giovedì e Sabato ore 19,30 (Abitazione: Via Guido Reni. 4). Malattie della Pelle e Veneree (Sezione B) - Dott. GA VINI - Martedì, Giovedì e Sabato ore 10 - Lunedì, Mercole~ì e Venerdì ore 19,30 (Abitazione: Via Benedetto XIV, 1). Malattie del Naso, Gola e Orecohl • Prof. D' AIUTOLO - Tutti i giomi (meno i festivi) ora 13,30 (Abitaz.: Piazza S. Simone, 2). Malattl~ del Denti e della Bocca • Dott. E. GATTI - Tutti i giorni (meno i festivi) ore 9 e 18,30 (Abit.: Via Indipendenza, 18). Malattie della vie urlnarif • Prof. PERRUCCI - Tutti i giorni (meno i fe!tivi) ore 14,30 (Abitazione: Via Zamboni, 9). Raggi X, Radium • P.rof. G. ROCCHI - Tutti i giorni (meno i ff-~tivi) ore 11.30 e 12,30 (Abitazione: Via Gargiolari, 11). ESAMIDI MICROSCOPEIADI CLINICA(ORINE,SPUTO,ecc.) ESTRATTO DELLO STATUTO: L'Ambulatorio dà onra rratulta agli ammalati poYerl muniti del certificato di po,,erti. s·blioteca Gino Bianco • •• •• •• •• .. ■■ \lf' ■■v■■ r•• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •••••••••••••••••••••••••••••••••• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •••••••••••••••••••••••••••••••• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• •• .. .. ...... .. ..... ... .... .... -.... Ingresso • 81 GRANDI !,,~ M ,\ G u z I N I I'': MOBILI di o~ni sti1t DITTA t{uflo Fabbri ·&OuOCNA Via Botl)trla, 18 T fltf Oflt 4-89 Il Il Il Il Il Il Il Il Il 11 11 11 11 11 Il 11 11 Il Il Il Il Il Il Il H 11 11 O 11 11 11 11 11 Il Il Il :: Il Il Il Il Il 11 11 11 Il 11 11 Il R - ..

ì ... Prima d'l. assicurare operai contro gli Z:n/ortunz· sul lavo-ro chiedete sempre le condi"z-ionz"e tariffe al SINDACATO ·EMILIANO -INFORTUNI Sede Centrale: BOLOGNA Via Artieri, 2 - Telefono 6-37 Costituito a Rogito Suzzi il 16 agosto 1909 ed autorizzato con Decreto Ministeriale 20 ottobre 1909. POLIZZE EMESSE r1800 Preszaente: Cav. Uff. GIORDANI RINALDO Direttore Generale: Comm. VINCENZO DE ROSA GODRETE TUTTE LE FACILIT AZIONI CONSENTIBILI U'FFICI ED AMBULATORI IN TUTTI I C:APOLUOGHI DELLA REGIONE LE ASSICURAZIONDI'ITALIA DIREZIONE GENERALE : ROMA. Rami gestiti: Incendio - Grandine - Infortuni - Respons~bilità Civili - Furti - Trasporti Agente generale per la Pr•vincia di Bologna: lng. AURELIO. ·MANARESI ViaPignattari, t (Palazzodei Notai) Telefono32-21 LE ASSICURAZIONI D'ITALIA è il grande Ente Nazionale creato dallo Stato attraverso l'Istituto Nazionale delle Assicura- ;doni per disciplinare e normalizzare il campo della previdenza. ·• • AGENZIA E DEPOSI~O :PJDR L'ITALIA E COLONIE \ Bibl. teca Gino Bianco • • • 1 · MON-T4E1B1OL06N. A SEZIONE CASSA DI RISPARMIO Via Indipendenza. 11, telef. soa-1049 SITUAZIONE: patrimonio L. 2.145.858 - Valori di proprietà L. 15.203.334,62 - Operaz. attive L. 33.317.266,32 •- Depos. fiduc. L. 45.266.879,19. PRINCIPALI OPERAZIONI COMPIUTE: De- , ;,~ positi fruttiferi in denaro a risparmio libero e vincolato - Depositi a scadenza fissa - Depositi in conto corrente - Mutui ipotecari - Sconto ed incasso di effetti - Aperture di credito garantite da valori, da merci e da cambiali - Credito agrario - Depositi a custodia - Servizi di cassa - Locazione di cassette di sicurezza. SEZIONE MAGAZZINI GENERALI RACCORDATI Viale Angelo Maslnl 24, telef. 2920 SITUAZIONE: Merci depositate - Nazionali Q.li 33.385- Estere Q.li 1.913- Totale Q.li 35298. PRINCIPALI OPERAZIONI COMPIUTE: Deposito di merci nazionali ed estère - Sezione · doganale - Sylos per· cereali - Sovvenzioni su Fedi di doposito a sconto di W arrants. SEZIONE MONTE DI PIETA' Via del Monte I Prestiti su pegno di oggetti preziosi e non . . prez10s1. • BANCA DELLA'PPENNJNO Soc. An. - Capitale emesso e versato L. 750.000 Sedesociale Riola di Vergato - Direzione in Bagni della Porretta Succursalein BOLOGN(pAalazzoproprio) Corrispondente della Banca d' Italia, del Banco di Napoli e del principali Istituti di Credito STABILI MENTI: Bagni della Porretta - Camugnano• Garglo Montano - Lizzano in lilelvedere - Pavana - Rlola di Verrato Vergato • RECAPITI : Prada - S. Maria VIilana Esercente le esattorie: Camugnano e Llzzano In Belvedere. Valore nominale delle azioni L. 30 - Prezzo corrente L. 4B NESTL-ER REGOLI OALOOLATORI - RIGHE SQUADRE - DOPPI DEOIMETRI CURVILINEE - RAPPORTATORI - · I •

