Vita Nova - anno I - n. 8 - agosto 1925

' ' tettura nell' utilità palese e prevista. Solo il genio di Roma rafforzerà questo fatiscente edificio e solo l' astro cristiano lo illuminerà di luce divina, ma dalla fine del quarto secolo sino al primo dopo Cristo il mondo occidentale crederà di rivivere e di galvanizzarsi e non s' avvedrà di esser tratto ad un' agonia tutta profumata di nostalgie verso perduti fantasmi. Un esempio tipico di questa decadenza ce lo dà Teocrito di cui son recentemente apparsi gl' Idilli tradotti in versi italiani da Ettore Bignone e pubblicati in un volume dell' editore Sandron di Palermo. Il Bignone, insegnante nella Facoltà di Lettere di Firenze, oltre a numerosi contributi particolari alla letteratura, alla critica, alla storia ed alla filosofia, ha già pubblicato quattro egregi vo- . lumi circa jl pensiero e l' arte del1' antichità, uno su Empedocle, uno su Epicuro, uno sul' Epigramma greco ed uno di versioni di poesie d'amore, dimostr;ndo una sua preferenza per I' arte del periodo ellenistico, come conferma anche il presente volume, arte sentimentale e di tono minore, ma rappresentativa e aderente ad un momento storico piu di quella che la precedette, nella quale la considerazione di un' identica contemporaneità passa in seconda linea di fronte al suo supremo valore universale di originalità e di grandezza. Il Bignone entro l' anno farà seguire in un altro volume a questa traduzione un suo studio critico in modo che l' opera sua su Teocrito faccia riscontro adeguato al precedente suo bel lavoro su l' Epigramma. Anche queste versioni sono illustrate da riproduzioni di opere d' arte plastica, quasi tutte del periodo cui Teocrito appartiene, in guisa da dare al lettore un comento grafico di quella poesia e far vedere la visione stessa che passava nella fantasia del poeta durante la sua concezione. Teocrito è artista che vuol esser poeta e che sa di esser poeta. La grande arte obedisce ad una legge di necessità e di inconsapevolezza, per la quale l' opera si eleva dalle contingenze contemporanee per assurgere a dignità di assoluto, valevole da per tutto e per sempre. In vece l' arte di tono minore è fatta da uomini che sanno ciò che fanno e perché lo fanno, e che adempiono ad un dovere professionale e di continuità per entro il quale è piu ardua a rintracciarsi la loro spontaneità. T eoèrito è di questi e nella sua poesia non c' è parola, non accento, non motivo di cui non si possa trovare .un riscontro in quella del gran secolo. ■ , VITA NOVA È dunque assai spesso un'arte riflessa in cui l' originalità è data dalle caratteristiche individuali dell'Autore che la nostra critica cerca di raccogliere e che esaudiscono la nostra curiosità dell' individuo, il quale appare qua e là conferendo con la sua personalità la possibilità di una vita autonoma alla sua poesia. Per questo Teocrito sopra ... vive e ci piace, in quanto che egli è veramente artista, e se noi lo consideriamo indipendentemente dalla storia della letteratura, preso cioè per se solo, è anche un grande artista. Non altri- • • • menti artista sovrano c1 appare per esempio Eschilo, se lo consideriamo come valore per se stante, ma superiore di molto a Teocrito per una sensazione immediata che egli ci dà: Eschilo, nell' emozione creativa ha il cervello pieno di Dei e la fantasia piena d' imagini e I' anima piena di versi, per un divino émpito che tutto lo possiede, e fra questa folla di ele... menti d' arte, sapientemente sceglie quelli che servono ali' opera sua. Teocrito soggiace ad uno stimolo diverso ed in ogni caso piu tenue, e fra tutto il materiale estetico, spontaneo o ri ... flesso, di cui dispone, cerca e trova quegli elementi che egli accerta opportuni a dire il suo sogno. Mentre Eschilo (o Pindaro o Archiloco) dimostrano di aver nell' anima una inesau ... ribile riserva di motivi poetici fra i quali hanno colto il migliore, Teocrito (o Cheremone o Meleagro) dimostra d' avere un' anima abbastanza agile, esperta e sensibile per crearsi un motivo estetico che 'risponde allo scopo d' arte che si è prefisso. Eschilo non fa apparire la sua tecnica la quale è presupposto necessario della sua tragedia; Teocrito è orgoglioso della sua abilità tecnica che è già un fine per se stessa ed a cui affida una gran parte della sua gloria. Eschilo scrive per sé, Teocrito per il pubblico. Con tutto ciò Teocrito è un grande artista. Non ha grandi problemi da esprimere perché vive in un mondo che ricorda ed. atten 'e, non molto fiducioso in se stesso e nel proprio avvenire, ma spiritualmente ordina ... to, senza sollecitudini travolgenti. In fatti noi dei suoi trenta idilli preferiamo quelli di carattere piu di ... messo e aggraziato a quelli d' anda ... tura piu sole~ne. La grazia è la sua dote principale, una grazia sorridente e consapevole, dedotta dalla realtà di una vita còlta e serena, in cui gli uomini hanno appreso a pregiare anche le piccole cose. Nella sua poesia v' è un'Arcadia non di reazione come fu la nostra del seicento, ma d' integraBiblioteca Gi o 1anco zione che continua una tradizione e che riproduce per una epoca raffinata, esecutrice di arte di genere, la relazione che per un' epoca di origi-- nalità e di fede, aveva posto E~iodo: ed in fatti, in tutto il complesso del-- I' opera sua, Teocrito è l' Esiodo Ales ... sandrino. In vece Eschilo quali diversi fremiti ·non ci dà! Ne ho qui un saggio in una buona traduzione metrica de I sette contro Tebe dovuta a Domenico Ricci e pubblicata in un sontuoso fasci-- colo edito da Raffaello Giusti di Li-- vorno. Il Ricci traduce preciso e pulito, in modo da non far sentire lo sforzo che senza dubbio gli è costato il mantenersi fedele non solo al testo, ciò che è ovvio, ma anche al ritmo del testo. La tragedia è una celebrazione dramatica, epica7 lirica in cui non si avvertono i confini fra i generi che essa sintetizza, ed in cui la parte rap-- presentata e che appare su la scena, comè direbbe Aristotele, si trova in proporzione minore di quella di co-- mento e d' indole prevalentemerite morale. T aie è la Tragedia alle sue origini, contenente già tutti gli elementi dello· sviluppo che assumerà in seguito, quando diminuirà il racconto per dar piu largo posto all' azione che nei Sette contro Tebe è ancora incorporata in gran parte nella poesia. Il Ricciha tradotto bene, non dimentico forse che Aristotele ha avvertito essere il trimetro giambico il verso che piu comunemente si ritrova nello schema del parlare comune: il suo endecasil ... labo è per ciò poetico ed il periodo quanto piu è possibile parlato, senza cadere nelle sciatterie indecorose del benellismo. Nelle parti liriche ha scelto bene i suoi metri, numericamente considerati, forse qualche volta non altro e tanto se si guardi all'omogeneità musicale delle strofe: un novenario e un settenario non si legano in suono liricamente greco. Con tutto ciò questo saggio del Ricci è prova di eccellenti attitudini, è un nobile esperimento degno di lode. EMILIO BooRERO CUbTURA FASCISTA Pensare la storia non come un susseguirsi di fatti, ma come un farsi perenne cui le moltitudini,~guidate e condotte da pochi aristòcrati che ne interpretano il destino, apportano incessantemente il tributo del. proprio I •

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==