Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

*** A ViJla Borghese, presso il Parco dei Daini, si sta ultimando un grande se11batoio di acqua che vuole essere anche una costruzione artistica, intonata alle belle architetture 'Circostanti ed ai via1li rinveiditi. Esso si lega per carattere lll'Chitettonico col .vicino iMuseo, pure giovandosi di altri elementi che lo armonizzano col rimanente del 1 la zona in cui sorge. Ne è autore un giovane, valoroso, archi- . tetto del Comune, di cui già a·bbiamo avuto occasione di oc~uparci parlando u.ltimamente della sistemazione del Palazzo Caff areHi al Campodiglio: Raffaele de Vico. Egli, pure avendo ben presenti le ragioni di armonia architettonica cui si è accennato, non ha fatto nul11aper .mascherare la natura del nuovo edificio, che esso si appalesa subito per un ~ande serbatoio di acque {e non c1 sarebbe stata nessuna ·ragione di ,nasconderlo). ·Ma è un artistico serbatoio. Il chioiCO terreno che ricorda quelli delle ville romane, e l'ammezzato ospiteran,!lO gli uffici della a.mministrauoné : ne'Ha parte suiperiore si raccoglie .I' acqua. L'edificio - poichè si tratta di un vero edificio - si presenta così, maestoso e solenne, seicerit.esco, con raccordi •moderni nella zona che circonda il vero e proprio serbatoio. Alta venti metri • • • e a quattro p1an1, questa costruzione permetterà di utilizzare tutta la dote di settanta once di acqua di cui è ifomita !a villa e che, prima di oggi, non si poteva interamente adoperare a causa della mancanza di pressione. La sua capacità è di ben un milione ài litri di acqua, di cui, per ora, ne occoneranno soltanto seicentomi4a litri, quantità ba- $fevole a dare nuovo rigog.lio ai viali della magnifica villa anche nei mesi più caldi della estate. Nè i! prezzo del ise11batoio è eccessivo, quando si pensi che corrisponde a un capitale il cui interesse non era sufficiente, finora, al.Ja irrigazione indispensabille per mantenere Villa Borghese in uno stato decente. L'opera voluta dal Governatore Filippo Cremonesi che personailmente la ha seguita di giorno in giorno col 500 solito amore per tutte le cose VITA NOVA romane, reca, a ricordo, una lapide . con la seguente epigrafe del prof. SantareUi : « Vittorio Emanue 1 le III Rege - Benito Mussolini pubbl. Rei moderatore - S. P. Q. R. - Aà Villam Uberius irrigandam - Aà civium apricandum. iucunditatem - Fontuhus conrivatis - Aquam Marciam in Castellum deduxit - .An:no jubilari MCMXXV - Philippo Cremonesi Urbi Praef. Reg ». La inaugurazione di questo serbatoio è imminente e non tarderemo a vederne i benefici ne:lla fioritma di ogni parco della sontuosa villa secentesca. ARTURO LANCELLOTTI .M LETTERATURA .M GIUSEPPE MAGGIORE -·La oita aprente di un uomo oero. Questo romanzo, il primo, ·ch'i~ conosca, del Maggiore se manca di linea ·ha però il valore di una rivelazione, giàcchè testimonia un temperamento lirico non comune. Ho ,detto temperamento lirico, non nel senso che oggi si suol dare alla parola, vale a di1 re di essenzialità di arte, quasi di pura liricità, ma nel senso che a me pare più profondo, così come s'intendeva prima del Croce e dei suoi epigoni, vale a dire temperamento d'interiorità commossa, e di vibrante umanità; talch1 è anche le pagine ove l'artista non abbia raggiunta la piena e compiuta espressione della sua visione fantastica, ·l'animo non osa ritirarsi ~isilluso, giàcchè trova un clima di diffusa luce spirituale. Romanzo dell'ora rossa che vivemmo ieri e dell'ora corrusca che ancora oggi vivia,mo, e però di maggior forza .f aintastica, considerato che l'autore ha saputo allontanarsi dalla materia palpitante del11 'argomento, materia ancora adeIente ali' io che è immerso nel mondo, e in esso respira, e in esso s1 nutre, e con esso pensa e polemizza ; nè distaccarsi è facile da ciò che è la nostra vita pratica e riviverla, anche in parte, fantasticamente. -.~...jb. lioteca Gino Bia co ' Animale -politico questo benedetto uomo e però mai io crederò a chi vi dice di starsene alla finestra a guardare e giudicare, qua$i al di sopra della mischia, e tanto meno crederò ali' arte obiettiva, e non già per le cause metafisiche che che non si vincono, ma per contingenze direi utili tari e, praticistiche ,_ storiche, che non lo consentono . Così il comunismo del Maggiore sa di maniera, come antistoriche e superficiali sono gli apporti çella coscienza rinnovata di Elia Falconieri nella polemica che egli sostie- . . . . ' ne contro 1 suoi ex-compagru, p1u che contro l'altro se stesso libero: là dove avremmo inteso volentieri il dramma interiore, ci avviene di scivolare su frasi fatte senza convinzione, come ponticelli che vogliono condurci oltre la crisi. Così ancora se il romanzo manca di centro e lascia che la forza del1 'artista si versi e si disperda, concretandosi in pagine, che staooo ai margini della struttura architetto-· . . . n1ca, come riserve e corpi avanzati, io credo che ciò derivi da difetto di imposizione. Non sono fors~ riuscito a leggere ne'lla intenzione dello scrittore, ma · penso che la rappresentazione interna ed este~na più che umoristica, burlesca, beffarda, senza intenzioi, quasi linearmente caricaturisti ca e giocosa d'una buona parte del romanzo, fino oltre la presentazione di Zeffirina, e a intervalli, per un terzo dell'opera, seguìta poi da un tono elegiaco, ricca di pathos di umanità e di comprensione, a volte tras·cendentale, e per fino mistica nella spiritualità di Silvano Acri, consegua l'effetto opposto che si proponeva l'autore, poi che ne deriva -un senso ài sorpresa sconcertante, un brusco trapasso dei moti dell'animo, indirizzati su di un binario che poi riconosciamo falso. Nè vogliamo .fermarci a notare la incomprensibile cultura di Elia, che si manifesta inattesa, per difetto logico, così che il suo estetismo nella bottega dell'antiquario, per esempio, e la sua discussione archeologica sulla tomba etrusca, ci sanno di mezzi per lasciar par-- lare l'autore, senza nulla arrecare aJ:la conoscenza del personaggio nè • •

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