CREDftO BANCA REGIONALE FONDATA NEL 1896 -- CAPITALE SOCIALE VERSATO L. 18 mlll•nl . . . . La Banca svolge la -sua attività nelle provincie di BOLOGNA, foR~ì e RAVENN:", median!e 72 filiali, 20 Recapiti comm·erciali, 2 -Ricevitoriee Casse provinciah, 18 Esattorie-Tesorerie co.nunali e 7 Agenzie viaggiatori ·Rappresentanza leg~le del Banco di Sicilia per la Provincia di Forli . SEDE SOCIALE E DIREZIONE GENERALE - BOLOGNA I . DEPOSITI FIDUCIARI DELLA BANCA I .1896 •' • . .. • L. 171 mila 1915 . . . • . L. 42 milioni 1900 • . • . • » 2 niilioni 1920 . • . )) 120 milioni. • . 1905 . • • • • » 11 milioni 1924 . • • . • » 228 milioni 1910 . • . • • )) 37 milioni 1925 . • . • . >> 250 milioni EMISSIONE IMMEDIATA E GRATUITA DI PROPRI ASSEGNI CIRCOLARI • • (AutorizzatadaDecretoMinisteriale14 Dicembre1923e garantita da L. 28 milionidi valoridepositatipressola Bancad' Italia) Oli assegni circolari del CREDITO RoMAONOLo, largamenti usati dai Commercianti ed Industriali della Regione, sono pagabili a vista e gratuitamente in tutta Italia, a mezzo di · ~ oltre 4000 filiali di Istituti di credito corrispondenti ; ASSEGNI CIRCOLARI EMESSI ,DALLA BANCA: nel 1918. nel 1920. • • • • . . . . . L. 142 milioni I nel 1922 . - . . . . L. 745 milioni • • • • » 521 milioni nel 1925 1 miliardo e 208 mlllonl . . . . 177 GRAMMI - 13-CENTESIMI . . ' PER HP ORA ... : COI NUOVI. MOTORI AD OLIO PESANTE DELLA • SOCIETÀ ANONIMA . • ~ FONDERIA DEL PIGNONE - !' FIRENZE ' L I I r •• ~ • • J. ci, • • • I\. • , CASELLA POSTALE 487 Biblioteca Gino Bianco • e ....

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ANNO II. Numero 2 . FEBBRAIO 1926 Conto corrente con la Posta Pubblicazione mensile illustrata dell'Università Fascista di Bologna ABBONAMENTO ANNUO LIRE 50 ESTERO » 100 • , FONDATORE: LEANDRO ARPINA TI DIREZIONE E AMMINISTR. - CASA DEL FASCIO BOLOGNA - VIA MANZONI, 4 - TELEF. 4-52 J • . NUMERO SEPARATO LIRE 5,- EDITA A CURA DELLA CASA DEL FASCIO - DI BOLOGNA ~ VIA MANZONI, num. 4 •

• r . ' \ SOMMARIO ARMANDO CARLINI - Il Fascismo e la Scuola. DANTE MANETTI - Margherita di Savoia e Giosuè Carducci. VINCENZO COST ANZI - Il pegno preso dall'Inghilterra sopra una parte della nostra riser1'a aurea. \ BIAGIO BRUGI . - Italia imperiale. CONCETTO VALENTE - Una via della Rinascita. ' · CAMILLO PELLIZZI - L'uomo di Pirandello. I MARIO TORTORA - Salvatore Marchesi. ALDO VALORI - Dopo trent'anni- La Campagna d'Africa 1895-/896 .. ARTURO LANCELLOTTI - Nel XXV 0 anniversario della morte di Verdi. Cf{ASSEGNE: Politica estera: WIDAR CESARINI SFORZA - Pòlitica interna: CARLO CURCIO Politica coloniale: UGO BASSI - Cultura fascista: GIANLUIGI MERCURI Arte: GIO~GI0 PINI - Filosofia: GIUSEPPE SAITTA -· Letteratura:·. ' G. MANZELLA FRONTINI - Economia politica: GIACOMO DONATI - Politica scolastica: GIUSEPPE SAITT A. ' Cf{ECENSIONI: I E. DE RUGGERO - Lo Stato e le opere pubbliche in Roma antica (Luigi ColiniBaldeschi)- GUIDO ZADEI - L' ab~te Lamennais e gli italiani del suo lempa. (8. BIANCINI). QUESTIONI· DEL GIO'i(NO: , LtJ spartiacque dell'impero - Idea imperiale e pressione demografica - Il problema· coloniale e la sua soluzione pacifica (ARMANDO LODOLINI). W.OI E GLI fiLTRI: Spunti polemici: Massoni e mentalità massonica - Concordia discors. - Campagna pangermanista (RUSTICUS). FRA· L/B1(l E 'ft!VISTE Note bibliografiche di GIORGIO PINI e G. L. M. . VOCUMENTI 'DELLA STORIA DEL FASCISMO: Il discorso del Duce tenuto il 6 febbraio alla Camera sulle relazioni fra Italia e Germania. ' . LEZIONI <JJELL'UN/V ERSIT A FASCISTA. I .. iblioteca Gino BianCo I

/ IL FASCISMO E LA SCUOLA Comincio ·da una franca confessione del ch'è segno, in generale, di superficialità d' intui-• mio stato d'animo, affinché il lettore smorzi zione storica e di astrattezza d'idee. La realtà. , qualche accento che giudicasse, eventualmente, è dura da trasformare; e quando, poi, si ha troppo forte: ho la penosa impressione che da fare con quella realtà eh' è lo spirito umano,. la Riforma Gentile non proceda bene, e che, che pur sembra la cosa piu mobile e di piu se va di questo passo, non soltanto ci vorranno facile conquista che uno possa immaginare, la. cinquant'anni prima che dia qualche frutto, ' lotta è piu aspra ancora che non col sasso e. ma c'è rischio che resti, per via, lettera morta col ferro. addirittura: che si esaurisca per anemia, lenta- Ma qui la lotta è ancora più disperante:: mente, ma inevitabilmente. perché non si avverte neppure la presenza del · Nessuno si faceva illusione che con un nemico. La maggior parte degli insegnanti si decreto-legge si mutasse, d'un tratto, la realtà è adattata al nuovo -or.dine di cose, con tale delle cose, lo spirito e l' indirizzo dell' inse- un'apparente tranquillità e purezza d' intengnamento pubblico e dell' educazione -nella zioni, che, se all'apparenza corrispondesse la scuola. Quello spirito e quell' indirizzo erano sostanza, ci sarebbe molto da lodarsi dell' inil risultato, oramai consolidato, di correnti di telligenza e della buona volontà dei nostri cultura e di abitudini morali, le quali avevano maestri ed educatori. Il sospetto sorge appena governata la vita italiana per quasi mezzo si pensi che sono gli stessi di quelli di primat secolo. Dare alla scuola un ordinamento diverso, e che la maggioranza di essi in tempi abbamutare i programmi, abolire