Vita Nova - anno I - n. 8 - agosto 1925

.. ... . . , - • - 27 ·mania, potrebbe chiamarsi, dei vari organi tra loro, in particolare dei servi dell' arte con i maestri, i capi di questa : questi ultimi infatti fanno parte della corporazione e sono potenti ; quelli, sono sottomessi all'arte per cui lavoran9 e da cui non ricevono c·he un salario stabilito dai magistrati dell'arte. Delle controversie nascenti tra questi salariati e i maestri, è arbitra· r Arte. I servi dell'Arte soggiacciono a duri regolamenti organizzativi : tra questi, il divieto di lavorare per altri che non siano ìsoci dell'Arte, e l'obbligo ad una lunga giornata di lavoro; e più quello di pagare col proprio. lavoro il debito assunto col proprio ,, padrone. A questo aggiungasi il divieto di associazione tra servi dell'Arte, sanzionato dagli statuti artigiani, divieto che spesso si estende ai semplici assembramenti, e persino alle radunanze per funerali e per scopi religiosi. I difetti di questi- sistemi di organizzazione .sono troppo gravi ; vi è troppa rigidità e i -valori individuali sono troppo asserviti forzatamente ad un capo, ad un maestro ; la difficolta_dell'ascensione dei subordinati, toglie l'incentivo al lavoro, appesantisce la funzione e scema le produttivita, condannando le energie produttive, per entro a solchi fatali. Questa rigidità è stata scolpita in una mirabile similitudine da Gabriele D'Annunzio là ove dice che ''l'uomo comunale viveva incorporato alla sua famiglia, alla sua consorteria, alla sua arte, alla sua parte, in quella guisa che la figura sbozzata di bassorilievo aderisce alla vena del sasso, resta prigione della ·forza - compatta onde nasce,,. · * * * Contro la prigionia spirituale e per riflesso materiale che recinge in una ferrea cerchia ogni ramo di attivita, si manifesta quella reazione in ogni campo· dello spirito che si chiama Rinascimento Italiano, il quale fu definito dal tedesco Burckhardt, come la scoperta dell'uomo, e che -ha il merito di avere creato una vita spi'rituale libera. E come senza ques'to . Rinascimento, è stato detto, la civiltà non avrebbe raggiunto quello sviluppo di cui è stata.. ~apace, così· senza gli organizzatori italiani del Rinascimento, no nsi sarebbero potuti formare quelli modernissimi anglosassoni ed americani. · · In tale periodo i sistemi economici ·di organizzazione si rinnovano : permarranno le corporazioni, ma il risveglio degli spiriti, il rinnovamento dell'uomo opera in tutti i campi ; e come quest'uomo innalza templi, popo- • I • • . la di statue le sue città, trasfonde la sua anima nelle tele e nei bronzi, e nello studio della natura e nelle scienze institui"sce il metodo· sperimentale a -cui è dovuto il_ sorgere e il fiorire della scienza moderna ;· cosi nel ca·mpo dell'attivita della produzione economica, nel _territorio delle imprese, vèdiamo quel medesi- - mo palpito,. assistiamo a q.uella stessa resur-, · • rez1one. Anche l'organizzazione economica moderna, perciò, è figlia di questo ✓rinas,cimento. E invero, come arte d'organizzazione, non fu poss·eduta da nessun popolo mai, come dall'italiano in tale periodo, e ove non ne rima-·· · nessero altre prove, ne farebbe pur fede perenne il fatto che l'Italia superò allora, per ricchezza, ogni altro paese. Le sue· banche prestano a privati e sovrani, le sue imprese_ industriali e commerciali dominano tutti i,. m~rcati, ed anche oggi i nomi di Lombard Street e di Boulevard des . Italiens ci testimoniano quel passato .splendore. . . Del periodo aureo dei Comuni Italiani, un comune ~opra-ogni altro ricorQeremo: quel di · ,Firenze. , « Allora - scrive il Carducci - posta tra l'alta e la mediana Italia, con in mano··te : chiavi dell' Apennino, con un'indomita iorza di espansione, co,n una operosità infaticabile, Firenze divenne ben presto pòtentato italiano, leva al movimento politico,economico,artistico della penisola. E ben presto per ricchezza di comr11erci,per esuberanza di produzione materiale ed intellettuale, per prosperità e ci- . viltà interna, per influenza tutta popolare e industriale al di fuori, non ebbe pari sul fini- . re del secolo decimoquarto : .più ,tardi, ebbe ·pari soltanto le città dell'Olanda. _· "Ella era la potenza più danaresca d'Europa; le sue banche fior.iv-anoad Augusta, a . Marsiglia, a Parigi, a Londra, negli scali d'Oriente ; il pontefice chiamavala fonte dell'oro, il soldano ammirava i suoi fiorini, i re d'Europa ricorrevano ai suoi banchieri e li rubavano.,, Ma gli imprenditori dei comuni italiani ·sugli albori del rinascimento, furono veramen- , te maestri d'organizzazione economica del la- . voro e della umana produzione in tutta Eu.:. ropa. Sopra tutti, oltre ai fiorentini, van ricordati i veneziani e i genovesi : da Marco Polo che mercanteggia fra onori e uffici pubblici nell'estrema Cina, a G. Villani, semplice agente delle compagnie fiorentine che conchiude trattati di commercio col re di Cipro, ai banchieri fiorentini che prestano al re di Sicilia e al tesoro inglese, a Cosimo De Medici, .. ., - \ , . ' ,. ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==