Vita Nova - anno I - n. 10 - ottobre 1925

~===================~=============---------------------- LA REGATA VENEZIANA Tra le classiche. feste veneziane che ancor resistono al tempo, la caratteristica regata è certamente la più interessante. Anticamente nei giorni festivi i veneziani usavano recarsi al Lido, ed il governo metteva a loro disposizione delle barche di quaranta posti perchè i cittadini potessero vogare. Da tale esercizio nacquero sfide . Si mettevano alcune barche in riga (d'onde regata) e si disputava una gara di velocità. Il governo dava il massimo incoraggiamento e promoveva annualmente una regata reputando esser drappi ed embJemi. I giovani patrizi erano soliti per le gare di ornare la loro Bissona (grosso serpente), tali barche venivano così chiamate perchè snelle e veloci, sgomberavano il canale davanti ai regatanti. Sdraiati tra i cuscini questi « giovin signori >> lanciavano con l'arco, palle di gesso colorato contro le barche importune che non ubbidivano ali' invito di sgomberare. La visione del Canal Grande il giorno della Regata era incomparabile. I palazzi meravigliosi della << più bella strada del mondo )> adorni di stupendi questa di grande utilità ed allenamento per la guerra. Dopo l' ingrandimento della repubblica lo spettac&lo prese l' aspetto di una festa imponente, vera festa della nazione alla quale il popolo parte ... cipava con tutto il suo ardore e tutto il suo entusiasmo. La visione era davvero superba, incomparabile. I battelli della Regata erano prima ~a un remo, poi a due, poi gondolette a un remo, e finalmente gondolette a due remi. Anticamente donne di Pellestrina, solite a portare derrate a Venezia, si mettevano pure in gara, indossavano l'abito caratteristico e si coprivano il capo con un piccolo cappello di paglia. La partenza veniva d~ta da un punto orientale, il percorso, lungo il magnifico Canal Grande che divide in due la città, era di quattro miglia venete. Ali' estremità CORTEO NAVALE PER L' ARRlVO DI S. M. IL REI del canale si girava attorno ad un palo ~-(paletto) per ritornare sino al traguardo. Era questo una elegante costruzione ricca di colori e di bandiere, innalzata su due grosse barche, portava alla base affissi i premi che erano così distribuiti: I premio: bandiera rossa, I I azzurra e celeste, I I I verde, IV gialla, poi un por- · chetto vivo che veniva pure dipinto sulla bandiera. Il porchetto premio di consolazione per l'ultimo arrivato significava forse: pinguedine, lentezza. Ai regatanti veniva distribuita anche una somma di denaro che non veniva ritirata il giorno stesso ma nei giorni seguenti per mostrare il disinteresse. Sulla Macchina, così veniva chiamata la costruzione, prendevano posto le autorità, il comitato della regata ed una orchestra che suonava al passaggio ed alla vittoria dei regatanti. Una volta tutti i corpi e mestieri intervenivano con la loro peota, (barca dal1 'acuta prora) l'aristocrazia in peote elegantissime con Biblioteca Gin Bianco arazzi, la folla che si accalcava ovunque vi fosse un posto disponibile, le imbarcazioni elegantissime e multicolori, l'aristocrazia per l'occasione confusa col popolo, le decorazioni innumerevoli e sfarzose, quell'allegria sana e gioconda che emana da tutte le feste veramente sentite e amate dalla grande anima popolare, formavano un quadro dei più interessanti e . . suggest1v1. All'annuncio dell~ regata, i padroni concedevano la massima libertà ai loro gondolieri, li circondavano delle più assidue cure, arrivavano a considerarli quasi loro figli adottivi. Durante il periodo dell'allenamento nulla doveva mancare al gondoliere, ed i quotidiani esercizi venivano curati dal padrone il quale fissava le prove del lavoro preparatorio. Alla vigilia, l 'allcnamento cessava ed i regatanti si recavano al tempio della Madonna della Salute ove una solenne funzione veniva per loro celebrata. I curati delle varie par-

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