la licenza liceale stanza vicini esprimevano circa la riforma che da documento di studi nobilissimi s'era opinioni che non avevano niun pregio d' inridotta a titoli per impieghi, porre l'esame di telligenza e di buona volontà. Nel primo anno stato a controllo dell'opera degli insegnanti e di applicazione, sotto l'assillo di qualche non del sapere effettivo dei giovani, - son tutte piacevole conseguenza, ci fu un tentativo di cose, queste e le altre, della cui importanza rinnovamento : si studiarono i programmi e si nessuno può dubitare: tanto meno chi ha per cercò, nel breve tempo concesso, di penetrarne lunghi anni combattuto per una riforma in alm.eno in parte il motivo ispiratore. Le comquesto senso, appunto. E in pochi mesi, quello missioni giudicatrici si credettero in dovere di che pareva il sogno generoso di un manipolo largheggiare agli esami, e il Ministero stesso di studiosi del problema scolastico, divenne incoraggiò nella benevolenza. Ma di molta realtà. Dentro la corporeità nuova della scuola benevolenza s'è trovato che c'era bisogno anche così riformata ognuno di noi attendeva fidente nel secondo anno, e non è da escludere che che si facesse viva e prosperasse, seguendo il . se ne sentirà il bisogno nel terzo, nel quarto, suo naturale corso· di svolgimento, l'anima e negli anni futuri. Gl' insegnanti possono nuova che vi era stata inspirata. Ci sarebbe - respirare, e non rompersi il capo soverchiavoluta una generazione, forse, prima che dive- mente con i motivi ispiratori che, nell' intento nisse ben adulta e matura: bisognava 1che alla del riformatore, dovevano cambiar i criteri classe attuale degl'. insegnanti, provenienti ·essi fondamentali dell' insegnamento delle singole stessi da quel tipo di scuola che si era voluto discipline. far cessare, succedessero m_aestri educati men- · lo non voglio concedere a me stesso nestalmente e spiritualmente in modo diverso. suna superiorità su i miei colleghi universiQueste e altre cose sagge ci dicevamo noi, tari e medi, che hanno partecipa_to in questi per non cadere preda di un facile ottimismo, due anni agli esami di stato nelle scuole medie. Bibl o ec Gin

• 4 VITA NOVA Sono pronto ad assumere la mia parte di responsabilità per le mie mancanze. Desidero che anch'essi, in buona fede, facciano un po' d'esame di coscienza. Quelli che sono chiamati a far parte delle commissioni giudicatrici rappresentan~ il legislatore stesso, e hanno l'obbligo di esaminare con perfetta aderenza ai motivi ispiratori della riforma. Chi 110nsi sentisse da tanto, o, peggio, in cuor suo non fosse ancora persuaso della bontà di essa, farebbe cosa onesta a rifiutare. La riforma resterà lettera morta, se l'esami- . natore non comincia, lui per primo, ad applicarla. Se gl' insegnanti vedono che tutta la novità dell'esame di stato consiste meramente nel fatto che i loro alunni sono esaminati da altri, sopporteranno in pace questo che molti cli loro considerano ancora come una specie di offesa personale: si consoleranno con l'onore che a turno vien loro concesso di passare da offesi a offensori, e seguiteranno, offesi od offensori, a battere la stessa strada nel loro insegnamento. Se nessun animale, in generale, ama cibarsi de' suoi simili, tanto meno ·I' uomo: l'antropofagia non è da persone civili, e gl' insegnanti, in generale, sono persone molto civili. Spero che nessuno vorrà fraintendermi. lo non dico che l'esaminatore, giudice a traverso dei candidati, de' suoi colleghi, debba erigersi a loro maestro. Può darsi anche eh' egli valga cli meno per ·ingegno e per cultura. Ma non deve valere di meno per intelligenza e per fede in quello ch'è il·suo compito di interprete dello spirito fondamentale della riforma. Soltanto in questo modo egli sarà un giudice degno. Soltanto cosi i presidi avranno uno stimolo a interessarsi seriamente di come vanno le cose nei propri Istituti: di come vanno f e cose, non esteriormente: ché esteriormente non andavano tanto male neppur prima della Riforma Gentile. Ma come vanno interiormente, in quelli che il legislatore ha indicati come fini clell' insegnamento culturale e della formazione mentale dei giovani. Che si sappia, ha avuto modo nessun preside di accingersi a questa opera di formazione di un corpo insegnante affiatato con lo spirito piu vero e fecondo dei programmi ~ Se essi si limitano a vigilare che gl' insegnanti faeciano lezione e propinino agli iblioteca· Gino Bianco ' scolari quella certa quantità di materia, che serva di viatico per affrontare la sorte del1 'esame (sorte buona -o cattiva a seconda che buono o cattivo sarà l'esaminatore), - tradiranno, essi per primi, l' importantissimo compito che la legge ha affidato a loro. Lo sforzo di affinamento dell' intelligenza degli insegnanti mi par corra