Vita Nova - anno I - n. 8 - agosto 1925

, - 33 - I - Però, in tal modo, si dice, voi identificate _senz'altro la religione con lo stesso pensiero umano,. e quindi noi non possiamo più parlare di una separazione o d'una distinzione tra . la religione e la filosofia, ma dobbiamo dire senz'altro che la religione è la stessa filosofia. E difatti, o sign~ri, se si va a vedere fino in fondo, ci si a·ccorgerà che tanto la filosofia che la religione hanno un punto di contatto, __e questo punto di contatto è costituito per l'appunto dalla natura del loro contenuto, -giacchèil contenuto tanto della filosofiaquanto della religione è l'assoluto. · Difatti solo nella filosofia e nella religionoi possiamo avere una visione adeguata della realtà. Tutte le altre scienze, tutte le altre discipline non esprimono che un lato di essa, non sono eh~ momenti di quella realtà assoluta che sono rappresentate appunto dalla religione o dalla filosofia. Certo che per sollevarsi alla perfetta identità della religione e della filosofia occorrono garretti ben saldi, cioè occorrono meditazioni rinnovate e approfondite, in altri termini bisogna avere I' eroico coraggio di entrare a vele spiegat~ nel dominio del pensiero, o, senz' altro, della filosofia. ,Ma noi evidentemente quì non possiamo tener conto di questa identificazionesuperiore, _acui soltanto. gli spiriti alti si possono sollevare. Noi invece, dobbiamo tener conto in sede politica delle decisioni degli uomini, le quali hanno sempre considerata la religione come qualche cosa di distinto dalla filosofia,e quindi dal ·pensiero, e nella religione hanno visto , soltanto la vita del sentimento, mentre nello stato hanno scorto l'intelligen~a·fredda e calcolatrice. Quindi se la vita religiosa si aggira nella sfera tutta chiusa del sentimento, e lo Stato invece gira in un'orbita tutta sua propria c_he è costituita dall'intelligenza nella sua freddezza o neila sua olimpicità, allora. evidentemente tria la religione e la filosofia c'è un distacco reciso. Ma in effetti questo distacco non ç'è, perchè se la vita religiosa fosse semplicemente ,,, Biblioteca Gi o Bia co sentimentale, o fosse, diremo cosl, il trionfo della parte irrazionale del nostro spirito, perchè tale è il sentimento, allora r.oi nòn assisteremmo più a quei tragici, ·tremendi contrasti fra le .forme religiose e le forme statali. . Propriamente la religione dimostra una grande ·superiorità sullo Stato, e quindi, lasciatemelo pur dire, sul_lafilosofia, in quanto realizza la perfetta comunione degli spiriti, dove regna o dovrebbe regnare soltanto la persuasione. .,, Dico regna o dovrebbe regnare la persuasione, p-erchènella realtà storica noi inve- · ce assistiamo a questo fatto singolarissimo, che la religione come quella che proclama come suo unico contenuto l'assoluto, pretende di governare non questa · ò quella parte dell'uma•nità,ma. tutta quanta l'umanità ; cioè dire che I~ religi9ne proclama come suo principio fondamentale la persuasione, l'amore, la comunione perfetta, ma in concreto_la religione viene talvolta ad assumere l'aspetto dell'intolleranza o del fanatismo, benchè quella e questo si -possono giustificare. Perchè una delle due : o la verità che proclama la religione è una verita assoluta, e allora per essa non può esistere altra verità, e quindi si spiega l'intolleranza, contro le altre fedi, o specialmente contro la filosofia. . Se poi diciamo che la religione non rappresenta una verità assoluta, allora essa perde la sua ragione di essere, il suo grande prestigio od il suo grande fascino sulle moltitudini; e, diventa una opinione fra le opinioni, o una idea fra le tante idee. Dunque l'intolleranza ~he n~i rimproveriamo spesso alla religione è la sua ragione · \ di essere. La religione deve essere assoluta, perchè la verita. non può venire a patti, cioè d-irenon può adagiarsi in accomodamenti indecorosi : se la verita è, essa deve assoluta-· mente dominare. Di qui, ripeto, il fanatismo, da cui spesso sono invase le moltitudini, sotto l'influenza della religione ; ma è un fanatismo, direte voi, irrazionale. Sia pure irrazionale, ma l' irrazio- , I ,

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