r VITA NOVA la scuola alla sua funiione naturale: ha distrutto tutti gli organismi parassitari, nati da interessi particolaristici o da esigenze demagogiche, ha richiamato maestri e discepoli al religioso .rispetto della legge, ha esonerato funzionari e inse,., gnanti indegni, ha fatto risentire alla periferia che al centro c' era un ·polso fermo, una volontà intelligente e salda, in una parola, ha riposto la scuola in condizione di risorgere e di fiorire. Ma dopo di lui è venuto meno lo spirito fascista a capo dell'organizzazione scolastica. Insomma il fascismo non ha preso ancora piena coscienza di quella che dovrebbe essere la sua politica scolastica. E pure esso deve avere una sua politica scolastica come ha, sempre più chiaramente e consapevolmente, una sua politica interna, una sua politica internazionale, una sua politica militare. E inutile urlare contro le malefatte del liberalismo e della democrazia in astratto, quando in un ramo essenziale di amministrazione statale si permette che si continui ad obbedire alle ·peggiori suggestioni di un liberalismo ultrademagogico. L'amministrazione scolastica e la scuola non devono più essere il rifugio di tutti i figuri e di tutte le carogne del vecchio regime. Sotto il governo fascista ci sono stati ministri dell' i~truzione che hanno posto la fìrina sotto decreti che farebbero arrossire un Corbino o un Baccelli. Il decreto Casati sugli esami per ex-ccmbattenti era congegnato in modo che avrebbe dato un colpo mortale alla scuola media, se non fosse intervenuto opportunamente il Senato a modificarlo. Che fare? Esigere con tutte le nostre forze che la scuola diventi davvero fascista. Torno a ripetere: non si tratta di tessera, si tratta di spirito. Dobbiamo imparare tutti a concepire la nostra scuola come I' organo più delicato di una nazione che vuole affermarsi nel mondo, l' organo di una civiltà che ha ancora qualche cosa da insegnare alle .. altre. Dobbiamo quindi esigere che l'educazione pubblica assuma un'impronta sempre più decisamente nazionale e disciplini virilmente gli spiriti con un orientamento realistico e italianamènte originale. Dobbiamo finalmente insorgere contro qualsiasi facilitazione demagogica e allentamento di freni. Il paese nostro non si può permettere questi lussi. Ogni debolezza oggi è tradimento. Chi non accetta questa dura disciplina è pregato di spiegare altrimenti la sua i ' ' • att1v1ta. ERNESTO CODIGNOL~4 Vogliamo s~erare che il grido d'allarme del nostro carissimo amico Codignola sia finalmente ascoltato dalle s~p~eme ge~archie del part(to. Occorre subito riprendere in pieno la battaglia per la Scuola /ascista con animo .virile e spietato. ibliote a Gino L'uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma è una canna pensante. ~ on c'è bisogno che l'universo intero s'armi per schiacciarlo. Un 1'apore,una goccia d'acqua basta ad ucciderlo. Ma se pure l'unilJerso lo schiacciasse l' u~mo sarebbe ancora più nobile di ciò che lo uccide, perch~ egli sa che muore; e del vantaggio che l'universo ha su di · lui, l'uni1'erso non sa nalla. , '"Cutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. Con esso dobbiamo: rialzarci non con lo spazio e la durata i quali noi noi non sapremmo riempiere. Lavoriamo dunque' a pensare bene: ecco il principio della mo,· aie. . B. PASCAL (Pensieri) ■ 1anco (N. d. R.)
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