Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

, .. e la legge (Rocca San Casciano, Cappelili, 1925), che ripiglia la tesi di un opuscolo precedente, Tu e il mondo .(ivi, 1924), non possiamo indugiarci molto a parlare. L'A:. critica l'idealismo, a noi pare, senza ancora averne toc~ato il fondo. Sta ·bene : l'identità di fi1 losofia e storia è un concetto che va riveduto, e anche, se occorre, combattuto. Ma chi di noi ha parlato mai di una « meta i,deale prestabilita » (p. 8( al processo storico ? Ed è un'obbiezione seria quella a p. 18, che, se è lo spirito che fa tutto, anche chi riceve un pugno, è ,uno che « fa iii pugilato con se stesso » ? Intanto, l' A. si avvicina ali' idealismo assoluto molto più di -quello che in questo e in altri passi non lascereb,bé supporre : egli, in conchi_usione, accentua il momento <leil'oggetto contro e sopra quello del soggetto, in quella sintesi eh' è per noi l'attività dello spirito : per cui « l'essenza della nostra vera 1ealtà » non è « l'io », ma « la realizzazione pura .e oggettiva del11' io ». « In ta'l modo (si aggiunge) l'io non riassorbe in sè la propria realizzazione e la propria azione : m~ la proietta con ritmo infinito al . di fuori di sè, cosmificandosi, ossia spogliandosi della propria individualità e affermandosi come vita pura e come legge pura di vita » (p. 55). E' questione, insom,ma, come I' A. stesso riconosce. di dire- . zzone. *** E' da notare che questa, di,ciam così, insofferenza del momento creatore dell'oggetto. da parte 1 dell 'attività spirituale,. - eh' è lo scoglio primo contro cui urta il senso comune quando la tesi dell'idealismo assoluto vien enunciata -, è ancora il tema principale degli scritti ora ricordati del Guzzo e del De Caria: i q,uali, tuttavia, hanno ben al~ra preparazione e profpndità a discutere la questione. Il Guzzo non confonde davvero il soggetto particolare (quello che nel discorso del Donati dovrebbe ricevere un pugno in un occhio) col soggetto di cui parla l 'i1 dealismo assdluto. Il G. è un conoscitore espertissimo deHa via da tenere per evitare, non ib i te a Gino Bia ca. • VITA NOVA dico questi scogli del sempli~e buon senso, ma difficoltà ben più gravi che contro l'idealismo hanno sollevato altri filosofi. Il volumetto Verità e realtà è, per questo rispetto, tutto, proprio un' apoloqiia dell'idealismo, e ne raccomandiamo la lettura e la meditazione a coloro che vog·liono orientarsi sul signi,ficato preciso che nella nostra filosofia hanno le tesi fondamentali dell 'idèalità del reale, del rapporto tra filosofia e storia, del valore morale come l'affermarsi stesso delI'attività spirituale. 1Ma il punto w cui i'l G. più batte l' a•c-cento, è questo : che, appunto perchè non si può parlare di essere e .di verità fuori del pensiero, non soltanto è in fine un pro:blema inesistente quello del rapporto ,tra il pensiero e I'.essere, ma neanche si deve dire ohe il pensiero pone l'esse-re, l 'oggetto : quasi che a questo preesistesse quello, come sua causa. L'oggetto è già pensiero, anzi pensamento : ossia « attuale atto di pensiero », perchè il soggetto pensante e l'atto del pensare son qualcosa di concreto soltanto nell 'oggetto: pensando oggettivamente. E l'oggetto vien pensato, lungo il processo storico deH 'esperienza, nella sua determinatez~a che risolve il passato nel pres,ente, ,la molteplicità -indifferenziata nell' individualità quali 1ficata del reale. Questo del G., ~ mio avviso, è ancora uno sviluppo dell'attualismo gentiliano, con peculiare accentuazione di quel momento dell 'oggettività che il Gent~le stesso è venuto accentuando nell' ultima fase del suo pensiero, nel Sistema di Logica. Dice il Guzzo: « L'assoluto è p1oprio il porsi com.e questo, un tal relativizzarsi eh' è addirittura puntualizzarsi... Assoluto è l'ora ' l' attimo, l' individuazione concretissima » (p. 98). Ma l'attualismo genti,liano, ridotto a un tal puntualismo e isfantaneismo, non si snatura e impoverisce ? lo direi di sì. E tuttavia non nego che, se poniamo la questione in seno al momento dell'oggettività, o meglio dal punto di vista del concreto oggetto dell'esperienza, sì che la sintesi dialettica si polarizzi nel senso deil problema conoscitivo, non t nego che lo svolgimento e I 'interpretazione_ :che il G. d~ del pensiero gent1han? 1~on ab?1ano ~uone ragioni, ,degn1ss1me d1 cons1•dera- . z1one. *** Ma, allora, e' è caso di dover spingere la questione più in là,_ e buttar addirittura a mare la distinzione soggetto-oggetto, su cui ila ancora leva la dialettica. gentiliana. C'è qui il tentativo del De Caria, che ripig 1 lia, pare, una tesi cara al Carabe'llese : nel fondo del concetto del soggetto, così come i,n quello dell' oggetto, I' i,dea identica del1 'essere : ossia, il soggetto è, prima ancora di esser io. « Soggetto e oggetto si contrappongono (quindi) . . . come term1n1, non come enti », e formano un complesso soggetto-oggetto e oggetto-soggetto distinguibili non realiter, ma in funzione soltanto di certe relazioni che sta al gi~dizio determinare. Ainche il De Caria, quindi, batte, come il Guzzo, contro 1 la tesi del soggetto che pone l'oggetto, e V1Uole,similmente a lui, che l'atto di coscienza sia atto di ., oggettivazione della cosa, cioè attribuzione di oggettività al questo qui puramente singolare ». ·oggettivazione, la quale, in verità non è del tutto ohiaro in che sì distingua, infine, daMa condannata posizione : a meno che non si tenga presente il diverso concetto dell 'at- . . ' . t1v1ta soggetto-oggetto già accennata. E' la cosa stessa, in somma, che . . . s~ pone, e s1 pone come coscienza di sè col suo sapersi quella ta; cosa. Coerentemente ali' assunto, iniziale, vien rimesso nell'antico onore il principio d'identità, subordinato a esso quello di non-contraddizion~, non soltanto come principio logico o .gnoseologico, ma come principio metafisico e reale. E questa, pare al De C. , è una necessità per ogni idealismo che voglia superare una volta per sempre il vecchio e sempre :isorgente dualismo di na- . tura-spirito, di pensiero ed essere. La ,difficoltà maggiore per me è questa: se si parte dall'essere,. dal1 'identità, come le differenze ? E s~ si parte da queste, come raggiungere più quella ? Ossia : se I' es- ' . . ' . sere e att1v1ta autocosciente, come

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