Vita Nova - anno I - n. 9 - settembre 1925

da eh' egli ha oercorsa, qui non ce la dice: come se u-na bella •mattina, svegliandosi, si sia trovato, a sua insaputa, ali' altra sponda. Si che queste lettere si limitano ad affermare che dall'altra sponda le cose si vedono in un modo diverso dall'idealismo. La qual cosa nessuno può metter in dubbio. E nessuno può metter in dubbio neppure che la filosofia scolastica sia una filosofia : e però rispettabile come tutte le filosofie, a cominciar da quella di Talete. Quel che par difficile concedere è che tutto sia liscio in quella filosofia. Già, in nessuna filosofia mai tutto è liscio. L'A. lo sa bene. Se no, come la storia d'ella filosofia ? Invece, egli si diverte ad additare le difficoltà che ci sono nel nostro idealismo : difficoltà che noi ,ben conoscia~, e che sono il nostro piccolo tesoro : perchè son quelle che c'imrpediscono d'addormentarci nel verbo ·dei Maestri. In quelle difficoltà anche l 'A. in altri tem•pi esercitò il suo brillante ingegno, sì che fa meraviglia sentirsele ad,durre, ora, pari pari, com1e se nulla ci fosse da fare per districarsene. E perchè tacere quanto, poi, pur in qu~lle difficoltà, è chiaro e solido, in problemi dalla filosofia scolastica neppùre sospettati ? E non sarebbe stato, per lo menQ filosoficamente, più meritorio, invece di saltare dall' idealismo alla scolastica, con un salto all'indietro, vedere di andar innanzi, e dentro lo stesso idealismo lavorare per l'appagamento di ulteriori esigenze, delle quali si possano trovar i precedenti sia pur anche nella filosofia scolastica ? Poniamo: il problema religioso, e quello del rapporto tra religione e filosofia, non possono esser ripensati dentro lo stesso idealismo ? Non risponde a verità, infatti, che ci sia per l'idealista « la falsa certezza che il cattolicismo sia dottrina così arretrata e fuor di strada da non poter più, oggi, nemmeno venir discussa da chi abbia solo un'ombra di filosofia ». Questo, qua,nto al cattolicismo co,me dottrina. Ma il cattolicismo è. poi, sem-- plicemente una dottrina ? Teologia e religione sono la stessa cosa ? VITA NOVA Questa quasi identificazione, che qui si tenta di porre, tra Cattolicismo e filosofia scolastica mi par di pessimo gusto e un'infelice idea, non soltanto per l'interesse della filosofia in generale, ma anche della religione. L' A. si compiace, anche lui, di ri,petere il trito giudizio che « la filosofia scolastica è su la via maestra del pensiero aristotelico » : giudizio inesatto e anche falso, il quale, integrato con la precedente ident,ificazione, potrebbe autorizzare, niente di meno, a conchiudere che il cattolicismo è su la via maestra di un pensiero così pagano, quale quello di Aristotele e Platone. Dalla lettera 8a alla 11a, in forma alquanto prolissa, l 'A. di.fende la necessità di ammettere il Miracolo e d,i fondare su esso la fede religiosa. Mi par che gli sia stato già osservato da altri che,· quando anche gli venga concesso tutto q1:1anto egli pretende in que.sto argomento, sta di fatto che tutte le religioni narrano i miracoli del loro dio o de' loro dèi : sì che l'argomento, per provar troppo, non prova nulla in favore del Cattolicismo: eh' è ciò che interessa la presente discus- . s1one. L'ultima lettera, la 12a, è forse la più interessante : la necessità di porre un punto di vista trascendente ai valori intellettuali e morali che I' uomo può realizzare nel mondo storico, e in conchirusione la necessità di trascendere il •mondo storico in cui si realizza la vita dello spi- . ' rito um,ano, e sostenuta con argomentazioni, su le quali, anche noi pensiamo, l'idealismo non può sorvolare. A. CARLINI ~ LETTERATU~A ~ Si parla di crisi del romanzo. Cioè, se ne riparla, e non da noi soltanto, ma 1n Francia eziandio, dove pure hanno una abbondanza di scrittori, superiore, per numero s'intende, a quella di cui non sempre ha ragione di vantarsi l'Italia. E ci si chiede, di fronte al f atto constatato : quali le ragioni di tanta deca 1denza ? iblioteca Gino Bianco 47 Rispondere vuol dire fare il processo a tutta la nostra generazione ; processo d'ordine spirituale prima che estetico. Attribuire alla guerra la causa primissima di quel che accade nel campo dell" arte narrativa, è un luogo com~ne suggerito ormai dalla pigrizia mentale alla critica nata più a coltivar cavoli nei domestici orti, che a parlare seriamente, giudiziosamente, e con la necessaria competenza di o•pere d' arte. La guerra venne quando già il Romanzo era deca 1duto; poi, con la pace, ci fu il ri,fiorire subitaneo, esplodente quasi, di una innumerevole schiera di narratori che presero d'assalto il mercato della pubblica curiosità, e . tanta carta stampata gettarono 1n giro da formarne una ciclopica montagna. Fioritura effi·mera. Speculazione mezzo editoriale e mezzo artistica, in cui si mescolò insieme : il mal gusto di chi stampava libri di forme volgarissime, colla cialtroneria erotica di chi scriveva per COIIl;perarsiun -amante di lusso, una pelliccia ed una automobile, tre oggetti che insieme forma vano i trofei non _simbolici del pescecanismo autentico. Tra il \1ciarpam'e emerse ~Guido da Verona narratore di prim, ordine, se per narrare si intenda la tecnica e l'intrecciata vastità di un volume, talvolta anche prosatore, non puro, siamo d'accordo, m~ !uminosç>ed avvincente, in totale, un artista meticcio inifranciosato, e dannunzieggìante, quasi per un bisogno tutto fantastico di espandere in larga onda sonora la propria vena originale di ro.manziere. In Da Verona si personifica tutto il decadentismo attuale, e con Da Verona, il romanzo italiano potrebbe paragonarsi ad un albero, arbitrariamente . . trapiantato 1n un terreno non suo. Tra gli scrittori di meritata ed intatta •fama, c'è .Panzini che da venti anni ronza .attorno al ·suo realismo condito e commentato con digressioni ironiche, ottimo .e sapiente costruttore di belle pagine, poi Moretti che stempera la rassegnata tristezza del suo animo quasi leopardiano, in racconti bigi ma suggestivi, poi· Borgese che fa sentire d'essere critico anche quando

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