il rischio di esser morto sul nascere. Per molti indizi è convali- . dato il sospetto che nella forma nuova additata dal legislatore tenda ad adagiarsi tranquillo, pari pari, lo spirito della vecchia scuola, del vecchio insegnamento, tutto preoccupato del contenuto e della quantità, poco o nulla del . valore educativo e dell~ qualità. Che il giovane sappia e ricordi al momento dell'esame: non per la vita, per se stesso. Cultura vana, dunque, che si può anche apprender presto, così come presto si dimentica. Uomini che sentano I' importanza e il fascino di certi problemi, uomini pensosi e volitivi, di intelligenza e di . . . carattere, per questa via non ne usciranno neppure dopo la riforma Gentile, se dopo questa le cose seguitano come prima, peggio di prima. Anche peggio, infatti, in certi casi : dove la necessità di cambiar metodo al~eno in apparenza ha indotto alcuni insegnanti mal destri a contaminare il nuovo col vecchio in tale ibrido connubio, che, mentre non genera nulla di buono nel senso della novità, perde anche quel poco che pur valeva qualcosa nel metodo precedente. E vero che la riforma della scuola sarà opera necessariamente lenta, e che le speranze maggiori dobbiamo riporle nei giovani che prenderanno il posto dei vecchi insegnanti. Ma, a un patto : che i giovani non vengano su peggio dei v~cch1,_o come i vecchi. Chi li formerà questi giovani, se non gli attuali insegnanti? Bisognerà, dunque, che questi si decidano, una b:uona v?lta, a ringiovanire: a tentare, per lo · meno, di trovare nel fondo della loro cultura e. de! loro c~or~ una_ parola nuova, una parola d1 vita, per I g1ovam della nuova generazione. Forse è una questione di buona volontà e di fede, pili ancora che di dottrina e d' ingegno. ~ se è cosl, come fermamente credo, e poiché ingegno e cultura non mancano in generale n~gl' in~e~nanti delle nostre scuole, tanto maggiore diviene la colpa di chi manca al dovere

VITA NOVA 5 primo e piu elementare che lo Stato e' impone: ·ubbidire con assoluta dedizione e devozione alla legge. *** Mussolini disse: '' Son cinquant ~anni che si dice che la scuola va riformata, e che la si critica in tutti i modi : si è gridato in mille toni che bisognava rendere finalmente la scuola seria, formativa dei caratteri e degli uomini. Il governo fascista ha bisogno della classe dirigente. Nell'esperienza di questi mesi di governo io ho veduto che la classe dirigente fascista non c'è. Non posso improvvisare i funzionari in tutta l'Amministrazione dello Stato: tutto ciò deve venirmi, a grado a grado, dalle Università ''. Il Codignola, in un volume uscito recentemente, Il problema dell'educazione nazionale in Italia (Vallecchi, Firenze), ha raccolto, si può dire, la storia, oltre che la cronaca, del movimento che ha portato in Italia alla riforma della scuola. E un libro che resterà come un documento di prim'ordine. A p. 231 dice: '' Si parla troppo spesso della riforma Gentile. Si dovrebbe cominciar a parlare, mi pare, della riforma scolastica del fascismo. Si sarebbe piu nel vero e si affermerebbe cosa piu intelligente. Non dobbiamo prestarci al giuoco degli avversari che tentano d' identificare la riforma con un uomo per aver agio di distruggerla piu agevolmente. Un uomo può fare quel che ha fatto Gentile soltanto quando è l'espressione, direi quasi, la sintesi vivente di tutto un movimento storico poderoso che ha trionfato ormai negli animi anche se non è riuscito ancora a modellare su di sé le istituzioni. I pieni poteri · non sono in grado di dar corpo alle astrazioni ''. Basta il ripristino dell' insegnamento religioso, nella forma in cui è stato ripristinato, per intendere a quali presupposti anche politici sia ispirata questa riforma scolastica. Basta - il nuovo sistema gerarchico, di nomina e di responsabilità dei capi, per vedere se il concetto dell'autorità nella scuola è piu quello di prima. Il laicismo massonico, il democratismo da strapazz·o, la politica liberalesca dello Stato assente - sono stati per la prima volta sconfessati dal governo fascista con questa legge, che Mussolini chiamò giustamente l'atto piu Bibliotec Gino Bianco rivoluzionario compiuto nel primo periodo del • nuovo regime. Tra gli oppositori non mancò chi si appellò a sentenziare che la riforma non era affatto fascista; che, anzi, era antifascista, per la tendenza protestantesca eh' egli vedeva nella forma nuova dell' insegnamento religioso. Per quanto il nome di B. Croce non possa esser confuso con quello degli altri, sta di fatto eh' egli, qui e in molti altri giudizi, s'è ingannato certamente: basta la soddisfazione espressa dalla Chiesa Cattolica in riguardo per esserne sicuri : tra B. Croce e il Papa è estremamente probabile che quest'ultimo se ne intenda di piu in materia di ortodossia. I grandi