Vita Nova - anno I - n. 9 - settembre 1925

• ,. ... ... - VITA NOVA di lavoro restrinse e diminuì quasi esclusivamente a quello del lavoro manuale: quasi che non sia lavoro quello dell' ingegnere, dell' industriale, dell'avvocato, dello studioso. E trattando la questione economica allo stato puro non ebbe più modo di sentirci dentro, in concreto, una questione nazionale. Questa divenne un affare di sentimento, e il sentimento è pessimo consigliere negli affari. La libertà delle idee, delle opinioni sociali e religiose, questo parve ai liberali l' interesse più vivo di una Nazione moderna, uscita definitivamente dal Medioevo con la Rivoluzione fran- .cese. Libertà, s' intende, di manifestarle, quelle opini9ni, e di farle. valere nella vit~ pubblica. Il liberalismo ha avuto, quindi, un carattere schiettamente politico. Dal punto di vista spirituale e da quello della cultura il liberalismo era molto superiore al socialismo; ma gli era, poi, inferi ore per il pericolo dell' astrattezza che incombeva sempre su le sue idee. Le opinioni che interessano in bene la vita nazionale, quelle è giusto che siano liberamente manifestate e fatte valere. Le altre o fanno male o per lo meno •distraggono la Nazione dal badare ai suoi interessi reali. Lo Stato costituzio11ale fu l' organo adoperato dal· liberalismo, e adattato al suo fine: la vita politica si esplicava in una lotta di programmi elettorali pieni di molte affermazioni generali, spesso soltanto rettoriche, e il Parlamento diventò sempre più una tribuna di abili parlatori. Il vuoto delle idee era, poi, riempito spesso da interessi o ambizion~ personali, _i quali si coalizzavano volta a volta 1n forme diverse: il governo si ridusse in balia dei gruppi di questi politicanti. . . Il fascismo ha spazzato via molta nebbia: oggi vediamo bene tante cose che prima• non vedevamo, o vedevamo· appena. Che la tutela e . il miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori debba essere il pensiero primo dello Stato, chi può metterlo in dubbio? Donde lo Stato ricaverà la sua ricchezza e il suo benessere se non dalla ricchezza e· dal benessere di còloro che danno anima alle industrie e ai commerci, o comunque promuovano l'attività produttiva? Soltanto chi lavora, e lavora con intelligenza e alacrità è un· buon cittadino. Bisogna,. ► dunque, mettere il lavoro in condizioni tali che invoglino a lavorar sempre di più e meglio. E con questo criterio soltanto, e a questo fine. permettere la libera lotta tra gli interessi opposti. dei gruppi particolari. La libertà economica ha un limite nel dovere politico. Ma anche la lotta dei partiti politici deve esser ricondotta sul terreno concreto dell' interesse nazionale. Alle vuote ideologie si sostituisca lo studio dei bisogni materiali e spirituali del Paese, dei problemi riguardanti la sua vita e la sua cultura. La libertà politica non è la libertà dell' individuo, ~a quella dello Stato, il quale, solo, deve avere intera quella libertà. E soltanto dentro la libertà dello Stato è libero anche l' individuo. E questa è la libert~, dal punto di vista politico, veramente morale. A. CARLINI DIIBIA~RI~l~III & [(~A- RI Holo1na Maglierie - Mercerie - Pilati (ENRICO BORTOLOTTI & C. - Successori) Filiali: R.EGGIO EMILIA. ~AVENNA MAGAZZINI GARAGE·s Biblioteca Gino Bianc Piazza S. Alò, 7 • BOLOGNA • Tel. 9.32 , -i .. -1~ _,_.. TUTTO IL fABBISOGNò· PER L'AUTOMOBILISMO

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