Vita Nova - anno I - n. 5 - 1 giugno 1925

' - 26 - I • , ' stessa dello Stato. Difatti ciascun Stato ha u- , na sua finanza, anzi, diremo meglio, ha una sua ·economia. · Conciudendo su questo punto, diciamo che non è possibile distinguere o dividere i poteri dello Stato. _ Essi ·dunque costituiscono un solo organismo, e q•uindi non è possibile parlare più, . almeno_secondo noi, di una indipendenza dtl potere giudiziario da) potere legislativo e dal potere esecutivo, come se il potere giudiziario fosse uno stato nello stato. Difatti accettando , ]a divisione dei poteri, noi dobbiamo parlare di tre stati, o di più stati, secondo la divisione maggiore o .minore dei poteri. · Ma quì voi potreste dirmi : che cosa sara mai alldra questa costituzione dello Stato che ·inchiude in sè tutti i poteri, che costituisce un' anima sola, una personalità so)a deJlo. Stato? Secondo Aristotile la sovranità risiede, o può risiedere in uno, in pochi", in molti. Donde Ja classica divisione delJe forme statali, che è propria del sommo Stagirita : la monarchia, l'aristocrazia e la demoerazia Queste tre forme, secondo lui, possono degenerare, e a11ora la monarchia diventa tirannide, l'aristòcrazia, oligarchia, la democrazia, oclocrazia. Ma)grado che questa classica divisione delJe forme statali sia stata elabòrata da un grande intelletto quale fu Aristotile, . noi non possiamo per nulla chiamarci soddisfatti di essa, perché il criterio fondamentale che domina. tutta la divisione che ci presenta Aristotile è quello quantitativo. Ora, si è osservato, che tutte le volte che si comincia a numerare, si comincia ad errare : il crfterio quantitativo nella scienza politica è un criterio falso, perl hè )a politica, come sappiamo, è una scienza essenzialmente spirituale, cioè una scienza che è al di sopra o al d1 la di ogni misurazione. Altri poli_tici han creduto di ricercare il principio delle ·forme statali, fondandosi su altri criteri. Cosi per es. il Montesquieu diceva che il princip10 della monarchia è l'onore, de1l'aristocrazia é la moderazione, della democrazia è la virtù. Ora è facile osservare che codesti principi, come peculiari ap una forma statale, sono addirit~ura_i.nesistenti, perchè una monarchia vorrà non solo l'onore, ma anche la moderazione e la vii tù, e lo stesso si può dire di tutte le altre forme dello Stato. Gli è che i cultori della scienza· politica partivano sempre da-un criterio non già politico, bensl da un criterio estraneo ,a11a stessa vita politica. Codesti p01itici somigliano, nè I . . BibliotecaGino Bianco· più nè meno, a quei critici artistici, i quali vogliono intendere la ragione profo~da dell'essenza dell'arte circuendo l'arte stessa, cioè guardando l'arte non già nel suo atto o nel 'suo. momento, ma in quanto è obbiettivata. Dunque, per avere un criterio politico delle forme sta tali è necessario, secondo noi, partire dalla politica. · Così, se noi vogliamo esaminare quale sia l' essenza della monarchia, essa non ci si può rivelare che come unità, e così l' aristocrazia non ci può non apparire che come una manifestazione dei ceti o delle classi. Invece il principio politico della democrazia, come abbiamo osservato tante volte, é l'uguaglianza. Ma c'è un'altra forma statale di cui Aristotile non parla assolutamente, e che presen-- ta uria p_ecuharità inconfondibile con quella delle altre forme : cioè la teo~razia. E siccome l'aristocrazia e Ja democrat.ia sL possono considerare come forme subordinate deIJa teocrazia o della monarchia, noi amiamo dividere le forme statali in tre : cioè ' neJla teocrazia, nella monarchia e nella repubblica. · Difatti la repubblica comprende tanto il governo aristocratico, quanto il cosidetto go-- verno democratico. Qui è inutile che io vi intrattenga sulla teocrazia, la quale è una f orm_astatale propria dei popoli asiatici, o in genere dei popoli o• rientali : essa in generale consiste nel ritenere il codice re1ig1osocome unica fonte, sia della religione, co1ne de1la vita statale o politica. Piuttosto a noi preme parlarè della ·differenza che c'è secondo taluni fra la cosiddetta monarchia e la cosidetta· repubblica. , Ciò che distingue la monarchia dalla repubblica · è precisamente questo : che nella monarchia il ·diritto alla sovranita è un diritto proprio, laddove neHa repubblica il diritto alla sovranità è un diritto conferito (conferito, s'intende, dalla collettività o dalla società). Ma noi non possiamo accontentarci di questa semplice divisione, o distinzione: dobbiamo cercare di penetrare sempre più profondamente nella natura della ·monarchia e in quelìa deila repubblica. Anzitutto,, occorre osservare questo : ·che l'antichità greco-romana ci presenta solo la forma repubblicana, laddove la storia moderna ci presenta' la forma monarchica, come il portato o il risultato migliore del suo sviluppo. Certo taluni dinanzi a questa affermazione inarcheranno le ciglia, e diranno : ma come potete voi negare che anche nell'anti.chità, alla monarchia è subentrata la repubblica, o che • ' " •

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