Vita Nova - anno I - n. 11 - novembre 1925

La Romagna rivela - anche nelle piccole cose - una modernità. che non è sciatta e stravagante; che non la rompe col senso tradizionale del bello, del- ·l'armonioso, del signorile. Non ha, inso1nma, le asprezze di certo modernismo più voluto che sentito e che ripete la sua origine dal Nord. Forse manca ancora questo, che è un modo di sentire, una larga adesione alla vita oratica; una applicazione cioè industriale e mercantile, ma è appunto con la immissione di queste forze potenziali nel gran vortice della realtà della vita moderna, caratterizzata dai grandi centri urbani, che il manipolo dei « pastori » potrà mettersi in rango coi «cittadini)> di Germania. A meno che, a questi pastori, non si neghi la facoltà di evoluzione. E negarlo sarebbe un altro torto. D'altronde l'arte decorativa - come del resto l'arte in genere - è anche questione di ricchezza, color ruggine e dalla serie delle copertine della Piè, la rivista romagnola diretta da quell'innamorato della sua terra che è Aldo Spallicci. La raccolta è interessantissima per la varietà dei motivi e la fantasia dei disegni. Vi trovate in essa una manifestazione della larga capacità di comprensione dell'anima romagnola: dalla « poetìzzazione >> sana, robusta, piena di calore della vita dei campi, alla evocazione decorativa dei monumenti della propria terra, dalla sognante mitezza del paesaggio ad accenni di apo,., teosi espansionistica evocanti il non lontano Adriatico e le vele gonfie delle galee. Il fumoir di Umberto Zimelli di Forlì è ancora una manifestazione che rientra nel rustico e nel folkloristico. E per quanto esso possa prestarsi alle critiche cui accennavamo sopra, di ubbidire cioè più ad una concezione arcaica, fuori quindi delJa vita e PIATTI POMPOSIANI DESUNTI DA ELEMENTI DECORATIVI DELLA BADIA DI POMPOSA e i· mezzi sono quel che sono. E noi sappiamo quanto siano irrisori ! Ora, se si pensi che la sola stanza da pranzo del Casalini - a quanto me ne diceva il Guerrini - è costata 30.000 lire ali' ebanista, si può farsi una idea dei sacrifici che le cittadine della Romagna hanno dovuto sostenere (e che cosa si dovrebbe dire della Calabria, dell'Abruzzo, della Puglia?) per allestire quattro ambienti, muovere artisti, trasportare .e collocare materiale. Sarebbe poi tanto strano e fuor di luogo il chiedere alla critica non certo di farsi banditrice di una società di mutuo soccorso, ohibò! ma di adeguare il linguaggio alla giusta portata dell'avvenimento · e di non accoppare con una bella frase lo sforzo collettivo di un mondo di artisti? Ma lasciamo gli eccelsi colleghi della critica aulica e diamo piuttosto una scorsa a questa sezione per sottolineare quanto di buono c'è. *** La prima saletta, specie di galleria, contiene cinque grandi vasi del Busani, che ricordano nella forma il boccale; alcuni veramente belli esemplari di ceramiche della R. Scuola di Faenza. L'ambiente è ornato dalle caratteristiche tele stampate a fiorami Biblio eca Gino Bianco , della pratica, è un ambiente che non manca di una. sua originalità vivace e piacevole. I mobili costruiti. sul motivo del carro, tutti in un verde persiana, portano delle ornamentazioni di rosolacci rossi ·e di bionde spighe. Potrebbero figurare benissimo in una. ricca dimora agreste. Poi è bene armoniizato nel stto insieme l'ambiente, disposto con gusto, con pochi oggetti ceramici, ma pregevoli e belli per ornamento .. Ma una visione inattesa aspetta il visitatore nel - I' ambiente accanto: la stanza da pranzo ideata e disegnata da Giovanni G·uerrini. Il giovane artista ravennate, che ha vinto anche il concorso per il cartellone della mostra, ha saputo raccogliere e armonizzare le migliori e più fresche energie artistiche - della Romagna, nel compimento di un ambiente che ha valso a rivelare a Monza una Romagna ignorata dal grosso pubblico. Una sola cosa· forse manca alla stanza del Guerrini: le stoffe. Pure egli ha risolto assai ingegnosamente la deficienza con una intonazione violacea delle pareti, luminosa ed insieme, mor - bida·, nella quale si intonano i mobili di palissandro del Casalini. Poche sale hanno il gusto e l'armonia di questa faentina: bisogna ricordare la Francia per trovare un termine di paragone appropriato e degno. Non già che si riscontri qui una ispirazione discen-

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