uomini, generalmente, non sono grandi in tutto: B. Croce, che pur fu tra i primi a combattere la massoneria in Italia, si è astenuto nella votazione della legge contro la m~ssoneria soltanto perché pr~sentata dal governo fascista. , Un'altra opinione molto errata, che se prendesse piede sarebbe deleteria per le sorti della riforma, è quella espressa dal Lombardo-Radice: che il problema della scuola debba esser considerato in sé, indipendentemente dalla politica e dal partito ch'è al potere. Quest'opinione ha una certa apparenza di verità soltanto perché non chiarisce che cosa intenda per politica di partito. Concedendo la politica come lotta di partiti che si avvicendano nell'amministrazione della pubblica cosa, è naturale e giusto che la _ scuola sia, debba essere, al di sopra della mischia. Ma il fascismo non è questo. non è questo il fascismo che deve pervadere e informare di sé la scuola. Il motivo fascista che sta alla base della riforma Gentile è nell'accordo fondamentale di essa con la concezione nuova dello Stato. Qui si parla del fascismo come principio politico generale della vita italiana; e una scuola che a quel principio non sia ispi- . rata e informata non è piu neppure italiana. · E una curiosa astrazione, questa, di una scuola governata dalla ·pura pedagogia, cosf come la repubblica platonica dalla pura filosofia. A Platone si può perdonare la mancanza di senso storico e pratico; ma, oggi, quell'opinione appare come un' ingenuità anche a chi non ha . mai studiato né fìlosofìa né pedagogia. Eppure, o io m'inganno, o questo è proprio lo stato delle cose attualmente: la questione •

,. 6 VITA NOVA della scuola non è ali' ordine del giorno della pubblica opinione. L 'enorrna maggioranza dei fascisti la riguardano come una questione riservata ai professori· e alle loro '' beghe '' interne. Quel che il Codignola osservava, è, purtroppo, vero ancor oggi : si seguita a parlare della riforma scolastica come di un'opera che inte-- 1 ressa i sostenitori delle idee di una persona, del Gentile, e il partito soltanto in quanto Mussolini l' ha sostenuta e la sostiene tut- • tavia. Un uomo di Stato, per quanto grande (e Mussolini è tra i sommi), non può pensar lui a tutto: egli dà lo spunto: sta agli uomini di buona volontà e alla classe dirigente attuare e fecondare l' idea, svolgere e diffondere l' im-- pulso che viene dall'alto. Il fascismo deve ancora fare il suo dovere in questo punto. Che l'opinione pubblica si disinteressasse della scuo-- la, l'abbiamo tante volte lamentato sotto il vecchio regime. Che cosi accadesse allora, non ci sorprende, ora, a rifletterci: lo Stato era assente in questo come in altri problemi. La questione della scuola la dovevano risolvere i maestri e i professori: perché pareva che fossero essi i soli interessati. ·Errore colossale, micidiale per le conseguenze n~zionali. Ma tanto piu~~deplorevole, e nefasto anche per e sort i del regime fascista, se vien ripetuto • oggi. Il regime fascista è un po' come la riforma scolastica, alla quale è legato piu assai di quello -- che non si ere : ci vuole una generazione nu~va, si dice, che venga su çon l'animo sgom-- bro dai vecchi pregiudizi, con una mentalità e un'educazione nuova. Ma se ci disinteressiamo dei problemi dell'educazione, come verrà · su questa generazione nuova? L'educazione che si dà in quei particolari · istituti che si chiamano le scuole, non è tutta l'educazione nazionale. D'accordo. Mussolini è il piu grande educatore che abbia oggi l'Italia, e tutta la vita politica è una scuola di educa-- zione, in certo senso. ·o'accordo, ancora. Ma, daccapo : dall'alto viene l' impulso, e proprio questo è il compit~ del partito: seguirlo e realizzarlo. LaSvita politica è una scuola di educazione proprio a questo· patto: che non si disinteressi del problema dell'educazione. iblioteca ■ 1no ■ 1anco E una veduta troppo ristretta, anzi falsa, quella di chi rinchiude il problema dellà scuola dentro quei particolari istituti. Quelle che si chiamano le scuole, sono le istituzioni dove vien concentrata e trattata la questione, capitale per ogni nazione, delr educazione pu~blica. Gua! se i maestri e gli educatori perdono 11 senso sociale ·e politico del compito a essi affidato : nel mi~ gliore dei casi, tireranno su dei giovani che sanno il greco e il latino, la fisica o la matematica, ma non saranno buoni a nulla in tutto il • • • resto: non saranno uomini, mai. Affinché coloro che hanno in mano le sorti della educazione non cadano in quest'errore, è necessario che l'opinione pubblica faccia loro sentire la sua presenza. Che li vigili, li controlli, li giudichi, li incoraggi, eventualmente li • • esoneri e punisca. Affinché non cadano. in quell'errore, ho detto. Ma la mia opinione debbo esprimerla netta, netta: