Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

,.. la ginnastica medica, come pure vi saréllllno tutte ~e cure idroterapiche. Le Terme di T estacci~ somiglieranno a queste ;del Risorgimento. . Infine l'Architetto Limongell1, di cui tutti conoscono la genialità, ha ideato anche lui un ·magnifico progetto di terme, che dovrebbero sorgere alle pendici di !\1<?nte Mario. Qui, oltre alle. p1sc1ne, camerini, palestr,e ginnastiche, troveremmo anche maneggio, piste podistiche, saile di scherma, campi di tennis, insomma tutto quanto concorre alla educazione fisica. Quando potranno divenire realtà questi progetti ? Certa~nte non subito, perchè si tratta d1 lavori impone~ti e costosi. Ma oggi che alla testa de·l Governo abbiamo un uomo cui sta tanto a cuore l'educazione fisica del popolo italiano ed al Cornune un Governatore così alacre e così pronto alI• appoggio delle iniziative che concorrono al ri111novellamentodella Capitale, bisogna augurarsi _che i lavori vengano almeno ,deliberati prontamente. • • • Fra le tante cose importanti r1- .. . . maste per anni e anru s~tt~ 1 passa ti Governo e che oggi s1 vanno a u,na a una sbrigando, vi era il restauro del T em,oio della Fortuna Viri,Ie a via Bo~ca della Verità. Se ne discorreva ad ogni stagione, si parlava di ~largizioni private per le spese non lievi occorre~ti ~ liberarlo dalle casupole costru1tev1 intorno, e si dava come imminente la sua rinascita, ·ma, intanto passava il tempo senza eh-e nulla si concludesse. Oggi il Governo fascista che, come -giunse al Potere vide 'e comprese la necessità di agire subito, può dire di avere impiegato alla realizzaione della magnifica impresa il tem,po strettamente necessario a demolire vecchie case ed a restaurare il vecchio temoio. Si tratta di uno dei più celebri edifi_cidella a_ntichità classica pervenuti fino a noi. Conservato magnificamente, esso aveva solo 'bisogno del rifacimento di una parte della trabeazione, della porta e della scalinata di accesso, Biblioteca G·no Bianco VITA NOVA che il Munoz, soprainten~~te dei Monumenti ha saputo dirigere ·da maestro a~endo cura di mettere , . bene in evidenza le parti, nuo~e per distinguerle a colpo. d occhio dalle antiche. La trabeazione mancante si doveva ricostruire pe! ragioni, oltre che di est~tica, à1 statica; la scala è stata rifat!a .su traccie originali scope~te !1e~l1 scavi praticati intorno ali edificio ... · Il Tempio del4a Fortuna V1r1le rimonta a'l I secolo av. Cr. e ~ dail Rinascim,ento in poi oggetto d1 srudi e ricerche da parte di araheologi e di artisti che lo ripro-- dussero nelle loro incisioni, celebri come quelle del Piranesi. ~ dotti non sono riusciti a mettersi di accordo sulla sua denominazione : chi lo chiama tempio de1 l·la Madre •Matuta, chi ài Ercole, del Sole o cli Portuno. Ma da1 I XVI secolo venne detto della Fortuna Virile e con 1questo nome, dbe accettiamo volentieri, è giunto fino a noi. Costruito in istile ionico, esso sorge sopra un alto basa,mento ed è composto di una cella con semicolonne - addossate intorno. È preceduto da un piccolo portico, in ori~ine rivestito di ~nissim!' stucc·hi. La sua conservazione s1 deve a1 l fatto che fu trasformato presto in chi,esa cristiana : nel IX secolo venne decorato e abbellito dal celebre g.iu-dice Stefano e nel 1556 Papa Pio V concesse la chiesa alla Congregazione degli A.rmeni, che vi stabilì runa specie di collegio pei giovani di quella naziona- ·lità chiamati al sacerdozio. Fu allora c1he i• edificio ebbe una radi- • • • • cale trasformazione interna e VI s1 addossò urna casa. Nel 1719 per I' ingrandimento dell' Ospizio il danno cre,bbe : proprio in quell' anno si demolì parte della trabeazione ora rifatta. Utn' a·ltra casa venne, poi, adossata al Tempio e si aprirono porte e finestre nei mu-• r.i della, cella per comunicare con l'ospizio e dar luce alla chiesa. Allorchè, nel 1811, Napoleone creava la Commissione per I' abbellimento di Roma, commissione di cui faceva parte anche il celebre arohitetto Valadier, sembrò giunto il momento deHa liberazione del vetusto tempio. Ma molta acqua, invece, doveva ancora cor~ rere 50 tto i ponti, che a Ro~a sono tanti. Solo una casetta d.i. quelle addossatevi venine demolita, e da allora a oggi non si era fatto più nulla. Fu il Munoz che qualche anno fa presentò un completo progetto ·di isolament~ e restaur~ del tempio. Eravamo. 1n guerra, 1I Patriarca arm,eno res1deva a Costantinopoli e la procedura non po-- teva essere breve, Si trattava, in fatti, d.i comperare 'le casette de!- f 'Ospizio armeno per poterle, poi, demolire, primo passo verso l'isolamento del tempio. Fi,nalmente il contratto potette essere concluso, e i] Ministero della P. I. e il Co- .mune di Roma, vennero in possesso delle case. ,Ma imperversava la crisi degli a:Hoggi ~ non si poJet!e mandare sul lasttr1co .le "fam1gl1e che vi abitava,no. Solo due anni fa divenne possi,bile avere le casette vuote e su·bito il piccone si incaricò di iniziarne la demolizi~ ne. Il tempio, a ·mano a mano che cadeva un mruo, veniva fuori nella sua classica ,bellezza. Quando l'ultimo mattone cadde, esso apparve cornp'letamente libero alla luce ,del sole. Abbiamo già detto qual i sono stati i restauri che lo hanno reso a noi quasi come doveva essere in origine. Aggiungeremo che, tutta la suppelletile de·l tempio cristiano, smontata e ricostruita, è stata oggi accolta dalla chiesa di San Nicola da To1 entino dove ha ora sede il colleoio rumeno. Il Munoz rimuo- .. , vendo quadri e ·lapidi, si trovò in presenza di una serie di magni-: fici affreschi medioevali raffigura,ntì episodi del Vangelo e storie di Santi, a vivi colori, perfettamente conservati. Essi rimontano al IX secolo. Lapidi, epigrafi e sopra~tt~ elementi che consentono d1 r1co~ struire il tempio nella sua forma originaria ( cioè coperto a volta, al contrario di quanto si credeva fin oggi) hanno coronato le ricerche amorose del Munoz che si accinge a pubblicare ·un libro in cui dar~ notizia esatta di ogni cosa ; de! rinvenimenti, dell'isolamento e dei • resta.uri. • ,..

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