Vita Nova - anno II - n. 1 - dic. 1925-gen. 1926

la più benigna? Un bel libro distoglie dalle consu,ete occupazioni e preoccupazioni e lascia pensare, e ap~e un vasto, sterminato orizzonte in cui rifulge il genio dell'uomo alle prese con la dura necessità e che si forgia i mezzi per essere conosciuto dai lontani di luogo e di tempo e poi si indugia a perfezionare, raffinare giungendo a dare grazia e leggiadria alla estrinsecazione del pensiero ed ai fedeli suoi viandanti. Guardate: Giulio Ricci, un artista~ un poeta della stampa, ha voluto rifarci la storia della scrittura risalendo alle prime impronte sull 'argiJla o su altre materie presso i popoli di civiltà micenea, presso g)i Assiri e gli Egizi, alle lettere di bosso o di avorio con le quali ai tempi di Quintiliano e di S. Gerolamo Biblioteca Gino Bianco .. ... s' insegna va a leggere ai fanciulli, .a!le si_gle che co~ appositi stampi nell'antica R~m~ s1 I!flpr1mevano ne 1 ~ mattoni e nelle monete, e a1 t1mbr1 ~he spess? g 1 imperatori di Roma e Bisanzio - più esperti nel maneggio della spada che nelle lettere - usavan~ per firmare i decreti, fìno alle lettere d1 vetro fabbricate a Murano da Natale Veneto. . E quale febbre bruciava i popoli p~r rendere sempre più facile le comunicazioni! Si scrisse sul cuoio e sulla pergamena, sulla seta - adop~rata ·d~i ci,nes~ e dai p~rsiani - e .s~l l~n~, P'?1che gli Etruschi conobbero 1 hbr1 hnte1. Tutto ~i utilizzava. Gli antichi ricorsero ai metalli ed ai marmi: Giobbe, nella Bibbia, ci ricorda l'uso della scrittura ~ul piombo. Aulo Cellio ci dimostra che le leggi di Solone furono impresse sul legno, gli Assiri ed i Cretesi si servirono dei mattoni delle tavolette e dei cilindri di terr~ cotta, mentre in Egitto ed in Grecia, dei cocci di stoviglie per i compiti scolastici e per le ricevute di pagamento delle tasse. Furono i Creci i primi a scrivere su tavolette cerate, semplici o riunite con cordicelle e cerniere sì da formare dei libretti. Ed a lungo giacchè perfino S. Agostino ricorda le sue tavolette e nel 1148 ed anche nel 1300 le vediamo ancora in uso (un libretto di sei tavolette di faggio spalmate di cer~, con scritto in volgare, è stato trovato 1n una torre di casa Mirafiori in Firenze), e nel 1427 le rivediamo con le prediche di S. Bernardino da Siena, raccolte da Benedetto di mastro Bartolomeo conciaore di panni sanese. Siamo ancora ai mezzi primitivi, atti 'f. f:r raccogliere scritti brevi: ma i lavori le terari presentano difficoltà non tra--- scurabili. E si sormontarono anche queste ricorrendo alla carta papiracea fabbricata col fusto del papiro - pianta palustre già coltivata nella valle del Nilo e che cresce pure sulle rive del fiumicello Ciane, presso Siracusa. Quando? E forse impossibile stabilirlo. Il più antico è quello di Prisse, ora a Parigi, scritto sotto la dinastia dei Faraoni, cioè 2000 anni a. C., nel quale si rimpiange con nostalgico affanno non privo di sdegno, la probità e l'austerità dei costumi antichi! Dopo il 1050 andò scomparendo l'uso dei papiri a causa della siccità del Nilo. Ebbene? Ecco diffondersi quello della pergamena, il cui stato civile rimonta al I I secolo a. C., al tempo, cioè, di Eumene re di Pergamo, dal quale, secondo Plinio, derivò il nome. L' Italia vi ricorse molto tempo dopo: la più ►

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==