in quell'errore è gran tempo che ci son caduti, e ci perseverano ancor oggi, in generale. La loro scusa maggiore (che non è una scusa per loro) è ancor oggi il disinteresse della comunità. O, se interesse~ c'è, poniamo nelle famiglie che debbono provvedere all'av-- venire dei figli, non è I' interesse politico, quello che guarda alle sorti della nazione. E il piccolo interesse economico, particolaristico, egoistico . Per costoro forse andavano meglio le cose prima della riforma: domani faranno festa a chi toglierà alla riforma lo spirito fascista che tutta la pervade (che tutta la dovrebbe pervadere) nell'intenzione del legislatore. Il senso della disciplina, non come regolamento e aspetto esteriore, ma come illimitata devozione a un'idea eh~ ~rascen~e la vita del singolo e i suoi partico~ lari interessi, è ancora da consolidare alle ·basi della scuola in Italia. E sorta la tendenza, in questi giorni a porre dei fascisti a capo delle nostre scuole.' Sembra. un sintomo di risveglio molto consolante, Ma, tesserati o non tesserati, l' importante è propriamente questo: che chi è al governo della scuola a~bia un"anima fascista, capace di suscitare una vita ~uova .nel!a famiglia dei maestri e degli scolari, e di orientare la riforma nel senso dei fini imposti dal riformatore alla cultura della • • nuova generazione. ARMANDO CARLINI ,.,

f Margherita di Savoia e Giosuè Carducci .. (. Salve, o tu buona, sin che i /antasimi di Raffaello ne' puri cesperi trasvolin d'Italia e tra' lauri la canzon del Petrarca sospiri. c. CARDUCCI Il lutto che ha colpito la Nazione tutta per la scomparsa della prima Regina d'Italia, ci richiama allo spirito un altro grande assente: Giosuè Carducci, perchè l'ammirazione che Margherita di Savoia nutrì . i:~~f="~ ;~. ~f~i~~~::~:;. : - :·:...::.:.·. ·:·::·?~::~·_:·:·._.. ·. .. ·... \ := -~.:-: .: "::_ ·:· _:: _:::..: :· =: - . . . . . . . - : . : : . ! . . . : ~i/(<:.\·;:-~·: \:? _:·_::,: :11 ..-?i~L::_:_::.:; I. -"""' -~=-- ii ... i~::.. . : . . : t : • • • • , ·,;~~~~~i~i::=?:~ . . . ~~ : :-;:: : i!:~!'!':::. . . . . ._ . :~ :: I::~~:;;~; .....: ... . :: : o -• .., I. • ! • fOO ..:; . : I:·.... . . .. ;I.:~:: I!:::: •• .. ··-· . . - : _. ..... t \ • • I•• • _._ .. - ... -: . : . . . I •· ; • • • : •• '• 1:S;• . . I • : : : ; • •• : ; • I I : , .. •: !' • .. ; : : . . . ... ~~- • • . '... ... ~' ' 4~, I t ' '\ .. . . ' : =. ,~~ . I I ' I ~ \1 I .. .. . ' .. 1 ij . .... l·, . ·:. : ... : .... ........ per l'aspro Maremmano ci attesta che la sua regalità non era solo nella mente e nel cuore, ma anche nella indipendenza del giudizio, nella visione pacata ed acuta delle vicende e degli uomini. Giosuè Carducci ? Il nemico che quando non fu il selvaggio dei Giambi che si proponeva di .. ... fuggir del turbine co 'l volo Dove una torre rovinata so: l..à come lupo ne la notte solo Io co 'l vento e co 'l mare ululerò, non ristava, non si quietava, non concedeva tregue "alle eterne risse " che si accendevano entro il suo petto. E su 'l ginocchio, come II gladiator tirreno Poggiato, io, fra le chiome E nel riarso seno 1:..afrese 'aura sentendo Morirò combattendo. Biblioteca Gino Bianco Era il nemico per istinto, che in Santa Croce . aveva seri tto : . .... in questi avelli or vive, Qui solo, e i nvan, la patria nostra antiqua; Ai quali io siedo e fremo, a le mal vive Genti imprecando, de l 'etade obliqua Dispregiator, eh 'altro non posso, eterno. e ne l'ode Agli Italiani, con maggiore esasperazione: Oh, poi ch'avverso è il fato ed a noi giova L'oblio perenne e i gravi pesi e l'onte, Rompa su d'oltre mare e d'oltre monte Barbarie nova! F rughin de gli avi ne le tombe sante Con le spade ne' figli insanguinate, E calpestin le sacre al vento date, Ossa di Dante! e rincarava la dose in Meminissehorret e Heu pudor ! e ne Le. nozze del mare contro l'Italia ufficiale solo vigile dei piccoli interessi locali e personali e astuta nell' intessere trame parlamentaristiche, e / n morte di Giovanni Cairoli, dopo una visione austera degli eroi di Villa Glori, concludeva con I' invettiva: " La nostra patria è vile ". *** Margherita di Savoia, pur così pia, nel Cantore di Satana intuì l'educatore ed il patriota; attraverso le esuberanze di una lotta senza quartiere, vide il Maestro che traduceva da lettere francesi di Giuseppe Mazzini così o press 'a poco: " ora d'unità morale si

