Vita Nova - anno I - n. 11 - novembre 1925

VITA NOVA • detto che quella era una esosa forma di sfrut~ tamento, non aveva torto. Anzi! Diciamolo pure: quella era schiavitù. Ma che è avvenuto, dopo? ·Le masse si sono organizzate ed han cercato di dare ogni giorno l'assalto al capitalismo. Il capitalismo - occorre subito soggiungerlo - non ne ha mai eccessivamente sofferto, è vero. Ma chi ne soffriva. chi ha finito per essere sempre la vit- . tima, è stata l'economia degli Stati, entro i quali quei conflitti si perpetuavano ed aumentavano sempre d'intensità. Perchè, manco a dirlo, tutto ciò è avvenuto durante il tempo del predominio della politica liberale. Il liberalismo ha avuto d~i grandi meriti. In. fondo, anche la s11a più perfetta atarassia di fron.te ai più grandi problemi, che hanno agitato ed agitano la vita dell'umanità, è stato -. un bene. Lo stato liberale s'è scavato la fossa, sempre, con le sue mani. La storia recente italiana ce lo conferma meravigliosamente. Il principio del non. intervento è stato il principio della sua debolezza. Operai e classi padronali s'azzuffano in una lotta disperata? S'accomodino. Lo Stato non c'entra. Le classi ✓ lavoratrici pretendono la supremazia assoluta sui mezzi di produzione? Scioperano e lasciano il paese senza servizi e, quello che più conta, nell'anarchia civile e nel dissesto economico più tragico? Lo stato liberale dice che queste cose a lui non riguardano affatto. E sì che la vittoria davvero pareva vicina agli umiliati, alle masse angariate. Il giorno della redenzione non è lontano! Lo Stato permette tutto. Ha dato la libertà d'organizzazione per esserne annientato: forma di suicidio lento, raffinato, ma sicuro. La profezia di Sorel s'avverava, sebbene in una realizzazione assai vile. Il lato eroico manca, il bellissimo atto d'audacia no·n e' è, lo slancio passionale non si vede. E _una specie di riformismo sindacale. Non importa! Il risultato è sicuro. L'economia vale più della politica:· è, anzi~ un magnifico .trucco per mascherare la politica. 1~a Confederazione Generale del La--- vorÒ vale più del Partito Socialista. Dove non · arriva, infatti, la predica o l'ostruzionismo parlamentare, arriva uno sciopero generale ... Questa è la vittoria del ~indacalismo. Lo Stato cade, perchè è assente. Il lavoro si sperde, Biblioteca Gin Bi neo . perchè se ~e vogliono conquistare i gangli cen- ·trali. La posizione diventa sommamente tra-· gica e ridicola in,sieme_ ! . . La libertà d assoc1az1one, evidentemente,. porta con sè, con irrei:>rensibile l?~i':a, la libertà dell'omicidio e la libertà del su1c1d10. Stato e sindacati sono perfettamente d 'accordo, dunqlte ! Il funerale è pronto e sarà solenne. Lo speserà il defunto! .. E sarà, certo, un funerale di classe eccezionale. *** Non volevo far storia, ma la storia e' è entrata. Sembra davvero t1n luogo comune, ormai, quello di ripetere il cliché abituale del. '' · d 1'' d ,, ' E . I t prima ., e e opo ,, : ma tant e. 1ne u -· tabile ! E nella logica stessa del discorso. Del resto' voglio dire della '' rivoluzione ,, sindacale d'oggi. Ebbene · come potrebbe dirsene~ senza accennare allo stato precedente, a qu~llo stato che. si abbatte, a quel sistema contro il quale la rivoluzione si compie? Lo scorcio è troppo rapido, sicuro. Sarebbe~ questa, veramente una storia interessante da farsi~ L'aspetto complessivo di questa lotta, vista non soltanto dal punto di vista politico~ è di importanza capitale, non solo per lo svolgimento della vita italiana, ma per rischiarare la vicerida politic·a. In conclusione, nel campo sindacale, più ancora che in quello politico, le classi lavoratrici, ·montate dalla folle demagogia del possesso assoluto dei mezzi di produzione completi, erano venute compiendo una sorta di stabilizzazione concreta, eh 'era predominio assoluto, instaurazione della libertà sfrenata di azione produttiva, e più specialmente, di azione disgregatrice. Il sindacato era ammesso, accettato, ma non tutelato, vigilato. Si sapeva benissimo dove esso mai tendesse; si vedeva chiaramente come l'antitesi sempre più stridente tra le due specie opposte di organizzazioni - quelle padronali e quelle lavoratrici - rappresentava una corrosione_fatale alla compagine politica dello stato ed alla produzione della nazione. Ma nulla! Lo stato liberale, che non ammetteva, certa~ mente, l' autodifesa individuale, ammetteva quella collettiva; lo stato liberale, che metteva .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==