Vita Nova - anno I - n. 9 - settembre 1925

• I - Francia e dell'Inghilterra verso di noi. La ' Francia del 1815 è anch'essa· una vinta. Ed· . opera. sempre più per la riscossa, e fomenta · sempre più le forze europee di opposizione ai trattati. Spirito astrattam.ente rivoluzionario. e spirito nazionale si fondevano insieme o, quanto mai, si alimentavano l'un l'altro. A Parigi, quind•i, fecero capo per - molti decenni - e qualcuno resistè a lungo e non è ben certo che anche oggi siasi spezzato - le fila principali della vasta rete sotterranea delle sette·, di quelle italiane in modo particolare. I ncvatori italiani vivevano ~empre nell'alone spirituale della Francia. Di lì, quindi, non pochi incitamenti rivoluzionari. Ma nel 1831 si vide chiaro che una:cosa erano le sette, un'altra cosa la , _ , Francia storica, la Francia della realtà, la· Francia dei Guizot .e dei Thiers. Era in essi un fondo di ostilità che andava oltre la legittima cura degli interessi nazionali francesi e anche oltre la preoccupazione antica e costante - pur in mezzo a pensieri di azione solidale - del danno che potesse venire alta Francia dalla formazione di un forte Stato nella penisola. , Quanto a l'inghilterra, essa, _dopo il 1815, rappresta, più forse d'ogni altro in Europa, la pace a itutti i co&ti: anche in 1talia, naturalmente. A qualche suo n1inistro o agente che dalla penisola, dove era venuto ad organizzar la lotta contro Napoleone, consigliava di dar qualche soddisfazione al nuovo sentimento degli Italiani, il gabinetto inglese rispondeva che ci si sarebbe pensato in altro tempo. Mar1teneva vivo qu,alche ferm~nto in Sicilia, ma solo perché voleva tener divise le due parti di quel Regno, Palermo da Napoli. Avversò .i moti napoletani del 1820, perché da una parte il sospetto di intrighi francesi toglieva il sonno all'Inghilterra, dall'altra non voleva dctre neppur all'Austria occasione di .troppi interventi. Verso quest'ultima, l'Inghilterra ondeggia fra i.I · ore che essa cresca troppo in Italia, nel qua aso potrebbero esser pregiudicati i suoi • inter ssi mercantili, e il timore che troppo si indebolisca, nel qual caso la baldanza russa sarebbe cre~ciµta e la penisola nuovamente ,I ' \ · ibliO • 1 neo j ape.rtaalle influenze francesi. Quindi, tutti fermi,, gli "Italiani ! Si contentino di riforme e in ultimo, tutt'al più, di una costituzi·one. È questo ~ il toccasana per tutti i mali e servirà poi anche ad accreditar l'Inghilterra costituzionale in t~rraferma. Nel 1848, il governo inglese consiglia , fortemente la guerra a Carlo Alberto. A Napoli, il suo ministro vorrebbe impedir la partenza delle trnppe_per la valle del Po, cosa che non si fece in nessun'altra capitale itali~tia: forse l'Inghilterra teme che la guerra possa essere mezzo di conciliazione. fra Napoletani e Siciliani. Lo stesso atteggiamento si ripeterà nel 1859. Del resto è noto che· il liberalismo inglese era, essenzialmente, pacifismo. Ric·ordàte Bright e Cobden. Avversi in mogo speciale a novita italiane erano i circoli di Corte. Nel paese. non mancava -qualche vena di simpatia,. alimentata dalta propaganda èiiMazzini . e degli esuli migliori e dalle -notizie giunte della bestiale repressione austriàca a 'Brescia ed altrove, nel 1849. Ma dieci anni -dopo, alla vigilia delle battaglie decisive, Antonio Panizzi scriveva da Londra al Bertani: « Qui, làsciate,,' dir quel che vogliono, son tutti per l'Austria in fondo; ma non perciò prenderanno·. parte armata alla guerra. È naturale, ~del resto, .che vogliano la pace. ,Stanno bene e lo stato, quo conviene loro 'cl meraviglia. È anche naturale che amino più l'Austria potente, loro alleata natrale contro la Frapcia e· Russia ». Di tutto ciò, nessuna meraviglia. Vi é un ordine costituito internazionale, come vi é un ordine costituito nell'interno di ogni .Stato. E non si turba quell'ordine senza lesione-di molti interessi, offesa a sentimenti, pregiudizi ecc.·e quindi senza opposizione, specialmente dégli Stati dirigenti. Un nuovo organismo poli1ico nel centro del Mediterraneo voleva dire spostamento di basi e centri di gravità europei. Er_anel migliore _dei,casi, una .ihcog-nita~Ag..: giungi il sentimento dei cattolici del mondo intero, .per i quali l'Italia era gravata di una specie di servitù internazionale ; eguale a quella \ che le si imponeva da letterati ed esteti, per i quali l'Italia era e doveva rimanere la terra del pittoresco, il: correttivo della civilta · mecI - I ' ' I

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