,. 8 VITA NOVA !ratta; l'anima della Nazione io voglio, senza la quale 11 corpo è nulla "; comprese che le ire del Marem..., mano contro una letteratura che si cullava languida..., mente " nelle ebbrezze dei bagni d'azzurro ", e contro " tanto ideale, tanto mistico, tanto vapore, tante sfumature " cui contrapponeva " un po' del crudo vero, del villano reale '', tendevano a dare alla gioventù un saldo ed austero carattere; e sola, forse, ali' infuori dei fedeli di Enotrio Romano ammirava chi r~t~aeva sè stesso ne l'Esule antico: Giuseppe Mazz1n1: Egli vide nel ciel crepuscolare Col cuor di Gracco ed il pensier di Dante La terza Italia; e con le luci fìse A lei trasse per mezzo un cimitero, E un popol morto dietro a lui si mise. e nel 1881, nel programma al Don Chisciotte lanciava il suo appello alla gi~vinezza italica : '' A noi o giovani! C'è da combattere ancora!, c'è ancor: da amare! e c'è anche da patire e da morire e da vivere per la patria, per la libertà, per la giustizia!", perchè, se la guerra l'Alpe minacci e su' due mari suoni, alto fratelli, i cuori! alto le. insegne e le memorie! Avanti! avanti, o Italia nuova ed antica. Giovanni Pascoli nel discorso commemorativo del Maestro chiedeva : " ... ."per chi e che salisti tu i clivi dell'art~ piantandovi la tua bandiera garibaldina? Per la monarchia? No. Per la repubblica. Nemmeno ". Per chi e per che dunque? " Per l'Italia! ". Ci son voluti -trent'anni per constatare ciò che Mar..., gherita di Savoia vide e previde allora: e mentre i letteratucoli ed i moderatucoli invelenivano e allar..., mavano le candide, ingenue anime timorate, la gio..., vane Sovrana mandava a memoria le Odi barbare: sapeva che per altre vie e con altre mète, uno era lo scopo, l'aspirazione, la missione del grande Ita..., liano: un popolo forte d'un paese rinnovato dalla disciplina .che riprendesse le gloriose tradizioni. Come nel vaticinio : O Italia, o Roma! quel giorno, placjdo tornerà il cielo su 'l Foro, e cantici di gloria, di gloria, di gloria, correràn per l' infinito azzurro. I I. Cqme avvenne il primo incontro fra il Poeta e la Sovrana,llo narra Giosuè Carducci in Eterno femminino regale ( 1)• .Il 6 ·giugno 1878 si recò a Ravenna per l' inaugurazione del monumento a Luigi .Carlo Farini e rivide Benedetto Cairoli. Il .vecchio patriota e Ministro gli corse incontro e l'abbracciò. Poi sottovoce gli comu- (J) Ed. Zanichelli. iblioteca Gino Bianco nicò che la Regina avrebbe desiderato che gli fosse conferita la Croce al merito civile di Savoia. La sera poi, a cena, Giuseppe Zanardelli s' intratteneva sull' ingegno e lo squisito senso artistico della giovane Regina e poi '' con un atto di testuggine ritraendo il collo per entro le spalle quasi per non parer d'esser lui, seguitò della molta stima in che ella aveva i versi del Carducci e specialmente le Odi barbare. A questo, riallungando il collo e volgendo in qua e in là la testa fine e la fronte irrequieta come un baco da seta che vada al bosco, prese a raccontare come la Regina ricevendolo a udienza lo salutasse . . coi versi, Lieta del fato Brescia raccolsemi, Brescia la forte, Brescia la ferrea, Brescia leonessa d'Italia, ecc. e poi rifacendosi da capo gli diceva a mente tutta l ' d ,, o e... . Poi si passò ad altro, ma su l'uscire Zanardelli_ disse al Carducci : - In somma la Regina vorrebbe che voi aveste la Croce del merito civile. L' indomani, verso la Pineta, Benedetto Cairoli •" :1llu1;1~~ndecÌa, gitando le braccia tra i molti saluti ",. gli grido: --f Dunque è fatto. Giunse il Decreto; ma quando Carducci lesse gli Statuti dell'Ordine (obbligo di giurare fedeltà al Re e ai successori, ponendo inginocchiato, la mano destra . su gli Evangeli, tra due testimoni, dinanzi al Ministro degli Interni) rinunziò. " Rinunziai - scriveva - dico i~vero, con dispiacere; co 'l dispiacere di dover apparire, non essendo, sconoscente a chi mi tenne !101?-indegn~ d'una nobile onorificenza, fatta più 1ns1gne dell assentimento, che richiedesi a confe-- rirla, degl' illustri sedenti nel Consiglio dell'Ordine '' _ Naturale quindi che quando il Rettore lo " solle-- citò :' a partecipare a,~lavi~ita di ossequio ai_ Sovrani~ ader1, confessando: . . 10 che tante Regine aveva cercate e osservate e studiate nella storia nell' epòpea e. nel dramma, era _ben cu~ioso di vedere una Regina viva e vera e comp1acentes1 della poesia e delle arti " .. *** . Quale l' i~pressione del Poeta? " Ella stava diritta e ferma 1n mezzo la sala;... senza· darsene l'aria e non essend? nella sala nè men l'apparenza del tron~, tr~~egg1~va ella da vero in mezzo la sala. Tra quelli ab1t1 neri a_coda, come si dice, di rondine, e q1!-elle cravatte bianche, ridicole insegne di eguaglianza ~ott,o cui l' invid~a cinica del terzo stato accomuno l ero~ ~l cameriere, ella sorgeva con una rara purezza d1 linee e di pòse nell'atteggiamento e, con !1na eleganza semplice e veramente superiore si dell adorn8:mento gemmato sì del vestito (color tort~ra, pa_rm1)largamente cadente. In tutti gli atti e nei cenni, ~ nel muover raro dei passi e della per~ sona, e nel piegar della testa, e nelle inflessioni della voce e delle parole, mostrava ·una bontà dignitosa; ,.

