Vita Nova - anno I - n. 5 - 1 giugno 1925

.. • • .. I - 35 - .delle condizioni economiche, della grande con- .fusione che era nata col feudalesimo, per venire alla concfusione che un gran disagio intorno a questo periodo ci fu. E accanto a questo disagio, accanto a dei papi lhe fanno il processo dell'antecedente, accanto a dei papi che sono eletti da Teodora o da Marozia, o sono assunti alla tiara da un re e poi spodestati, accanto a. tutto questo, si manift'sta nella stessa chiesa ron1ana una nuova tendenza, anzi una volontà di r1forma. Non si può durare cosi; i .fnndamentali principi sono traditi. Questi riformatori dicono che occorre intervenire al più presto, e allontanare dalla chiesa tutto ciò- che si riferisce al potere materiale esterno, e ravvicinarsi alla tradizione antica dei cristiani. Questo vogliono i novatori. Ce ne furono in "erita molli, e ' fecero capo al grande monaco Ildebrando. Vi ·.·sono due poteri, egli asseriva, il potere ecclesiastico e il potere civile ; ma bisogna che · siano distinti l'uno dall'altro. Tale è la quest1one che ora si pone ; ma quale dei due deve prevalere? E' il concttto universale di Roma imperiale, quindi l'imperatore, o è il potere pur universale ecclesiastico e spirituale che ha assunto il vescovo di Roma, ossia il Papa, che deve prevalere ? Su questa base si svolgono fatti pieni di interesse·. E' un momento gravido di lotte tra coloro che seguono l'impero e coloro che rap-. prese.ntano il papato. · Ottone I, nel 962, è incoronato imperatore dal Papa e imperatori sono pure stìo figlio Ottone II e i suoi discendenti e successori. E' .Ja second::1 restaurazione imperiate ; senonchè non sempre conformi ;illa volonta e al desiderio della chiesa, risultarono gli atti compiuti dagli imperatori della Casa di Sassonia. . Ott.one I, è con lu1 Ottone Il, condussero una politica quanto mai interessante. Era que~ sta : concentrare, unifi~are. Quando veniva libero un feudo, e tornava, secondo le leggi feudali, all'imperatore, esso lo affidava quasi sempre ad un suo amico, e sopratutto ad un · ecclesiastico, meglio un grande ecclesiastico. L'ecclesiastico (sia esso vescovo, o sia abate, o èapo di un monastero, o vescovo-conte) aveva per l'imperatore il vantaggio di non1 lasciare figli ; e dopo la morte di esso il feudo ritornava all'impero. Così l'imperatore potev·a contentare altri abati o altri tcclesiastici, e tenersi stretto colla benevolenza quelle persone che ave·vano, nello svolgimento de]la religione cristiana (in quanto era amministraziont), una notevole importanza. . La politica di Ottone I fu perciò anche • • B1Dliot .,. quella di distruggere i grandi feudatari favorendo le ripartizioni e le succes~ioni, cosi da. un grand~ feudo ne vennero dieci, da questi d1eci ne vennero cinquanta. Scomparvero in questo modo quel~e grandi unità che avevano fatto tanto spavento ai successori di Carlo Magno : si formarono invece dei picco1i fèudi, per lo più in lotta l'uno contro l'altro ; ligi sempre all'imperatore. Tentò anche di unificare l'Italia, lottando con'ro i ducat,, c<•ntro i B zantin1, e contro i Mussulmani del~ 'ItaJia meridionale. Alcune spedizioni riuscirono egr .lgiament~, si arrivò fino a Stilo, nel Mar Jon10, ma pati una sconfitta e ritornò. Questa seconda parte dunque fallì ; la prima invece per allora trionfò, e il Papa che l'aveva riconosciuto e incoronato e aveva creduto di trarre da lui grandissimi vantaggi, si accorse che aveva in Ottone I e nei suoi successori degli avversari. · ' Allora la Chiesa ccrse ai ripari e per esser più fnrte e stimata portò riforme nei co- , stumi, e aumentò la dignità e l'autorità gerarchica di tutti coloro che di pendevano da lei. Chi pose le basi di questa nuova ·azione che il papato svolse poi btn oltre un secolo, fu il monaco Ildebrando, segretario di parecchi papi, e ad un certo momento papa egli stesso. Egli si propo3e oltre la .e'evazione morale della chiesa, di stringere alla chu sa il clero, specialmente il clero più alto, e pubblicò bot-· le, e mandò ovunque dei legati ad latere, che avevano la stessa sua autorità. · E~li si propose pure di impedire che le designazioni dei papi fossero fatte dall' imperatore. L'imperatore infatti era giunto fino a nominare il papa colla giustificazione dt porsi sopra le fazioni e le violenze. Circa questo punto egli stabili che non ci dov~sse essere neanche l' elt zione per acclamazinne : l'elezione doveva essere fatta dai capi più prudenti della chiesa che erano i. · vescovi delle chiese di Roma o delle chiese suburbicarie ; e fu lui che indicò coloro che dovevano prov~edere ali' elezione del pontefice. Hanno cosi or1gine i cardinali. , Contro tutta questa· innovazione che sottraeva il papato a qualunque rapporto di d.ipendenza dall'impero (nonostante che l' impe- · ratore avtsse fino allora nominato moltissimi. ecclesiastici a feudatari). si schierò, come facilmt-nte può capirsi, l'imperatore, ra-ppresen- . tato in quei momenti dr2mmatici da Enr,co III . e da Enrico IV. Il papa tbbe la fortuna che • , Enrico IV succedesse in età infantile o quasi, • ptr cui ci fu bisogno di una reggenza. In peI \ ,.. J ....

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