Vita Nova - anno I - n. 11 - novembre 1925

• gli stanziamenti. Finalmente può disporre la revisione e, ·occorrendo, la risoluzione di convenzioni comunali attinenti a servizi pubblici. Da questo rapido esame del Decr-eto, risalta la figura giuridica di questo Alto funzionario dello Stato, che non è confondibile con nes·- sun 'al tra ; da poi che i poteri conferiti aill' Alto Commissario sono così ampi e le sue funzioni così impotranti, che, si può dìre, egli costituisce nella gerarchia amministrativa un gradino intermedio fra il Prefutto ed il Ministro. VINCENZO RAGUSA ECONOMIA POLITICA La questione dell'origine ,del valore del denaro è molto dibattuta. Il 1Lanm (Heiliges Geld Eine historische Untersuchung iiber der sakralen Ur.sprung des Geldes-Tiibingen) sostiene netta-mente la tesi dell'origine sacra del denaro, facendo precedere la funzione liberatoria del denaro a quella di mezzo di scambio. Ma la funzione liberatoria non può avere valore assoluto, poichè se il denaro non avesse avuto importanza dal punto di vista del•lo scambio, perchè mai avrebbe dovuto essere am•messo il suo valore Iiberatorio ? Che il denaro abbia importainza ,nel culto presso tutti i popoli è indubbio. Ne fanno offerta i fedeli ai santuari s ai sacerdoti. E il rito dell'obolo di Caronte è tanto radicato in Italia, che in alcuni paesi della Rom·agna perdura tuttora. (Particolaie da segnalarsi ai cultori delle tradizioni popolari, poichè in effetti non si è mai visto segnalare la permanenza di un tUso così caratteristico, ed io · stesso l'ho appreso pochi mesi fa). Ma il denaro è offerto alla divinità e ai sacerdoti in quanto già ha valore ed è degno di figurare · accanto agli altri oggetti -di valore (ornamenti d'oro e à' argento, vasi preziosi) o addirittura accanto alle derrate a'limentari, agli ani-mali e a quanto altro possa riuscire gradito. • alla divinità, a cui si deb 1 bono in ogni caso offrire cose, la cui privaVITA N VA zione sia :meritoria per il fedele, in quanto significa per lui un sacrificio. E' meglio quindi senz'altro ritornare alla vecchia · concezione del denaro merce, che ha valore di scam1 bio, come merce fra merci. Naturalmente dalla sua funzione reale di merce che si può scambiare con altre è facile passare al suo intervento formale e meramente figurativo. Ecco perchè talvo,lta come denaro viene scelta qualche cosa che non ha in sè e per sè valore reale, come ad esempio le conchiglie rare. Sta di fatto però che, entro certi limiti, la realtà rappresenta già una sorgente di valore e d'altra parte la conchiglia come unità monetaria è proba1bilm,ente un mezzo di numerazione per collazionare il valore di altre due merci, · fra le quali avviene di fatto il baratto. Le conchiglie rappresenterebbero i111somma un sistema pratico di calcolo e di confronto per stabilire la scala di valore fra le merci reali. I segni sacri, le impronte, i sigilli, insomma il .conio, non hanno altro significato che di garantire la qualità e il peso del metallo prezioso, quando la moneta viene accettata come merce reale. Ma il significato rappresentativo e l'importanza della moneta per la determinazione della scaila dei valori si no"ta più franca•mente nel passaggio dalla circolazione metallica alla circolazione cartacea e fiduciaria. Qui il processo di trasformazione della moneta da merce reale in indice determinatore della scala dei valori è già conpleto. La massa della cartamoneta in circolazione è fissata in rapporto·, non tanto coi depositi metallici di garanzia, quanto coi bisogni dell'agricoltura, dell' industria e del commercio. La massa della cartamoneta in circolazione ha vailore, in quanto è l'indice di affari reali che si compiono su merci reali, le quali costituiscono la effettiva ricchezza de'l paese. Ecco perchè in teoria non si può risolvere la questione se sia preferibile la inflazione o la deflazione della massa di cartamoneta in circilazione. T aie massa deve essere Biblioteca Gin Bianco • 49 costantemente tenuta in rapporto collo stato reale degli affari del paese in un momento dato. · A'd ogni modo si può affermare che i processi rapidi di inflazione e deflazione sono ugualmente dannosi alla economia de1 I paese, perchè perturbano profondamente il valore deUa moneta, impediscono la previsione esatta del valore futuro di essa e quindi ostacolano la vita delle industrie e del commercio, che hanno bisogno di un minimo di sicurezza di previsione, ~ia pure in ~i•liti ristretti di tempo e di spazio. La inflazione rapida sopratutto produce il rincaro delle merci e la deflazione rapida può far incagliare delle industrie e delle operazioni commerciali, che potrebbero, condotte a termine, essere di giovamento alla economia nazionale. Appare quindi che la miglior politica monetaria debba essere quella ,di una estrema prudenza, che non perturbi le condizioni stabili del mercato monetario, se non nei casi, in cui è assolutamente impossibile fare altrimenti. ,Mantenendo quanto più sia pos- \ si,bile invariata la massa della circolazione monetaria, i prezzi, sia pure a,lti, si stabilizzano, i rapporti restano jmmutati, i cam.bi non subiscono più oscillazioni rapide in brevi periodi di tempo, la fiducia rinasce, le previsioni diventano possibili, I' ag~icoltura, l ~ industria e il commercio prendono un ritmo normale. La regolare andatura del1' agricoltura, deH' i,ndustria e del comtnercio i,nfluisce a sua volta sulla circolazione, mig·liorandola e contenendola entro limiti giusti e approva·bili. Naturalmente occorre che lo ,Stato non si lasci impressionare dagli strilli degli interessati, che parlano a nome di aziende, che, non rapEresentando bisogni reali della pro- ~uzione nazionale, non possono vivere che in un regime di favore, con anticipi e sovvenzioni non ineritati. E' molto meglio che tali aziende siano lasciate alla loro sorte: in tal · modo resteranno vive e vitali so·Itaato quelle che hanno forze reali e c'he vivendo, sono di utilità a sè e al paese.

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