VITA NOVA ma non rideva nè sorrideva mai. Riguardava a lungo, con gli occhi modestamentè quieti, ma fissi; e la bionda dolcezza del sangue sassone pareva temperare non so che, non dirò rigido, e non vorrei dire imperioso, che domina alla radice della fronte; e tra ciglio e ciglio un· corusco fulgore di aquiletta balenava su quella pietà di donna. Della soavità di colomba, de' sorrisi più rosei, ella, la discendente degli Amidei e di Vitichindo, è cortese al popolo: in palazzo è regina ". La democrazia insorse a protestare; i giornali conservatori, pur non tacendo la loro compiacenza, ad ammonire, così, per esempio: " Il Professore Carducci avrà veduto che il soldato di Villafranca può essere giudicato in un modo un po' più benevolo di quello che ha usato qualche volta una musa imbizzita " . Agli attacchi rispose veemente e ironico; a questa insinuazione invitò gli scrittori· del Farr/ulla a ricercare ed a citare un verso o un periodo qualunque " nel quale sia espresso un giudizio qualunque su Umberto principe o su Umberto re ". Ma al disopra delle querele e degli attacchi si rammaricava di " apparire ingrato e disobbligante " a chi " m'abbia fatto segno di benevolenza e di attenzione ". " E veda - diceva a Luigi Lodi - se io no_n fossi io, cioè il poeta (come mi chiamano) della democrazia, poco mi ci vorrebbe per mostrare a questi monarchici borghesi come uno può esser cavaliere senza aver mai a' suoi giorni portato una croce ''. Lodi. Faccia un'ode alla Regina - suggerì Luigi Chi sa, - rispose. La mattina dopo cominciava a scrivere la prima strofa dell'Ode alla Regina d'Italia ... 11 - Onde venisti? quali a noi secoli sì mite e bella ti tramandarono? fra i canti de' sacri poeti dove un giorno, o regina, ti vidi? *** Fu uno scandalo! La reazionaria Perseveranza affermava che '' al suono delle odi alcaiche gli evoluzionisti volevano seppellire la monarchia "; i repubblicani gridarono al transfuga e peggio. Carducci non risparmiò le sue saette: " I più, dal repubblicano fra' Ghisleri al gesuita padre Zocchi, per la penna che sa. le tempeste intesero la penna d'oca o vero questa povera cannella con la punta d'acciaio che finisce di vergare queste pagine tristi. Ah vii maggioranza! A te il suffragio universale, e tante scatole di penne di ferro quante servano a scrivere altrettanti romanzi che t'appestino e muoian con te. Ma strofe a te, mai. Sciagurato il poeta che pensi a te! Da lui la strofa alata rifugge su penna d'aquila o d'usignolo, cantando Odi pro/anum vulgus et arces ''. Ed all'amico Achille Bizzoni, che aveva creduto a lui diretta l'apostrofe che il Carducci indirizzava ad Arcangelo Ghisleri, spiegava i sentimenti che l'avevano spinto a scrivere l'Ode: I Bib ioteca Gino Bianco " Prima di tutto, la Regina amava e sapeva a mente le Odi barbare... Ora, per un poeta, che una gentile e culta signora lo approvi è delle massime soddisfazioni. Se questa signora non fosse stata la Regina d'Italia, ne~suno mi avrebbe recato a colpa di dimostrarle la mia gratitudine. Ora, perchè ella è regina e io sono repubblicano, mi sarà proibito d'essere gentile, anzi dovrò essere villano? In secondo luogo, fu la Regina che persuase il Ministro dell'Interno a darmi l'onorificenza del merito civile di Savoia. lo rinunziai a quella onorificenza e all'annessa pensione. Dopo ciò mi pareva di poter esser libero di mostrare alla Regina che io le ero riconoscente anche di quella che per lei era la somma dimostrazione di stima. In terzo luogo, la Regina è bella e gentilissima signora, che parla molto bene, che veste stupendamente: Ora non sarà mai detto che un poeta greco e girondino passi innanzi alla bellezza e alla grazia l '' senza sa utare . I I I. Ma ci tenne il Carducci ad essere ancora considerato repubblicano, e tale lo crederono specialmente gli studenti, tanto che nel 1891, per avere accettato,. col Crispi, di inaugurare la bandiera dei giovani monarchici, si ebbe quella clamorosa dimostrazione seguìta da un più clamoroso processo. Appena entrato nell'aula, fu accolto da fischi assordanti e da grida. Carducci guatò con i suoi occhietti lampeggianti quella turba, poi salì su un tavolo '' per ricevere in pieno petto gli oltraggi ". Ciò più inviperì gli energumeni. " E da poi che, narrava il Carducci (1), i miei alunni si erano stretti intorno a me e anche le signorine vollero (dicevan esse) stare con me~ ammiratori e spasimanti si ruinarono contro la tavola,. fracassarono le lampade, mandarono in pezzi più assi della cattedra, e rintuzzarono me e le signorine tra la cattedra e il muro tanto che la respirazione diveniva ogni momento più difficile e la stretta era non senza pena e pericolo ... ". E tutta quella gazzarra perchè? Lo disse un reduce dei Mille, il cav. Damiani, che pur era accorso in difesa del Professore, in Tribunale: " Il nome di Carducci fu sempre tenuto nell'Università bolognese tra i più radicali: a ragione o a torto, non so. L'evoluzione politica di Carducci data da lungo tempo (Ode alla Regina, Il Piemonte, Per la memoria -Ji Carlo Alberto, ecc.). E nessuno disse niente. Non fu dunque quest~ la causa principale o determinante. Purtroppo venne la questione della bandiera che opportunamente si escluse dalla Università (pensate : era un patriota decorato di medaglia d'oro a parlar così. ... !) Ma un circolo di studenti moderati ebbe una bandiera da signore bolognesi. E per solen .. nità ali' inaugurazione di essa, invitarono Crispi e (1) Gazzetta dell'Emilia del 19 marzo 1891. •

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